Riforma fiscale, nuovo aumento in busta paga a lavoratori! Più soldi e meno tasse dal 1/09

Riforma fiscale, nuovo aumento in busta paga a lavoratori! Più soldi e meno tasse con il taglio del cuneo fiscale da settembre 2022.

La Camera ha approvato nelle scorse settimane la delega per la revisione del sistema fiscale. Dall’entrata in vigore della legge l’esecutivo avrà a disposizione 18 mesi per adottare tutti i decreti legislativi necessari. Insomma, si tratta di novità importantissime che sono in arrivo per i lavoratori con la nuova riforma fiscale.

Riforma fiscale, nuovo aumento in busta paga a lavoratori! Più soldi e meno tasse dal 1/09

Con la delega per la revisione del sistema fiscale sono state inserite diverse modifiche sull’IRPEF; nello specifico, è stato definitivamente eliminato il riferimento alla progressiva e tendenziale evoluzione del sistema di imposizione personale sui redditi verso un modello duale. L’esecutivo per il 2022 aveva l’obiettivo di rendere progressivo e semplice il prelievo fiscale e, pertanto, ha deciso di ridurre il numero degli scaglioni Irpef, con una conseguente azione sulle aliquote percentuali corrispondenti alle nuove fasce di reddito stabilite. Ecco gli scagioni

  • I – 15.000 € di reddito, Irpef 23% 
  • II – da 15.000 € a 28.000 €, Irpef 25%
  • III – da 28.000 € a 50.000 €, Irpef 35%
  • IV – sopra i 50.000€, Irpef 43%

Tra l’Irpef 2021 e la nuova Riforma Fiscale abbiamo notato un primo scaglione invariato e una cancellazione del quarto scaglione e accorciando la distanza tra il II e III scaglione e portando il divario a soli 8 punti percentuali. 

Di concreto, però, le modifiche attuate con la riforma fiscale hanno lasciato un netto distacco fra il secondo e il terzo scaglione di reddito per quel che concerne il pagamento dell’Irpef. C’è anche da sottolineare che le variazioni attuate dall’esecutivo Draghi non hanno un prodotto alcun effetto per i contribuenti che ne avrebbero più bisogno: basti guardare il primo scaglione per redditi fino a 15.000 €, che non ha subito alcun tipo di modificazione.

Lo stesso discorso si può fare per gli scaglioni con redditi medio alti, per cui si registra solamente una riduzione minima delle tasse che porta a valutare la nuova Riforma Fiscale come un cambiamento di poco conto, in particolare per le modificazioni in busta paga. Con le ultime novità in materia di riforma fiscale i lavoratori potranno trovare, forse, giovamento poiché verrà revisionato nuovamente l’Irpef per accentuare il rispetto della progressività e ridurre le aliquote medie, partendo da quelle dei redditi medio-bassi, con il solo scopo di incentivare il mercato del lavoro, puntando su:

Inoltre, una nuova rivisitazione dell’Irpef avrebbe anche lo scopo di ridurre in maniera graduale le variazioni troppo marcate delle aliquote marginali effettive.

Riforma Fiscale, ecco come incide il taglio del cuneo fiscale nella Busta Paga dei lavoratori

Se ne parla da settimane, ma la decisione è sempre più vicina: un nuovo taglio del cuneo fiscale. Questa nuova riforma dovrebbe essere attuata a pieno con la Legge di Bilancio 2023, ma avrà una fase di rodaggio che partirà già con la pubblicazione del prossimo decreto-legge Aiuti, che dovrebbe arrivare entro fine luglio.

Il professor Draghi ha dichiarato che uno degli obiettivi principali del governo nei confronti dei lavoratori è quello di ridurre il carico fiscale, partendo proprio da chi percepisce i salari più bassi. A tal proposito, l’esecutivo sta lavorando per tagliare il costo del lavoro principalmente per coloro che hanno redditi medio bassi, entro i 35.000 €, ossia coloro che hanno beneficiato della famosissima indennità una tantum per lavoratori (e non solo) di 200€. 

Lo scopo è quello di permettere ai lavoratori italiani, nonché alle famiglie, di percepire all’incirca uno stipendio in più durante l’anno. Le modificazioni alla riforma fiscale dovrebbero diventare poi strutturali con la Legge di Bilancio 2023. Il nuovo taglio del cuneo fiscale potrebbe trovare applicazione in uno dei seguenti modi:

  • taglio del cuneo fiscale del 4% a partire da settembre 2022 fino a dicembre 2022 per chi ha redditi fino a 35.000 €, con aumenti in busta paga che andrebbero dai 50 ai 75 €
  • taglio del cuneo fiscale del 4%, per le stesse mensilità, ma per chi ha redditi inferiori, compresi tra i 15.000 e i 20.000 €.

La misura diverrebbe, poi, strutturale dal 1° gennaio 2023.

Ci sarà un salario minimo?

Sempre in tema lavoro, negli ultimi giorni si sta discutendo ampiamente del salario minimo. Governo, parti sociali e il Ministro del Lavoro Andrea Orlando si stanno confrontando per la norma sulla retribuzione minima per i lavoratori. Come ha spiegato anche il presidente del Consiglio dei ministri, non tutte le categorie di lavoratori risultano essere coperte da contratti collettivi; chi non è coperto vive nell’incertezza ed è estremamente vulnerabile.

L’esecutivo, infatti, vorrebbe agire proprio nell’interesse di questa categoria di lavoratori, muovendosi nella direzione della misura su salario minimo approvata in Commissione UE lo scorso giugno. C’è però da sottolineare che l’esecutivo interverrà principalmente sui lavoratori scoperti da contratti collettivi e non su tutte le categorie indistintamente.

Ciò sta a significare che non ci sarà un intervento per innalzare i minimi retributivi di tutti i lavoratori italiani, ma se un contratto collettivo nazionale dei lavori avrà dei salari minimi molto bassi la situazione in busta paga non sarà variata di molto.

Nuovo ok per il rinnovo dei contratti collettivi

L’esecutivo ha, poi, discusso assieme ai sindacati sui rinnovi dei contratti collettivi. Sull’argomento, il Premier ha dichiarato che la contrattazione collettiva e uno dei punti di forza del nostro modello industriale. Pertanto, non si può accettare che alcuni contratti siano scaduti da tre anni (altri addirittura da 9 anni); in questi ultimi mesi sono stati rinnovati alcuni contratti, come quelli del settore farmaceutico e chimico. Ora, è compito del governo rinnovare i contratti scaduti come quelli del commercio e relativi ai servizi.

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