Partita IVA e Naspi: si può avere la disoccupazione! Quando?

Naspi e partita IVA 2022: si può avere la disoccupazione anche per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi. Ecco tutto quello che c’è da sapere ora.

Capita davvero sempre più spesso che i lavoratori italiani che risultano essere possessori di una regolare partita IVA per poter svolgere la propria prestazione rispettando i termini di legge, danno per scontato di non avere diritto alla disoccupazione. 

In realtà non è sempre così. Infatti, le normative di riferimento a cui l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale si attiene ai fini del riconoscimento e dell’erogazione dell’indennità di disoccupazione NASpI prevedono una serie di casi specifici, in cui anche chi ha la partita IVA potrà accedere alla Naspi.

A questo proposito, appare chiara la necessità di andare ad approfondire in maniera molto più dettagliata il tema della partita IVA e della Naspi, al fine di comprendere se il singolo lavoratore autonomo o libero professionista potrà a tutti gli effetti accedere alla misura economica prevista.

Proprio per questo motivo, infatti, all’interno del seguente articolo andremo ad offrire in maniera dettagliata quali sono i casi di compatibilità e di incompatibilità tra l’indennità di disoccupazione della Naspi 2022 e i titolari di partita IVA.

Dunque, in tal senso, nei primi paragrafi andremo ad approfondire maggiormente le caratteristiche principali e gli aspetti peculiari che attualmente contraddistinguono l’indennità di disoccupazione della Naspi 2022. Allo stesso tempo, sarà poi affrontata successivamente anche una breve analisi di tutte le condizioni ed i requisiti essenziali che caratterizzano a tutti gli effetti gli imprenditori, i liberi professionisti e i lavoratori autonomi in possesso di partita IVA.

Partita IVA e Naspi 2022: tutte le novità del Governo Draghi da sapere

Dunque, prima di procedere con gli approfondimenti in riferimento alla compatibilità e all’incompatibilità dell’erogazione della Naspi che sussiste nei casi in cui un lavoratore è in possesso di partita IVA, occorre necessariamente fare alcune precisazioni.

In particolare, è necessario riprendere tutte le principali novità che sono state approvate ed introdotte a partire dal primo gennaio di questo anno, sia per quanto riguarda la partita IVA e il regime forfettario 2022, che anche l’erogazione dell’indennità di disoccupazione della Naspi 2022.

A questo proposito, quindi, per quanto concerne le regolamentazione e le disposizioni che fanno riferimento alla partita Iva, nel corso del 2022 non ci sono stati dei grandi cambiamenti generali. Tuttavia, è stato il regime forfettario ad essere protagonista di una serie di modifiche, a seguito della decisione intrapresa da parte della squadra dell’esecutivo attualmente guidata dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Nello specifico, pur mantenendo lo stesso tetto massimo di ricavi e di compensi per poter continuare a beneficiare del regime agevolato della partita IVA, è stato stabilito l’obbligo di fatturazione elettrica anche per chi rientra nella categoria del forfettario.

In merito, invece, alle novità sulla Naspi, secondo quanto precisato anche dall’articolo di fiscomania.com, la misura economica della disoccupazione è stata coinvolta da un vero e proprio ampliamento della platea di cittadini che potranno beneficiare del contributo.

Partita Iva e Naspi: le precisazioni. La differenza tra forfettario e semplificato

Prima di procedere con il riepilogo di tutte le compatibilità tra i titolari di partita IVA con l’indennità di disoccupazione della Naspi, è necessario anche fare alcune precisazioni in riferimento ai vari regimi fiscali che i lavoratori autonomi e i libri professionisti potrebbero decidere di adottare.

A questo proposito, infatti, è possibile distinguere due principali regimi: da un lato l’unico regime fiscale agevolato attualmente in vigore, ovvero quello del regime forfettario; dall’altro lato, invece, il regime semplificato.

Per quanto riguarda il primo caso, questo presenta degli importanti benefici per i liberi professionisti. Tra questi, vi è anche la possibilità di non dover essere coinvolti dall’applicazione di studi di settore, di ritenuta d’acconto oppure di Irap e Iva. Tuttavia, con il regime forfettario non sarà possibile andare a dedurre i costi che sono sostenuti da parte del professionista e la tassazione viene applicata sulla base di una percentuale di una sorta di forfetizzazione ai ricavi e ai compensi.

Per andare a chiarire ulteriormente i casi in cui è possibile richiedere la disoccupazione Naspi e contemporaneamente aprire anche una partita IVA, è possibile consultare il video disponibile sulla piattaforma YouTube curato dal professionista Giampiero Teresi

 

Si tratta di un contenuto in cui vengono illustrati tutti i passaggi su come ottenere una Naspi anticipata aprendo anche la partita Iva. 

Partita Iva e Naspi 2022: chi può richiedere la partita Iva?

Abbiamo, quindi, approfondito nel precedente paragrafo quali sono le principali differenze che sussistono tra il regime forfettario e il regime semplificato, ora è il momento di comprendere quali sono i cittadini ed i lavoratori che potranno avere la possibilità di richiedere e di avere la partita Iva.

In questo senso, come precisato anche dall’articolo de Il Commercialista Online, la possibilità di aprire una regolare partita Iva coinvolge tantissime categorie di persone, a prescindere che queste appartengono alla categoria di lavoratore autonomo oppure di un imprenditore o anche di un libero professionista.

In effetti, per un libero professionista che esercita delle attività di lavoro in maniera autonoma è davvero molto semplice provvedere alla procedura procedura burocratica predisposta al fine di avviare il proprio business, attraverso la compilazione e la presentazione dell’apposito modulo dell’Agenzia delle Entrate.

È a questo proposito che, i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e gli imprenditori avranno la possibilità di scegliere quale regime fiscale intendono adottare oltre che specificare il codice delle attività e il codice ATECO che maggiormente rispecchia l’attività svolta.

Inoltre, occorre anche fare un’ulteriore precisazione per quanto riguarda quei liberi professionisti che esercitano delle attività cosiddette protette. Tra questi rientrano ad esempio, i notai, i commercialisti, gli avvocati o anche gli architetti. Infatti, in questi casi, oltre a presentare il modulo presso l’Agenzia delle Entrate, occorre anche provvedere all’iscrizione ad un albo di appartenenza, che cambia sulla base della professione che si intende svolgere.

Naspi 2022 e partita IVA: come funziona la disoccupazione?

Come tutti ormai sanno, l’indennità di disoccupazione della Naspi rappresenta a tutti gli effetti di una misura economica che potrà essere richiesta e riconosciuta nei confronti di specifiche categorie di cittadini e di lavoratori che risiedono e operano nel territorio nazionale.

A questo proposito, occorre anche effettuare una distinzione tra l’indennità di disoccupazione della Naspi da quella della Dis-Coll.

Si tratta in entrambi i casi di due categorie di indennità che sono predisposte nei confronti dei cittadini quando questi vengono coinvolti da una perdita di lavoro in maniera involontaria.

Tuttavia, è necessario precisare che la Dis-coll viene indirizzata nei confronti dei collaboratori continuativi, così come anche ai titolari di borse di studio, gli assegnasti e i dottorandi di ricerca. Mentre, per quanto concerne, la Naspi, questa si rivolge ai lavoratori che erano stati interessati da contratti di lavoro di tipo subordinato, così come anche apprendisti, lavoratori della pubblica amministrazione o anche personale artistico.  

Partita Iva e Naspi 2022: i beneficiari. Chi può accedere alla disoccupazione?

Nei precedenti paragrafi abbiamo quindi analizzato in particolare come funziona il riconoscimento della partita Iva, ma anche le caratteristiche che contraddistinguono l’indennità di disoccupazione della Naspi 2022. Ora è il momento però di andare ad approfondire in maniera più dettagliata quali sono i casi in cui i cittadini titolari di partita IVA potranno accedere a tutti gli effetti alla nuova disoccupazione Naspi.

Dunque, generalmente nella maggior parte dei casi, i titolari di partita Iva, dunque, gli imprenditori, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, non hanno diritto alle indennità di disoccupazione della Naspi e della Dis-coll. Questo perché tale sussidio viene riconosciuto a favore dei lavoratori con un contratto dipendente e dei collaboratori.

Tuttavia, nei casi in cui i lavoratori titolari di una partita IVA risultano avere anche un contratto di lavoro dipendente, questi potranno avere diritto ad accedere all’indennità di disoccupazione della Naspi. Ma la situazione diventa più complessa quando sono i cittadini titolari di partita IVA a richiedere la Dis-coll, ovvero l’indennità per i collaboratori.

Partita Iva 2022: quando si può richiedere la disoccupazione Naspi?

I cittadini che svolgono un’attività di lavoro autonomo che risultano quindi avere una partita Iva attiva, potranno provvedere alla richiesta dell’indennità di disoccupazione della Naspi.

Inoltre, anche nei casi in cui la domanda relativa alla Naspi viene presentata prima di procedere alla richiesta di apertura di partita Iva, l’indennità di disoccupazione non sarà in alcun modo ne sospesa ne tantomeno decade.

Tuttavia, nel momento in cui dall’attività di lavoro autonomo che deriva dall’apertura regolare di una partita Iva, emerge un reddito lavorativa, l’indennità di disoccupazione della Naspi sarà ridotta per una percentuale dell’80 per cento rispetto al reddito di lavoro che sarà percepito.

Tale importo sarà poi rapportato al periodo che va ad intercorrere tra la data che fa riferimento all’inizio dell’attività di lavoro autonomo e la data relativa al termine del periodo riferito al godimento della disoccupazione.

Tuttavia, nei casi in cui il lavoro autonomo va a produrre un reddito che risulta essere superiore al limite di 4.800 euro lordi all’anno, il cittadino titolare della partita IVA purtroppo sarà coinvolto dalla decadenza del beneficio economico, in quanto non sarà più inteso come ammissibile nella categoria di disoccupato.

Viviana Vitale
Viviana Vitale
Aspirante giornalista e social media manager freelance, classe 1995. Le mie più grandi passioni sono la scrittura e il marketing digitale. Sono state proprio queste a portarmi oggi a far parte del team di redattori di Trend-online e a collaborare come professionista della comunicazione con varie aziende italiane.
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