Reddito di cittadinanza, chi non lo perde con le novità del decreto Lavoro

Reddito di cittadinanza, c'è chi non lo perde fino alla fine del 2023, ma si tratta solo di una parte dei beneficiari.

Il Reddito di cittadinanza si avvia verso l’abolizione definitiva nel 2024. Dal governo arrivano i primi chiarimenti sulle misure che lo andranno a sostituire.

Il 1° maggio non è stato solo il giorno della festa dei lavoratori, ma anche una giornata di lavoro da parte del governo che ha approvato il nuovo decreto Lavoro.

Il provvedimento porterà molte novità nel mondo del lavoro, coinvolgendo anche la questione sul RdC e introducendo due nuove misure che andranno a sostituire la misura fortemente voluta dal M5S.

Le novità scatteranno già a partire da settembre per una parte dei beneficiari, specialmente per coloro per i quali i 7 mesi di beneficio sono ormai in scadenza.

Questo significa che non tutti coloro che oggi percepiscono il Reddito di cittadinanza dovranno presto rinunciare al sussidio, e non saranno soggetti al limite delle 7 mensilità previste dalla Legge di Bilancio.

Vediamo, allora, chi sono i beneficiari che potranno continuare a ricevere il RdC per tutto il 2023 e quali saranno le alternative quando nel 2024 la misura scomparirà definitivamente.

Reddito di cittadinanza fino alla fine del 2023, ma solo per alcuni beneficiari

Con l’approvazione del decreto Lavoro, il governo Meloni ha ribadito la differenziazione tra beneficiari occupabili e quelli che, invece, non lo sono.

Proprio da questa divisione deriva la scelta di mettere in campo due diverse misure: parliamo del cosiddetto Adi (Assegno di inclusione) e Sda (strumento di attivazione al lavoro).

Il primo dovrebbe entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2024, mentre il secondo potrebbe essere attivato già dal 1° settembre 2023.

Con il decreto Lavoro salta il limite dei 7 mesi, ma non per tutti i beneficiari. Per alcuni di essi, infatti, il Reddito di cittadinanza rimarrà attivo fino alla fine dell’anno.

Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023: per chi

Come abbiamo detto, solo una parte dei beneficiari del Reddito di cittadinanza potrà continuare a beneficiare del sussidio fino alla data del 31 dicembre 2023.

In particolare, parliamo di quella platea di beneficiari che sono considerati “non occupabili”. In questa definizione rientrano tutti i nuclei familiari che percepiscono il RdC e in cui vi sia almeno:

  • un componente con disabilità o che percepisce, anche in via temporanea, l’assegno di invalidità civile;

  • un componente con età pari o superiore ai 60 anni di età;

  • un minorenne.

Il decreto Lavoro non applica il limite delle 7 mensilità a queste famiglie, le quali dovranno essere prese in carico dai servizi sociali, in quanto non attivabili al lavoro, prima della scadenza dei 7 mesi.

In merito a questo aspetto, non sono ancora giunti chiarimenti sulle modalità in cui i servizi sociali dovranno comunicare l’avvenuta presa in carico all’INPS.

Chi, invece, rischia di perdere il sussidio già a partire da settembre sono gli occupabili, tra i 18 e i 59 anni. Per questi ultimi, rimane il limite delle 7 mensilità per beneficiare del Reddito di cittadinanza.

RdC fino al 31 dicembre e Assegno di inclusione dal 2024

Le famiglie in cui sono presenti disabili, over 60 e minorenni potranno, dunque, continuare a beneficiare del RdC, seguendo le regole ordinarie del 2023.

Questo solo fino al prossimo anno, quando verrà introdotto l’Assegno di inclusione che condivide gli stessi obiettivi della misura pentastellata contro la povertà.

Guardando ai requisiti dell’Adi, infatti, ve ne sono molti in comune con il RdC, ma anche delle importanti novità da tenere in considerazione.

L’Assegno di inclusione è riservato solo alle famiglie con disabili, minorenni e over 60 e assicurerà un assegno di 500 euro al mese (fino a 6.000 euro all’anno), moltiplicati per la scala di equivalenza (fino a un massimo di 2,2). A questo assegno si andrà ad aggiungere il contributo affitto per le locazioni regolari che consiste in 280 euro mensili (3.360 euro all’anno).

Inoltre, il beneficio può aumentare fino a 7.560 euro all’anno quando il nucleo familiare è composto solo da over 67 o da familiari con disabilità grave o in condizioni di non autosufficienza.

Chi non perde il reddito di cittadinanza nel 2023

Per riassumere, dunque, a non perdere il Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023 saranno i nuclei familiari in cui sono presenti disabili, over 60 e minorenni.

Sono, invece, a rischio gli occupabili tra i 18 e i 59 anni per i quali, a partire da settembre di quest’anno, potranno contare sulla seconda misura messa a disposizione dal governo: lo strumento di attivazione al lavoro.

Si tratta di una misura che sarà legata alla partecipazione, da parte del beneficiario, a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale e consisterà in un assegno di 350 euro mensili.

Per capire come funzionerà il passaggio da Reddito di cittadinanza allo strumento di attivazione al lavoro occorrerà aspettare i decreti attuativi.

Leggi anche: Strumento di attivazione al lavoro: come funziona, quando arriva e importi

 

 

 

 

 

 

 

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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