Opzione donna a 59 anni e senza il vincolo dei figli: cosa cambia con le nuove modifiche

Opzione donna a 59 anni e senza vincolo legato alla presenza di figli. Cosa cambia, o potrebbe cambiare, grazie alle nuove modifiche del governo.

Opzione donna a 59 anni e senza vincolo legato alla presenza dei figli. Come cambia, o potrebbe cambiare, grazie alle nuove modifiche in arrivo.

Il governo sta pensando a nuove modiche da apportare allo strumento di flessibilità in uscita destinato alle sole donne. La misura non è stata resa strutturale nemmeno per l’anno in corso, ma la Legge di Bilancio 2023 l’ha prorogata anche per il 2023, non senza importanti novità.

Il governo Meloni ha, infatti, deciso di destinare Opzione donna solo a particolari categorie di lavoratrici.

E sono cambiati anche i requisiti. Lo scorso anno, infatti, avevano accesso a Opzione donna tutte le lavoratrici con 35 anni di contributi e 58 anni di età se dipendenti (e 59 anni di età se autonome).

Fermo restando i 35 anni di contributi, la misura è stata resa accessibile, nel 2023, per coloro che hanno 60 anni di età, che possono diventare 59 o 58 in caso di presenza di uno o più figli.

Eppure, adesso si sta pensando a novità da apportare alla misura, nonostante il servizio INPS per farne domanda sia già attivo.

Un nuovo tentativo per estendere Opzione donna a un maggior numero di beneficiarie. La stretta della Legge di Bilancio avrebbe precluso la possibilità di accedere in anticipo alla pensione a 2.900 lavoratrici: l’obiettivo, adesso, è arrivare almeno a 13.200.

Ma come si pensa di cambiare (di nuovo) Opzione donna e quali sarebbero i vantaggi delle modifiche? Si tratta ancora di ipotesi: i soldi mancano e, a meno che non si decida di fare a meno di altre misure fondamentali per gli italiani, concretizzare le nuove modifiche potrebbe risultare difficile.

Opzione donna a 59 anni e senza vincolo dei figli: come potrebbe cambiare con le modifiche del governo

Secondo quanto scrive la Repubblica, il governo potrebbe voler ampliare nuovamente la platea di Opzione Donna.

L’obiettivo potrebbe essere raggiunto prevedendo un abbassamento dell’età anagrafica da 60 a 59 anni che potrebbero scendere a 58 per:

  • le donne con disabilità al 74%;

  • le donne che sono diventate caregiver per un familiare da almeno 6 mesi;

  • le lavoratrici licenziate o le dipendenti di aziende in crisi.

In questo modo, verrebbe anche eliminato il criterio legato alla presenza dei figli per l’abbassamento dell’età anagrafica per accedere alla misura. Punto, questo, sul quale sono stati sollevati innumerevoli dubbi e scontenti.

Quello che non cambierà, rispetto a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2023, rimarrà comunque il vincolo contributivo. Ricordiamo che per Opzione donna sono necessari almeno 35 anni di contributi, così come il calcolo contributivo della pensione che, a differenza di quello retributivo, comporta tagli onerosi che possono arrivare anche al 30%.

Tuttavia, così come per molte altre ipotesi che si stanno avanzando nell’ultimo periodo in materia di pensioni anticipate, alcuni italiani (e italiane) sembrano disposti a rinunciare a una parte dell’assegno, seppur consistente, pur di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.

Opzione donna a 59 anni e senza vincolo dei figli: il nodo risorse

Il governo, dunque, continua a riflettere su un modo per ampliare la platea di beneficiarie di Opzione donna, diminuita drasticamente a seguito delle ultime modifiche apportate dalla Legge di Bilancio.

Rimane, però, il nodo risorse. Si tratta proprio del punto più dolente che ha sempre reso difficile lavorare su una strutturata riforma pensioni anche da parte dei precedenti esecutivi e che, anche nel caso di ulteriori modifiche a Opzione donna, potrebbe pesare fin troppo sulle casse dello Stato.

Il valore stimato per mettere in atto le modifiche ipotizzate conta 70-80 milioni di euro per l’anno in corso. Soldi che, nel 2024, così come per i prossimi anni, potrebbero aumentare anche fino a 250-320 milioni.

Opzione donna a 59 anni e senza vincolo dei figli: quando scatteranno le modifiche

Non è ancora chiaro, comunque, se le modifiche entreranno in vigore già a partire da adesso o riguarderanno il prossimo anno.

Per il momento, si dovrà attendere, in ogni caso, il decreto del Ministero del Lavoro sulla riforma del reddito di cittadinanza: le modifiche a Opzione donna potrebbero, infatti, essere integrate nel decreto.

Nel frattempo sono arrivate le istruzioni dell’INPS sull’applicazione delle disposizioni della pensione anticipata per le lavoratrici. Chi possiede i requisiti può già presentare domanda collegandosi al sito dell’Istituto.

Nello specifico, le richieste possono essere inviate scegliendo tra:

  • l’invio della domanda in piena autonomia utilizzando il sito dell’INPS;

  • l’invio della domanda tramite CAF o patronati.

Nel primo caso è importante ricordare che, per accedere al sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, è necessario essere in possesso delle credenziali di accesso, a scelta tra SPID, CIE o CNS.

Una volta effettuato l’accesso è necessario seguire il percorso Prestazioni e servizi > Servizi > Pensione anticipata “Opzione donna” – Domanda.

Leggi anche: Pensione anticipata, cambia la procedura INPS per Opzione Donna 2023. Ecco le novità

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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