Pensione di reversibilità: quando arriva e a chi spetta l’assegno INPS

Quanto spetta a una vedova della pensione del marito? Quando si ha diritto alla pensione di reversibilità? Quando non si ha diritto alla pensione.

 La pensione di reversibilità è uno dei tanti temi molto richiesto dai lettori e rientra nelle prestazioni economiche rilasciate dall’INPS dietro apposita istanza.

In sostanza, non dovrebbe essere difficile capire a chi spetta la pensione di reversibilità essendo diretta agli eredi. Tuttavia, anche questa prestazione economica è stata oggetto di ritocchi promossi dal vecchio Esecutivo, che difatti ne ha ampliato la platea degli aventi diritto, estendendo il beneficio anche ai nipoti.

Pensione di reversibilità, una somma di denaro appartenente alla pensione del de cuius 

È, importante, comprendere che il beneficio economico rilasciato dall’INPS sotto forma di assegno pensione non corrisponde all’intero trattamento economico previdenziale erogato al de cuius (estinto).

Ma, si tratta della possibilità di ricevere una somma di denaro dall’INPS rapportata a una parte del trattamento pensionistico. Dopo la morte del titolare della pensione scatta (a domanda), il passaggio agli eredi.

La vera novità del 2022 è la presenza di altri eredi, oltre al coniuge superstite. Infatti, diversi aggiusti avvenute in più riforme nel corso degli anni hanno portato a modificare la platea degli aventi diritto.

Tant’è vero, nell’ultima sentenza promossa dalla Corte Costituzionale, precisamente la numero 88/2022, ha posto in rilevo la presenza e la necessità d’introdurre altri eredi legittimi al beneficio economico. Per questo motivo, si iniziano a comprendere le tante novità applicata alla pensione di reversibilità.

L’istanza può essere presentata all’INPS seguendo i canali dedicati (online, CAF o patronato), entro un periodo di 10 giorno dalla data del decesso del de cuius. Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2946 del Codice Civile, si prevede la prescrizione sui ratei di pensione non incassati.

Pensione di reversibilità INPS: se c’è un requisito spetta ai nipoti! Ecco come

In linea generale, l’INPS riconosce al coniuge superstite una pensione di reversibilità nella misura del 60% del trattamento economico previdenziale spettante all’estinto.

Una percentuale che può essere riconosciuta se il coniuge estinto non ha maturato il diritto al riconoscimento del trattamento pensionistico, se risultano almeno 15 anni di versamenti contributivi.

Una percentuale che potrà subire delle limitazioni con lo sforamento dei redditi prodotti dal superstite.

Pensione di reversibilità, cosa cambia in presenza della separazione

Secondo quando espressamente si legge nella circolare INPS n. 19/2022, il coniuge superstite secondo la normativa vigente può essere equiparato al coniuge separato.

Un diritto che non viene scalfito dalla presenza o meno “dell’addebito con colpa o privo del diritto agli alimenti” .

Nel merito vanno spiegate le disposizioni della Legge n. 903/1995, che pone in rilievo la presenza del coniuge superstite (legato in matrimonio) a carico del de cuius alla data del decesso.

Nel merito, esistono svariate sentenze promosse dalla Corte di Costituzione, per cui si comprende che coloro che rientrano nel diritto e non hanno ricevuto precedentemente il consenso dall’Istituto, possono ripresentare l’istanza per l’ammissione al beneficio economico.

Come cambia la reversibilità della pensione per i coniugi divorziati

Nessuna ammissione alla reversibilità al coniuge divorziato e risposato. E, ancora, se risulta il diritto all’assegno divorzile, in presenza dell’atto di scioglimento del matrimonio e così via.

La Cassazione ha chiarito il principio per cui non basta trovarsi nella condizione di superstite per il diritto alla pensione di reversibilità, né tantomeno, la presenza dell’assegno di mantenimento giustifica l’erogazione del beneficio economico.

La reversibilità della pensione come si suddivide tra ex coniuge e superstite 

La spartizione della pensione di reversibilità segue diversi criteri di suddivisione, tra cui:

  • la quantificazione del periodo dei matrimoni;
  • la quantificazione del periodo legato alla convivenza;
  • la presenza di altri emolumenti mensili percepiti da entrambi le parti.

La reversibilità del trattamento previdenziale spetta ai figli (naturali, adottivi e cosi via), minori disabili, figli 21enni, se sussiste l’iscrizione a un vincolo scolastico, figli 26enni, se sussiste la frequenza a un vincolo universitario. 

Nel merito, va detto, che il beneficio economico può essere riconosciuto anche ai nipoti fiscalmente a carico.

Chi può godere della reversibilità della pensione, se non è erede diretto

La normativa ha prevista la possibilità di richiedere la reversibilità anche per i genitori over 65, se manca una prestazione pensionistica. Rientrano, in questo contesto anche i fratelli o le sorelle, a cui è stata riconosciuta dalla Commissione ASL -INPS l’inabilità al lavoro, oltre alla presenza di altre condizioni. 

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