Tra aumenti, arretrati e novità, cerchiamo di capire di quanto dovrebbe aumentare la busta paga dei docenti nel 2024. Con la premessa che si tratta ovviamente di stime generiche, considerato che concorrono vari elementi a determinarle, prima tra tutte la qualifica contrattuale ricoperta. Esaminiamo dunque quali i fattori che porteranno a un aumento delle busta paga del personale docente e ATA nel 2024 con una stima generica della somma media che si potrebbe percepire in più mensilmente.
Stipendio docenti 2024: il rinnovo del Contratto Collettivo
Innanzitutto, ovviamente, sono da considerare gli aumenti relativi al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Dal 18 gennaio stato definitivamente firmato il Contratto relativo al biennio 2019/2021, che aggiorna le condizioni economiche non confermate precedentemente. Considerato che è stato (finalmente) definitivamente firmato lo scorso 18 gennaio, è troppo presto per vedere gli aumenti previsti già nel cedolino di febbraio 2024. Tra le novità del Contratto si segnala l’aumento dell’RPD (retribuzione professionale docenti) e del CIA (compenso individuale accessorio). Per quanto riguarda i Docenti e ATA in servizio nel 2022/23, arriva “una tantum” di 63 e 44 euro.
L’indennità di vacanza contrattuale
Altra voce che può incidere in positivo sulla busta paga dei docenti è l’indennità di vacanza contrattuale. Si tratta di una misura – prevista dal decreto n.145 ottobre 2023, in merito alla scadenza dei CCNL dei dipendenti pubblici – che va fondamentalmente a coprire la “vacanza”, ossia il “vuoto contrattuale” che decorre dalla scadenza del contratto collettivo al nuovo. Va determinata soprattutto in relazione al tasso di inflazione e come sappiamo, questo tasso è stato piuttosto alto nell’ultimo periodo . L’ammontare varia a seconda delle ritenute delle aliquote Irpef quindi non si può fare un calcolo specifico. Da notare che quando sarà firmato il Contratto 2022/24 sarà riassorbita.
Taglio del cuneo fiscale
Anche il taglio del cuneo fiscale interesserà i docenti e il personale ATA. Come abbiamo ampiamente trattato in precedenza, l’esonero contributivo prevede una riduzione del 6% per coloro la cui retribuzione imponibile non supera i 2.692 euro mensili (35.000 euro annui lordi). Il taglio sale al 7% per coloro che percepiscono un reddito non superiore a 1.923 euro al mese (25.000 euro annui lordi). Occorre precisare che la retribuzione imponibile è calcolata su una base mensile, considerando tredici mensilità e l’esonero non influisce sul calcolo della tredicesima.
Riforma aliquote Irpef
Altra riforma del governo Meloni che inciderà sulla busta paga dei lavoratori dipendenti e, in questo caso, degli insegnanti e del personale ATA, è la rimodulazione delle aliquote Irpef che prenderà il via nel 2024. Come abbiamo già specificato nei nostri precedenti articoli, il 23% si applica fino a 28.000 euro, da 28.000 a 50.000 il 35% e oltre 50.000 il 43%. A beneficiarne saranno coloro che guadagnano tra i 15.001 euro e i 28.000, un range di retribuzione annua che potrebbe interessare numerosi lavoratori dipendenti del comparto scolastico.
In base a un calcolo approssimativo, si stima che tra esonero contributivo e rimodulazione delle aliquote Irpef, un lavoratore dipendente che guadagna circa 27.500 euro al mese, potrebbe trovare un aumento mensile in busta paga di 110 euro in più al mese.