Riforma pensioni 2024: le novità dal governo Meloni sulla Quota 41

Giorgia Meloni è pronta ad aprire alla Quota 41 per la riforma pensioni 2024: ecco tutte le novità dal governo.

Tiene banco in queste ore negli ambienti della politica il delicato argomento relativo alla riforma pensioni 2024. Giorgia Meloni è pronta all’apertura nei confronti della Quota 41, anche se il Presidente del Consiglio dei Ministri deve fare i conti con l’opposizione da parte dei sindacati. Ecco dunque tutte le novità relative alla questione.

La riforma pensioni 2024 e la Quota 41: le novità dal governo

Dagli ultimi incontri che si sono tenuti tra il governo e i sindacati è spuntata un’unica assoluta certezza: per la riforma pensioni ci sarà da attendere oltre il 2024 a causa del pochissimo tempo attualmente a disposizione per poter mettere a punto un qualsiasi tipo di progetto.

I tempi per realizzare concretamente la cancellazione totale della legge Fornero si allungano dunque inesorabilmente, anche se nel frattempo l’obiettivo è quello di riuscire a fare ricorso a delle misure che possano evitare un ritorno in vigore della riforma del governo Monti a partire dal prossimo primo gennaio. A tal proposito, il governo Meloni sta pensando in queste ore alla Quota 41: la strada verso tale soluzione sembrerebbe però al momento abbastanza tortuosa.

A causa del poco tempo a disposizione di cui detto poco sopra, l’unica opzione per il momento percorribile sembrerebbero consistere in una sorta di rinnovamento delle attuali norme dell’Ape sociale, dell’Opzione Donna e di Quota 103. Un’alternativa a quest’ultima misura potrebbe essere rappresentata proprio da Quota 41, che permetterebbe a chiunque indipendentemente dall’età di andare in pensione dopo 41 anni di contributi. Stando però ai calcoli della Ragioneria di Stato, i costi di tale provvedimento rischierebbero seriamente di compromettere l’intera stabilità del sistema pensionistico italiano.

Per questo motivo, il governo Meloni favorirebbe la Quota 41 ad un’unica condizione, ovvero solo in presenza di penalizzazione per abbattere i costi e con assegno calcolato con il metodo contributivo. Un elemento, questo, che ha trovato come ampiamente prevedibile una fortissima opposizione da parte dei sindacati e degli stessi lavoratori, che si ritroverebbero di fronte ad assegni ridotti anche del 20 o del 30%.

In ogni caso, nel biennio 2023-2024 la spesa per le pensioni andrà incontro ad un significativo incremento, salendo dal 15,6% del PIL fatto registrare per il 2022 al 16,2. Il tutto senza dimenticare il problema dell’inflazione. A far luce sulla reale entità delle risorse a disposizione vi sarà poi la nota di aggiornamento al Def che dovrà essere approvata entro la fine del mese di settembre.

Le altre questioni: da Quota 96 o 95 all’Opzione Donna

Altra questione al centro delle discussioni di questi ultimissimi giorni è quella di un ritorno della Quota 96 a 61 anni e con 35 anni di contributi per tutti coloro che svolgono lavori particolarmente gravosi. Si è parlato inoltre anche di un possibile abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni, il che porterebbe alla formazione di una Quota 95: una misura che porterebbe come conseguenza alla conferma dell’Ape sociale attualmente in scadenza il 31 dicembre 2023.

Ulteriori problemi da affrontare sono quelli riguardanti le donne, con Giorgia Meloni che desidera un nuovo intervento su Opzione Donna allo scopo di ampliare una platea ridottasi di molto in seguito alle modifiche che sono state effettuate con l’ultima legge di Bilancio. Nello specifico, un’idea sarebbe quella di introdurre un requisito di tipo anagrafico all’età di 60 anni indipendentemente dal tipo di lavoro o dal numero di figli.

Leggi anche: Come andare in pensione con pochi anni di contributi: le opzioni disponibili

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate