Neolaureati occupati: l’Italia è ultima in Europa, ecco perché

Per numero di neolaureati occupati l'Italia è l'ultima in Europa. Ecco tutti i dati più recenti e perché il nostro paese resta indietro.

I recenti dati Eurostat mostrano un quadro generale relativo ai neolaureati che trovano occupazione per cui l’Italia è il fanalino di coda, rispetto ad un andamento positivo degli altri paesi europei.

La media europea dei giovani appena laureati che trovano lavoro e che quindi risultano occupati da subito è di 8 ragazzi su 10, mentre per l’Italia questo numero è molto più basso.

Sono 6 su 10 gli italiani neolaureati a trovare un posto di lavoro appena conseguito il titolo di studio. Cerchiamo di analizzare perché l’Italia si trova indietro in questa classifica, quali sono le motivazioni e le differenze con gli altri paesi del continente.

Neolaureati occupati in Italia: i dati

La stima effettuata recentemente da Eurostat prende in considerazione un periodo di tempo piuttosto lungo, ovvero dal 2014 al 2022, e va ad analizzare l’andamento dell’occupazione dei cittadini europei che hanno conseguito una laurea.

A livello europeo il trend è in positivo, ovvero in questo arco di tempo il tasso di occupazione a seguito di una laurea è aumentato del 7%, con una lieve interruzione dovuta al periodo in cui si è diffusa la pandemia.

Questi però sono dati generali, perché a livello italiano la situazione non è così positiva. Italia, Grecia e Romania si trovano al fondo della classifica per occupazione dei giovani neolaureati, ovvero chi si laurea fatica maggiormente a trovare un lavoro nel periodo successivo al conseguimento del titolo di studio.

Secondo questo quadro generale, si evidenzia una crescita dell’occupazione dei neolaureati in Europa, ma questo non è rilevato in Italia. Il livello di neolaureati occupati al lavoro in Italia è inferiore al 65%, un numero nettamente in contrasto con quello di altri paesi.

Basta pensare che in Germania la percentuale di neolaureati occupati a lavoro arriva al 92%, e che in Lussemburgo e Paesi Bassi arriva al 93%. La ricerca Eurostat ha anche evidenziato a livello europeo qual è la differenza tra uomo e donna nell’occupazione lavorativa, a seguito di un percorso di studi che ha portato alla laurea.

A livello europeo, il tasso di occupazione delle donne neolaureate è inferiore a quello dei colleghi uomini, e questo dato rileva ancora una certa disparità di genere nell’accesso al lavoro tra i neolaureati, andamento confermato anche per l’Italia.

La ricerca ha comunque evidenziato come il primato in negativo per occupazione sia da attribuire all’Italia, in cui ci sono ancora molte differenze a livello di occupazione rispetto agli altri paesi dell’UE.

Perché l’Italia è ultima in Europa per occupazione di neolaureati

Abbiamo visto qual è la media europea di occupazione dei giovani europei, ma come mai l’Italia è ancora indietro rispetto a molti paesi europei? Nel nostro paese ci si trova spesso davanti ad un paradosso: laureati con ottimi voti faticano a trovare un posto di lavoro. Cerchiamo di capire il perché.

Il mercato del lavoro italiano continua ad affrontare diverse criticità, per cui l’accesso è difficoltoso anche per chi ha un titolo di studio come una laurea. Una delle principali cause è il tasso di occupazione basso del paese rispetto al resto dell’UE.

L’Istat per il 2022 ha rilevato un lieve incremento del numero complessivo degli occupati, tuttavia sono ancora molti, neolaureati e non, a non trovare lavoro, e circa il 33,7% degli italiani risultano essere inattivi, e la disoccupazione giovanile in Italia è sempre elevata.

Ma vanno anche analizzati altri aspetti, come la presenza del lavoro irregolare, ovvero non dichiarato tramite un contratto, per cui si registra anche una elevata evasione fiscale.

Alcuni problemi correlati sono anche: il difficile incontro tra domanda e offerta di lavoro, oltre alle retribuzioni nettamente inferiori rispetto alla media europea, che disincentivano i giovani a iniziare una carriera in Italia.

Questi fattori influenzano l’accesso al lavoro da parte dei neolaureati, e sempre più spesso i giovani con una laurea decidono di spostarsi all’estero.

La fuga dei cervelli è ancora un fenomeno di ampia portata per l’Italia: i giovani con una laurea sempre più spesso scelgono di cercare stipendi e condizioni di lavoro migliori all’estero, optando ad esempio per un altro paese europeo.

Un aspetto che va anche considerato in questi contesti è il faticoso cambio generazionale: si allunga sempre di più l’età di accesso alle pensioni, per cui di conseguenza i giovani trovano lavoro sempre più in ritardo rispetto al conseguimento del titolo di studi.

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
783FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate