Presto una “Apocalisse nucleare”: cosa significano le parole di Medvedev e chi è a rischio

Medvedev minaccia il mondo con uno scenario spaventoso ma probabile: un'apocalisse nucleare. Ecco le sue parole.

L’idea di una guerra nucleare ha sempre spaventato il mondo intero da quando nel febbraio 2022 è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina. Questa volta, però, Medvedev, presidente del Consiglio di Sicurezza russo, terrorizza tutti azzardando due parole: “Apocalisse nucleare“. Ma quali sono le possibilità che questo possa accadere?

Presto una “Apocalisse nucleare”: cosa significano le parole di Medvedev e chi è a rischio

Purtroppo, sebbene siano allarmistiche le previsioni del fedelissimo uomo di Valdimir Putin, le probabilità che possa scoppiare una guerra nucleare sono alte in quanto la Russia, parlando di armamenti nucleari, non ha rivali e ha più volte annunciato di non avere il timore di ricorrere all’utilizzo di queste armi.

Questa volta Medvedev, sul suo canale Telegram, è stato molto esplicito e ha dichiarato:

Un’apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile.

Poi è entrato nello specifico:

Ci sono almeno due ragioni. Primo, il mondo è in uno scontro molto peggiore che durante la crisi dei Caraibi, perché i nostri nemici hanno deciso di sconfiggere davvero la più grande potenza nucleare, la Russia. Sono degli idioti squattrinati ma è proprio così.

Medvedev ha anche lanciato una provocazione ricordando a tutti che in passato sono stati proprio gli Stati Uniti d’America ad utilizzare la bomba atomica, durante la seconda guerra mondiale, per costringere il Giappone alla resa dopo l’attacco a Pearl Harbor.

Per evitare questi tragici scenari, come aveva specificato anche in un suo articolo scritto per il quotidiano russo Rossiyskaya Gazeta, basterebbe desistere dalla volontà di portare l’Ucraina nella NATO.

Semplici minacce o possibili azioni concrete? Facciamo il punto della situazione

Medvedev, per chi non lo sapesse, citando la crisi dei Caraibi che ha a che fare con l’isola di Cuba, ha fatto dei richiami alla guerra fredda.

Nel 1962 le tensioni tra l’ex Unione Sovietica e gli USA stavano per sfociare in un conflitto di portata mondiale che avrebbe visto l’impiego di armi nucleari.

La diplomazia, negli anni di guerra fredda, ha sempre impedito una guerra diretta tra la due potenze mondiali (anche se esse hanno combattuto per procura in molti Stati tra l’Africa e l’Asia).

Citare la crisi missilistica di Cuba potrebbe far pensare a molti analisti, storici o semplici osservatori esterni, che quelle di Medvedev sono solo minacce in pieno stile guerra fredda. Secondo queste teorie, dunque, la Russia non dovrebbe arrivare ad utilizzare armi nucleari.

È anche vero, però, che i tempi sono cambiati e come aveva già affermato Medvedev, la situazione in Ucraina è molto più tragica rispetto a quella che c’era a Cuba negli anni ’60 in quanto oggi è in corso un vero e proprio conflitto nel Paese europeo.

Le parole di Medvedev, quindi, dovrebbero essere prese molto sul serio ed analizzate con attenzione perché i presupposti per un attacco nucleare russo ci sono tutti e questi avrebbero effetti devastanti non solo per l’Ucraina ma anche per tutti gli altri Paesi coinvolti direttamente o indirettamente nel conflitto.

Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
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