Pensioni 2023, cambia di nuovo la rivalutazione degli assegni: ecco nuovi importi e fasce

Pensioni 2023, cambia di nuovo la rivalutazione degli assegni per l'anno prossimo in Manovra. I nuovi importi e fasce.

Continuano ad essere modificate le decisioni prese per le pensioni 2023 in Legge di Bilancio, nello specifico, quelle riguardano la rivalutazione degli assegni sulla base dell’inflazione. Tentiamo di scoprire insieme i nuovi importi e le fasce.

Pensioni 2023, rivalutazione del trattamento minimo e nuovi aumenti

Quali sono le novità di questi ultimi giorni dell’esecutivo Meloni riguardo importi e fasce per le pensioni 2023? Sicuramente ci sarà un aumento delle pensioni al minimo fino a 600 euro mensili, ma solo per i cittadini che hanno più di 75 anni di età e unicamente per l’anno a venire. Ciò sta a significare che le pensioni 2023 al minimo fino a 600 euro resteranno valide unicamente per 12 mesi.

Inoltre, è stato dato l’ok al ricalcolo del 100% per i trattamenti pensionistici che risultano essere fino a 4 volte il minimo, dunque, fino a 2.100 euro lordi al mese, che riceveranno altresì un incremento di 153 euro lordi sugli assegni, ogni mese.

Andiamo a vedere i nuovi importi con la nuova rivalutazione delle pensioni 2023.

Pensioni 2023, nuovi importi sulla base della rivalutazione

Cambiata anche la rivalutazione delle pensioni 2023:

  • che aumenta dall’80 all’85% per tutti quei trattamenti che arrivano fino a 5 volte il minimo, quindi 2.626 euro lordi mensili. In questo caso aumenta l’importo di 9 euro, passando da 153 a 162 euro ma che, come normale conseguenza, agisce in negativo sulle altre 4 fasce.

  • Da 55% al 53% per assegni fino a 6 volte la pensione minima, dunque, fino a 3.150 euro con più di quattro euro in meno al mese sulle pensioni 2023;

  • Dal 50 al 47% per le pensioni che arrivano a 8 volte la pensione minima, dunque, fino a 4.200 euro, con una perdita sull’assegno mensile corrisposto pari a 9 euro;

  • Dal 40 al 37% per le pensioni fino a 10 volte il minimo, pari a 5.250 euro al mese, con un taglio di più di 11 euro al mese;

  • Infine, dal 35 al 32% per tutte quelle pensioni che arrivano a oltre 10 volte la pensione minimo, dunque a partire da 5.350 euro ci sarebbe un taglio di 11 euro circa.

Questo non è altro che il risultato degli emendamenti presentati al Governo per le modifiche da apportare in Legge di Bilancio, in particolare in tema “pensioni 2023”. Per questo motivo è stato rivisto nuovamente il meccanismo di perequazione degli assegni pensionistici relativi al prossimo anno che, dal 1° gennaio 2023, abbandonerà il precedente modello a tre fasce e si baserà su questo nuovo modello a sei fasce.

La rivalutazione precedente: lo schema a tre fasce

Con la nuova Legge di Bilancio dovremo dire addio al vecchio sistema di perequazione degli assegni pensionistici, basato su tre differenti fasce. Prima, infatti, il ricalcolo avveniva nel seguente modo:

  • 100% dell’indice per pensioni entro 4 volte la pensione minima Inps, dunque, fino a 525, 38 euro al mese

  • 90% dell’indice per tutti quei trattamenti pensionistici compresi fra le 4 e le 5 volte il minimo Inps

  • 75% dell’indice per le pensioni che superavano 5 volte l’importo minimo Inps.

Ricordiamo che la quota per la rivalutazione dei trattamenti era stata fissata per le pensioni 2023 al 7.3%, con la firma del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti del decreto sull’adeguamento pensioni.  

Pensioni 2023, le sei fasce della rivalutazione

Cos’è successo, dunque? Il Governo Meloni ha adottato un nuovo sistema di rivalutazione biennale e con sei fasce, con una rivalutazione totale entro i 2.100 euro lordi al mese, facendo poi scattare una stretta progressiva sugli assegni più elevati. Ecco, infatti, il meccanismo che era stato introdotto in Manovra:

Indicizzazione %

Quante volte il minimo Inps

Importi

100%

Fino a 4 volte minimo

2.100 euro

80%

tra 4 e 5 volte minimo

2.626 euro

55%

tra 5 e 6 volte il minimo

3.150 euro

50%

tra 6 e 8 volte il minimo

4.200 euro

40%

tra 8 e 10 v olte il minimo

5.250 euro

35%

oltre 10 volte il minimo

oltre 5.250 euro

Chi ci perde

Con la nuova indicizzazione del Governo Meloni le pensioni 2023 comprese tra i 2.100 euro e 2.626 euro lordi avranno un incremento di 9 euro mensili, mentre per tutti gli altri casi ci sarà una perdita, come un trattamento pensionistico di 3.150 euro lordi, che avrà un incremento di 121,8 e non 126 come detto in precedenza.

Pensioni 2023 minime a 600 euro al mese

Per gli over 75 c’è una buona notizia: un emendamento alla Manovra del Governo Meloni provvede a rafforzare la rivalutazione delle pensioni minime per i cittadini con più di 75 anni, ma unicamente per quel che concerne le pensioni 2023. 

Su queste pensioni, infatti, sarà calcolata una rivalutazione aggiuntiva pari al 6.4%, al posto dello 1.5%, che dovrà sommarsi l’indicizzazione al 7.3%. Insomma, l’importo mensile di queste pensioni 2023 salirà il prossimo anno a 597,30 euro, mentre gli altri trattamenti al minimo aumenteranno fino a raggiungere la soglia dei 570 euro.

Leggi anche: Stipendio netto, quanto aumenta nel 2023? Più soldi busta paga con le modifiche in Manovra

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