Caro bollette, l’Antitrust insorge: queste società energetiche modificavano i prezzi

Per tutelare i consumatori dal caro bollette, l'Antitrust è insorta contro queste società energetiche, che modificavano i prezzi a piacimento. Ecco quali sono

In tempi di caro bollette, in genere passare al mercato libero conviene, anche perché fanno prezzi e proposte decisamente più ottimali rispetto all’attuale mercato tutelato, prossimo alla chiusura.

Non è il caso dell’ultima istruttoria dell’Antitrust, che ha segnalato alcune società energetiche per via di un loro trattamento “irregolare” nei confronti della propria clientela.

E per “irregolari” si intende una modifica unilaterale del prezzo di fornitura previsto dal contratto, andando in contrasto anche con quello promozionale previsto per i nuovi clienti.

Oltre a queste società, l’Antitrust ha provveduto a richiedere informazioni anche ad altre società, per comportamenti non consoni rispetto alle attuali regolamentazioni.

E’ una situazione incandescente, e che non potrà che peggiorare nel corso del tempo, a causa del caro bollette che sta investendo l’Italia. E non si parla solo di famiglie e imprese: anche le società stesse rischiano di andare in bancarotta.

Caro bollette, l’Antitrust insorge: queste società energetiche modificavano i prezzi

Come riportato da Repubblica, l’Antitrust ha fatto scattare quattro procedimenti istruttori nei confronti di queste società energetiche:

  • Iren,
  • Iberdrola,
  • E.ON,
  • Dolomiti.

Per proteggere le famiglie dal caro bollette, il Governo Draghi aveva varato col Decreto Aiuti Bis una norma che sospende fino al 30 aprile 2023 tutte le clausole contrattuali che prevedono la modifica unilaterale del prezzo di fornitura.

Tali modifiche possono essere valide solo se perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto stesso, ovvero il 9 agosto 2022.

Non è il nostro caso. 

Prendendo ad esempio Iberdrola e Dolomiti, queste avevano diffuso nei propri messaggi promozionali un prezzo che, nelle comunicazioni successive, non è stato rispettato, a causa dell’aumento del prezzo del gas naturale. Un tipo di fonte energetica che non era prevista nel contratto, dato che promuovevano contratti la cui energia proverrebbe solo da fonti rinnovabili.

Nel caso di E.ON invece è stata presentata al cliente la risoluzione del contratto di fornitura “per eccessiva onerosità sopravvenuta“. Ovvero che, sempre a causa del caro bollette e dell’aumento del prezzo del gas, l’azienda non poteva più garantire tali prezzi. Quindi si doveva procedere alla rescissione del contratto. O, in alternativa, ad uno nuovo, con condizioni economiche peggiori.

Nel caso di Iren, è stata comunicata ai clienti la scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso, con la stessa identica dinamica: o rescissione del contratto, o l’accettazione unilaterale di un nuovo tariffario, peggiore del precedente.

Per tutte queste, si dovrà attendere l’esercizio del diritto di difesa, cioè che e aziende accusate possano difendere il proprio operato, giustificato dal caro bollette odierno. Alla fine di questo periodo, l’Antitrust deciderà se procedere ad eventuali provvedimenti cautelari.

Caro bollette, l’Antitrust chiede informazioni anche a queste altre società

Con questo caro bollette per tutti si prospetta una situazione sempre più difficile, se il nuovo Governo non provvederà ad adottare misure che riducano il peso delle bollette per famiglie e imprese.

Già col Decreto Aiuti bis, il Governo uscente ha impedito che le compagnie energetiche adeguassero immediatamente il prezzo ai continui slittamenti del prezzo del gas al megawattora, passato da fine agosto ad oggi da 330 euro al MWh a quasi 110 euro al MWh.

Davanti a queste segnalazioni, l‘Antitrust ha voluto vederci chiaro anche su altre società energetiche, chiedendo informazioni a ben 25 compagnie energetiche, tra cui le nazionali Eni Plenitude, Enel Energia e Sorgenia.

Tutte queste società dovranno inviare all’Antitrust la copia di eventuali comunicazioni contra legem, tutte quelle partire dal 1 maggio 2022, e che riguardino eventuali modifiche unilaterali: sempre su:

  • condizioni economiche di fornitura,
  • rinegoziazione/sostituzione/aggiornamento applicate dopo il 10 agosto 2022.

Non c’è in questo caso l’accusa. Si tratta solo un controllo preventivo, per capire se altre compagnie hanno agito allo stesso modo delle quattro sopraccitate. 

Perché in questo caso, finché sono alcune a non rispettare la legge, è un conto. Ma se sono in molte a non farlo, allora c’è un problema alla base.

Caro Bollette, l’Antitrust insorge, ma le società energetiche sono a rischio

Il caro bollette non danneggerà solo le famiglie o le imprese, ma anche le stesse società energetiche

Come tutte le aziende con un servizio di intermediazione tra un fornitore e un cliente, anche le compagnie devono acquistare un prodotto ad un certo prezzo, e poi rivenderlo ad un altro, aggiungendo costi di servizio, manutenzione, oneri e anche la propria percentuale di guadagno legittima.

Se però si compra l’energia ad un prezzo alto e vuoi vendere ad uno basso, rischi di andare in fallimento in tempi brevi.

Non si vuole di certo legittimare questi cambi repentini di tariffario, totalmente illegali, né tantomeno la mossa dell’Antitrust. Ma azioni del genere sono spia di una situazione che potrebbe creare non pochi problemi, soprattutto per le piccole compagnie energetiche.

E’ uno dei contro nell’avere un contratto con una società del mercato libero. In genere le compagnie nazionali, specie quelle grandi, possono resistere ad un caro bollette come questo, ma quelle emergenti, se non hanno le spalle coperte, possono andare in bancarotta.

E se si ha un contratto da mercato libero con una di queste, scatta il passaggio immediato ad un contratto da mercato a tutele graduali, generalmente meno conveniente rispetto ad uno standard.

In pratica, grazie al caro bollette, avremo il fallimento di tutto il sistema produttivo, rifornimento energetico compreso.

Leggi anche: Gli italiani cominciano a non pagare le bollette

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