Pensione di reversibilità a rischio, in questi casi scatterà l’addio: cosa sta succedendo

Spunta l'ipotesi di un possibile addio alla pensione di reversibilità per determinati percettori. Ecco che succede e chi potrebbe perdere la misura.

Secondo i più recenti rapporti Ocse, la pensione di reversibilità pesa eccessivamente sulle casse del nostro Paese. Si tratta quindi di una delle aree di intervento che riguardano le pensioni e che potrebbero, ben presto, subire delle modifiche sostanziali.

Che si debba intervenire al più presto sulle pensioni italiane, in fondo, non è un mistero. La spesa italiana per i trattamenti pensionistici è infatti troppo elevata, e urgono delle soluzioni urgenti.

Ed è per questa ragione che, dopo aver pubblicato un recente rapporto, proprio l’Ocse ha fornito delle possibili soluzioni per il contenimento della spesa pensionistica.

Oltre a suggerire un taglio alle pensioni troppo elevate, l’Organizzazione ha suggerito di intervenire proprio sulle pensioni di reversibilità. La quale, in molti casi, rischia addirittura l’addio da parte di alcuni aventi diritto. Ecco che succede e chi rischia di non percepire più questo trattamento.

Pensione di reversibilità verso l’addio? Ecco che succede

Stando ai dati che l’Ocse ha rilevato recentemente in merito alla situazione economica del nostro Paese, una delle aree sulle quali intervenire per ridurre l’elevato debito pubblico italiano è quella delle pensioni.

L’Ocse ha infatti fornito un parere (che, lo anticipiamo subito, non è vincolante), contenente diverse soluzioni per arginare il debito italiano.

Tra gli interventi suggeriti, ci sono diversi punti relativi alle pensioni. Innanzitutto, l’Ocse ha suggerito di ridurre quelle eccessivamente elevate, con cedolini da 5.000 euro e più.

La seconda proposta riguarda la possibile cancellazione delle forme di accesso anticipato al trattamento, come Quota 103.

Ultima proposta, quella che riguarda la pensione di reversibilità. Il parere Ocse ha concluso infatti che questa misura di sostegno sia troppo costosa per le casse statali.

Dovremo quindi dire addio alla pensione di reversibilità? In realtà, la questione non è così semplice.

 

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Addio alla pensione di reversibilità: ecco chi rischia di non riceverla più

L’Ocse ha infatti proposto, per ridurre il debito pubblico italiano, di porre un limite anagrafico che farebbe scattare l’addio alla pensione di reversibilità.

Questo trattamento, secondo il rapporto dell’Organizzazione, costa troppo in questo viene concesso senza tener conto dell’età anagrafica.

La pensione di reversibilità, in effetti, spetta tanto al coniuge superstite, quanto agli eventuali figli. In nessuno dei casi però è previsto un limite anagrafico da rispettare.

Ne consegue che la spesa pubblica per sostenere la misura diventa elevatissima: parliamo, stando ai dati 2019, del 2,5% del Prodotto Interno Lordo.

È vero che, nel caso in cui i superstiti con pensione di reversibilità abbiano un lavoro, scattano le riduzioni al trattamento. Tuttavia, secondo l’Ocse, questa misura è attualmente troppo costosa.

Viene dunque spontaneo chiedersi chi rischia di dover dire addio alla pensione di reversibilità se il parere dell’Ocse dovesse trovare ascolto presso il nostro esecutivo.

L’Organizzazione ha proposto un limite simile a quello per accedere alla pensione di vecchiaia: 67 anni.

In questo senso, dunque, potrebbero rischiare i titolari di pensione di reversibilità con meno di 67 anni.

Un parere non vincolante

Tuttavia, al momento, il Governo italiano non ha ancora detto la sua in merito. E dunque il possibile addio alla pensione di reversibilità per chi non ha compiuto 67 anni sembra ancora lontano.

Abbiamo già sottolineato che il parere dell’Ocse è un parere non vincolante. Questo significa che l’Italia potrà tenerne conto o meno, scegliendo per proprio conto le soluzioni per ridurre il debito pubblico.

Tuttavia, ciò che preoccupa è che alcuni Paesi, come la Germania, stanno già intervenendo sui trattamenti che corrispondono alla nostra pensione di reversibilità.

Un intervento su questo trattamento, anche nel nostro Paese, non è dunque escluso. In ogni caso, si tratta di un intervento che verrà probabilmente considerato nei prossimi anni, e non attualmente, in quanto non sembra essere nei piani del Governo.

Alessia Seminara
Alessia Seminara
Copywriter, classe 1991. Versatile, multipotenziale, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l'Università degli Studi di Catania, con una seconda laurea in Logopedia, ho una passione per la scrittura e il web copywriting. Entrambe mi hanno portato a concludere la canonica formazione accademica e ad intraprendere un ulteriore percorso di formazione in Seo e Copy Persuasivo. Grazie a vari corsi di formazione ho approfondito le mie conoscenze in ambito Digital Martketing. Negli anni ho stretto diverse collaborazioni come copywriter freelance per seguire variegati progetti.
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