Pensioni 2022: nuovi importi invalidità, malattia e minime 

Aumento pensioni di invalidità e pensioni minime! Ultima ora. Pensioni di aprile pagamenti e aumenti, ecco tutte le novità che pochi sanno!

La primavera porta in grembo sempre belle sorprese, per le pensioni non c’è notizia più gradita di un aumento del trattamento pensionistico. Poi, quando si parla della possibilità di ritrovarsi cifre doppie sul cedolino della pensione, rende l’attesa ancora più allettante. Specie se i nuovi aumenti investono anche le pensioni di invalidità, le pensioni minime e molto altro. 

Tuttavia, va chiarito nell’immediato che il beneficio economico sarà notato, anche perché entrano in gioco diverse variabili che si interfacciano tra loro apportando un aumento medio e alto a secondo del trattamento pensionistico. In altre parole, è più che possibile che il doppio aumento sarà registrato per tutti indistintamente. 

Insomma, il mese di aprile per i pensionati si prospetta abbastanza ricco, anche perché cadono le nuove istruzioni sui conguagli annuali con l’introduzione delle nuove modalità previste dalla Riforma fiscale, oltre alla rimodulazione della modalità di rilascio del bonus IRPEF 2022 e allaggiornamento della perequazione e così via. 

In ogni caso, parliamo di aumenti ufficializzati dall’INPS diretti anche sulle pensioni degli invalidi civili e sulle pensioni minime. Vediamo insieme gli andamenti del 2022! 

Nuovo stato di emergenza, ma non l’anticipo sul pagamento delle pensioni, cosa succede?

Il pagamento delle pensioni subisce un cambio di rotta, allontanandosi da quella modalità anticipata che ha accompagnato il ritiro delle pensioni negli ultimi due anni. 

C’è da dire che il nuovo calendario dei pagamenti non è piaciuto ai pensionati, tanto che in molti hanno replicato la necessità di seguire ancora il ritiro anticipato delle pensioni almeno sino alla fine dell’anno.

Contestazioni che non hanno cambiato le disposizioni INPS, per cui i pagamenti dei vari trattamenti previdenziali e assistenziali tornano regolarmente a essere distribuiti dal primo del mese.

Eppure, vista la grave crisi energetica ci si aspettava il prosieguo della modalità anticipata per garantire maggiore liquidità nelle tasche dei pensionati, tamponando in un modo alternativo gli aumenti selvaggi registrati nelle materie prime.

In ogni caso, è stato attivato un nuovo stato di emergenza operativo fino alla data del 31 dicembre 2022, ma non è legato alla situazione epidemiologica da Covid-19, ma bensì dalla guerra Russia – Ucraina. 

Va detto che, molto probabilmente gli ultimi pagamenti anticipati sono stati quelli registrati nel mese di marzo 2022. Ad oggi, non c’è una ragione scientifica ed evidente che porti il capo della Protezione civile a promuovere nuovi provvedimenti per il ritiro anticipato delle pensioni presso gli uffici postali italiani. 

Tuttavia, non possiamo neanche escludere che scatti un provvedimento successivo sul pagamento anticipato delle pensioni legato alla crisi russo-ucraina.  

Al di là delle ragionevoli ipotesi, resta il fatto che il calendario INPS segue una cadenza normale, scaglionata per la prima sigla del cognome dell’intestatario del trattamento previdenziale e assistenziale. 

Per cui, per il ritiro delle pensioni in denaro contante partono dal giorno 1° aprile sino al 6 aprile, secondo l’ordine disposto dall’ufficio postale. Mentre, gli accrediti mensili delle pensioni sul conto corrente bancario e postale scattano il 1° aprile 2022. 

Pensioni: scatta l’aumento doppio non per tutti, ecco come!

L’INPS ha fornito le prime istruzioni sugli aumenti legati ai trattamenti pensionistici, ovvero sulle pensioni di aprile 2022. Anzi, più precisamente si parla di un aumento doppio registrato sui pagamenti INPS. 

L’aumento registrato sulle pensioni è dovuto alla perequazione e al conguaglio legato al bonus IRPEF 2022. Oltre tutto va detto che, a giocare a favore dell’aumento delle pensioni c’è anche il nuovo trattamento integrativo, più conosciuto come l’ex bonus Renzi e, ancora, l’assegno unico universale. 

Peraltro, l’incremento in rialzo registrato sull’importo delle pensioni è riconducibile anche alla rivalutazione degli importi dovuti applicazione dell’inflazione. 

Come riportato da Pensioni & Lavoro, la rivalutazione viene applicata secondo una modifica del meccanismo in una misura differente per il trattamento minimo. 

Per il 2022 il trattamento minimo corrisponde al valore di 524,34 euro. 

Nello specifico, la rivalutazione viene applicata secondo le seguenti misure, quale: 

  • prevista la misura corrispondente alla percentuale del 100% dell’inflazione, per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo;
  • prevista la misura corrispondente alla percentuale del 90% dell’inflazione, per le pensioni che rientrano tra il valore incluso tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
  • prevista la misura corrispondente alla percentuale del 75% dell’inflazione, per le pensioni più alte di cinque volte il trattamento minimo. 

C’è da dire che l’INPS per applicare l’aggiornamento delle pensioni ha preso in considerazione l’indice di perequazione del 2021, ovvero l’ultimo valore disponibile nella misura dell’1,6%. Il Ministero dell’Economica e delle Finanze ha fissato il tetto della perequazione nella misura dell’+1,7%.

In sostanza, l’Istituto ha dovuto aggiornare nuovamente le pensioni sulla base dell’indice di differenza dell’0,1%. Colmando quella leggera differenza che ha portato le pensioni a registrare una leggera quota in ribasso nel primo trimestre del 2022, ovvero gennaio, febbraio e marzo. 

Per questo motivo, l’INPS dovrà nuovamente provvedere all’aggiornamento delle pensioni. Nel mese di marzo i pensionati dovrebbero notare l’aumento dovuto al conguaglio di quanto spettante per differenza, se spettanti sulle pensioni. 

E, ancora, sempre nel mese di marzo a cavallo del mese di aprile, molti pensionati sono in attesa di ricevere l’assegno unico universale 2022.

Come evidenziato da Leggi Oggi, l’INPS nel mese di marzo 2022 ha dovuto provvedere ad adeguare le pensioni sugli aumenti spettanti, oltre che a provvedere a rettificare i nuovi provvedimenti, tra cui:

  • lasciare stabile le detrazioni per i figli in presenza di un’età anagrafica da 21 anni;
  • cancellare le eventuali maggiorazioni rilasciate sulle detrazioni per i figli disabili;
  • eliminare l’eventuale maggiorazione dovute per le detrazioni per i figli di 3 anni di età;
  • abolire le eventuali maggiorazioni dovute per detrazioni per le famiglie numerose composte da oltre 3 figli;
  • derogare le eventuali detrazioni del valore di 1.200 euro, se sono stati registrati minimo 4 o più figli a carico. 

Pensioni 2022: al via i nuovi importi per invalidità, malattia e minime 

Come evidenziato da Legge per Tutti, l’INPS aggiornando le pensioni ha incrementato la pensione minima al valore di 523,83 euro mensili, annualmente corrisponde al valore di 6.809,79.

E, ancora, anche l’assegno sociale ha subito l’influenza dell’adeguamento ISTAT portandosi a 468,10 euro al mese per un ammontare annuale pari a 6.085 euro.

Mentre, per i sordomuti e i cittadini a cui è stata riconosciuta l’invalidità civile spetta una pensione pari a 291,69 euro al mese. I cittadini ciechi ricevono una pensioni se parziali del valore di 215,35, mentre per i ciechi totali la pensione è pari a 315,45 euro

Infine, va detto che, il cambio degli importi influenza anche i limiti fissati dalla normativa per il pignoramento. Per maggiori informazioni sui cambiamenti del minimo vitale, si consiglia di leggere l’articolo: “Quando possono togliermi la pensione? Guida al pignoramento”.

Quanto incide la Riforma fiscale sugli aumenti delle pensioni?

È bene comprendere che il Governo Draghi non è legato direttamente agli aumenti delle pensioni, ma sono gli interventi voluti sulla Riforma fiscale che hanno prodotto un cambio di prelievo fiscale. Anzi, possiamo affermare con molta tranquillità che, la questione appare molto più semplice di quella che è realmente.

L’artefice di parte degli aumenti è la Riforma fiscale, ovvero l’intervento con cui sono state modificate le aliquote IRPEF che secondo le stime rilevate dal question time portano a un incremento media del valore di 210 euro annui.

Un risultato prodotto dagli aggiusti apportati alle aliquote IRPEF, passate di colpo da 5 a 4, oltre a ridimensionare gli scaglioni IREPEF intermedi. Il che ha prodotto un ribasso nella tassazione attestata nella misura dal 27 al 25%, se i redditi rientrano tra i 15mila ed entro i 28mila euro, mentre la tassazione è scesa da 38 a 35% per i redditi che rientrano tra 28mila ed entro i 50mila euro. 

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