Chi dovrà abbandonare definitivamente lo smart working da aprile 2024 e tornare in ufficio

Chi deve tornare in ufficio da aprile 2024: ecco chi abbandonerà lo smart working e quali categorie ne sono esenti.

Il mondo del lavoro è in continua evoluzione e il concetto di smart working ne è un chiaro esempio. Con la legge di conversione del decreto Anticipi, si prospettano cambiamenti significativi per alcuni lavoratori a partire da aprile 2024.

Smart working: lo stato attuale e i cambiamenti previsti

Fino al 31 marzo 2024, il lavoro agile rimane un diritto per specifiche categorie nel settore privato, in particolare per i genitori di figli sotto i 14 anni e per i cosiddetti “lavoratori fragili”. Questi ultimi, individuati attraverso valutazioni mediche, sono considerati più vulnerabili al rischio di contrarre il Covid.

È importante sottolineare che questa disposizione esclude i dipendenti pubblici e i lavoratori affetti da determinate patologie croniche di grave entità. La decisione di non estendere il diritto allo smart working a queste categorie solleva interrogativi sull’equità e l’adattabilità delle politiche lavorative in risposta ai cambiamenti sociali e sanitari.

Focus sui genitori di figli under 14

La normativa corrente permette ai genitori lavoratori del settore privato con figli under 14 di usufruire del lavoro agile. Questo diritto si attiva solo se il lavoro è compatibile con le attività svolte e se non si beneficia già di ammortizzatori sociali. La proroga al 31 marzo 2024 estende questa possibilità, ma solleva alcune questioni importanti riguardo la sua applicazione e la finalità del lavoro agile.

L’evoluzione dello smart working nel tempo

Inizialmente introdotto come misura di emergenza durante la pandemia, lo smart working si sta sempre più normalizzando. Le proroghe successive, anche in periodi non legati all’emergenza sanitaria, indicano una tendenza verso l’adozione permanente di questa modalità lavorativa. Ciò pone domande fondamentali sulla vera natura dello smart working e sulla sua evoluzione da strumento temporaneo a parte integrante dell’organizzazione lavorativa.

Lo smart working, definito dalla legge n. 81/2017, era pensato come un nuovo modello organizzativo, non legato alla presenza fisica in ufficio ma focalizzato sui risultati. Questa visione, combinata con la tutela delle esigenze personali dei lavoratori, suggerisce un approccio più flessibile e bilanciato tra vita professionale e personale.

Chi può rimanere in smart working: proroga per i lavoratori fragili

La categoria dei lavoratori fragili, a rischio per condizioni di salute legate al Covid, beneficia anch’essa della proroga al lavoro agile. La valutazione di questa necessità è lasciata al medico competente, che considera vari fattori di rischio. Tuttavia, questa proroga non include ancora i dipendenti pubblici e i lavoratori con patologie croniche gravi.

La proroga solleva interrogativi sull’effettiva necessità di mantenere lo smart working come diritto legato all’emergenza sanitaria. Inoltre, si pone la questione di come questo strumento possa essere integrato in modo più strutturato e equilibrato nelle organizzazioni lavorative.

Di fronte a questa evoluzione, appare necessaria una riflessione approfondita da parte del legislatore sul ruolo dello smart working nel panorama lavorativo attuale. In particolare, sarebbe opportuno considerare l’adeguamento della normativa per rispecchiare le nuove realtà lavorative e le esigenze dei lavoratori.

Verso una nuova era del lavoro

L’aprile 2024 segna un momento importante per lo smart working in Italia. Mentre alcune categorie di lavoratori dovranno adeguarsi ai cambiamenti e potenzialmente tornare in ufficio, per altri la modalità di lavoro agile potrebbe diventare una caratteristica permanente del loro ambiente lavorativo.

Questa transizione richiede un’attenta riflessione e adattamento da parte di datori di lavoro, lavoratori e legislatori, al fine di trovare il giusto equilibrio tra flessibilità, produttività e benessere dei lavoratori.

Roberta Luprano
Roberta Luprano
Copywriter, classe 1995. Creativa e sempre a caccia di nuove cose da imparare che stimolino la mia innata curiosità, ho iniziato la mia carriera con il diploma di Perito Informatico, in quanto da sempre appassionata di tecnologia e social media. Successivamente ho proseguito la mia formazione in ambito di Copywriting e Social Media Marketing che mi ha poi permesso di lavorare per imprese, startup e small business in diversi settori. In parallelo, ho approfondito la mia passione per i libri e il mondo editoriale, formandomi e lavorando anche come curatrice editoriale per agenzie letterarie e case editrici. Motto: I grandi cambiamenti partono dalle semplici parole.
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