Autonomia Differenziata, Riforma Calderoli al via: ecco i pro e i contro

Autonomia Differenziata: col via libera in consiglio dei ministri, Riforma Calderoli ai nastri di partenza. Ecco i pro e i contro.

Nella riunione dello scorso 2 febbraio il Consiglio dei ministri ha approvato il Disegno di Legge sull’Autonomia differenziata. Un progetto presentato dal ministro delle Autonomie Roberto Calederoli e molto caro alla Lega.

Si tratta del primo passaggio di una lunga serie di appuntamenti per arrivare alla sua approvazione definitiva.

Il calendario prevede, nelle intenzioni del ministro Calderoli, di arrivare a fine anno con l’approvazione definitiva dando poi il via libera dal 2024 alle varie intese tra lo Stato centrale e le Regioni che intendono chiedere maggiori autonomie. Intanto vediamo cosa si intende per autonomia differenziata e quali sono i principali motivi di chi è a favore e di chi è contro.

Autonomia Differenziata, intanto che cosa è?

L’autonomia differenziata è il riconoscimento da parte dello Stato del potere di una singola Regione a statuto ordinario di avere un’autonomia legislativa su materie che sono oggi di competenza concorrente con lo Stato o anche su materie che oggi sono di competenza esclusiva dello Stato.

Si instaurerebbe un sistema in base al quale le Regioni potrebbero avere anche possibilità di trattenere il gettito fiscale che non sarebbe più distribuito su base nazionale.

Tra gli ambiti principali in cui si potrebbe avere questa possibilità aggiuntiva per le regioni ci sono anche scuola e istruzione, tutela della salute, trasporti e gestione delle imposte, previdenza.

Autonomia differenziata, la battaglia del centrodestra a favore: ”Avremo un treno ad alta velocità”

Si tratta, parlando di Autonomia differenziata, di una battaglia storica della Lega. Una battaglia che ora è stata fatta propria da tutto l’esecutivo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni.

Per chi ne sostiene le ragioni a favore come ad esempio la Lega si tratta di una riforma che consente di eliminare gli squilibri economici e sociali. ”Meno burocrazia, meno costi, più velocità ed efficienza.

“Un’importante occasione per costruire un’Italia più unita e coesa”, sono state le parole della premier Giorgia Meloni.

Per il ministro Roberto Calderoli

con l’autonomia differenziata il treno Italia potrà finalmente correre. C’è chi farà da traino e chi potrà accelerare, nessuno perderà nulla e tutti potranno sviluppare le proprie potenzialità. L’Italia è un treno che può correre se ci sono Regioni che fanno da traino e altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. mi auguro che ad inizio del 2024 inizieremo a esaminare le proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni.

Spetterà al buon senso e alla saggezza delle Regioni – continua Calderoli – fare richieste e con altrettanta saggezza e buon senso risponderà il governo dopo aver ascoltato il Parlamento. Il numero di materie da devolvere spetterà alla volontà delle regioni di richiederle, alla volontà del governo di rispondere e del Parlamento che approva a maggioranza assoluta l’intesa“.

“Abbiamo un treno che è l’Italia – conclude il ministro – e se rallenta un vagone, rallenta tutto il treno e con l’Autonomia avremo un treno ad alta velocità“.

Autonomia Differenziata, le ragioni di chi è a favore

Di fatto chi è a favore dell’autonomia differenziata, sostiene che “trattenere la gran parte del gettito fiscale si traduca automaticamente in una maggiore efficienza nella fornitura di servizi per i propri cittadini“.

Su questa posizione sono ad esempio i governatori delle grandi regioni del Nord tutti e tre del centrodestra. Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, Attilio Fontana presidente della Regione Lombardia e Luca Zaia presidente della Regione Veneto.

Sulla base del seguente concetto: “Più stretto è il rapporto tra chi spende e i beneficiari, più la spesa è efficace e ci sono meno sprechi”.

Ci sarebbe maggiore conoscenza del territorio e quindi maggiore efficienza nel realizzare ad esempio infrastrutture necessarie. E l’esempio può essere ripetuto per ogni altro ambito.

Autonomia differenziata, le ragioni di chi è contrario

Sostanzialmente chi sostiene posizioni di tenore contrario all’Autonomia Differenziata contesta il principio perché “si andrà di fatto ad aumentare il divario già esistente tra il Nord del paese e il Sud”.

Contrarie al progetto di Autonomia Differenziata sono tutte e tre le forze di opposizione al Governo Meloni. Ovvero il centrosinistra con il Partito Democratico in testa, il Movimento 5 Stelle e il Terzo Polo Azione-Italia Viva.

Hanno espresso la loro contrarietà anche diversi Governatori del centrosinistra come il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini che è anche tra i candidati per la guida del Pd alle primarie del 26 febbraio.

Chi è contrario afferma sostanzialmente come l’autonomia differenziata comporti necessariamente una sottrazione di risorse alla collettività nazionale e la disarticolazione di servizi e infrastrutture nel mondo dei trasporti energia, sanità, istruzione, che per funzionare devono avere una struttura unitaria nel paese. E le differenze interne alle stesse regioni andrebbero a premiare quelle più ricche e meglio organizzate.

Un’altra teoria di chi è contrario afferma che se avviene una sottrazione del gettito fiscale alla redistribuzione su tutti i territori si violerebbe poi il principio di solidarietà economica e sociale contenuto in Costituzione.

Infine chi è contrario esprime dubbi sul fatto che questa frammentazione delle competenze migliorerà l’efficienza dei servizi.

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