Case green, quali sono gli edifici esclusi dall’obbligo di ristrutturazione

Case green, gli Stati membri potrebbero essere liberi di prevedere un’esenzione per alcuni immobili dall’obbligo di ristrutturazione. Edifici esclusi.

Case green, secondo quanto contenuto nell’ultima versione del documento sulla riforma, gli Stati membri potrebbero essere liberi di prevedere un’esenzione dall’obbligo di ristrutturazione per alcuni immobili.

La nuova direttiva Europea ha ricevuto la prima approvazione il 3 febbraio 2023, ma ancor prima di questa data aveva già suscitato perplessità e polemiche in Italia.

Gli obiettivi da raggiungere comprendono il passaggio dalla classe energetica F alla E entro 2030 e quello dalla E alla D entro il 2033.

Ma, come spesso è stato evidenziato anche dai nostri politici, il 76% del patrimonio immobiliare nel nostro Paese non risulterebbe a norma e dovrebbe essere ristrutturato.

Molti sono i cittadini che dovranno effettuare lavori di diverso tipo, tra coibentazione della casa, ammodernamento delle caldaie, sostituzione infissi ecc.

Tuttavia, potrebbero esserci delle eccezioni. Gli Stati membri, infatti, avrebbero la possibilità di prevedere un’esenzione per alcune tipologie di immobili.

È importante, quindi, sapere cosa rientrerà nell’elenco degli edifici esclusi dall’obbligo di ristrutturazione.

Case green, quali gli effetti e i problemi nel nostro Paese

Il fatto che alcuni edifici possano essere esclusi dall’obbligo di ristrutturazione fa tirare un sospiro di sollievo, ma si tratta di poche eccezioni.

In linea generale, considerando che la maggior parte del patrimonio immobiliare italiano non è a norma, molti sono i proprietari che dovranno affrontare le spese per la ristrutturazione.

Un salto di ben 3 classi significherebbe spendere cifre ingenti per effettuare gli interventi che permettono di arrivare a prestazioni energetiche con basso impatto ambientale.

In questo approfondimento, inoltre, abbiamo messo in evidenza i quattro principali interventi da effettuare.

Il quadro, però, potrebbe essere meno nero di quanto paventato. La normativa prevede pur sempre delle eccezioni, immobili che non dovranno sottostare all’obbligo di ristrutturazione.

In linea generale, ogni Stato potrà decidere di derogare qualora si dovessero presentare problemi tecnici o economici oppure per mancanza di forza lavoro qualificata.

Case green, quali sono gli edifici esclusi

Ma vediamo, allora, quali sono gli edifici esclusi dall’obbligo previsto dalla nuova normativa Ue.

È chiaro che non si tratti di un elenco finito o definitivo, dal momento che la direttiva sulle case green si avvicina alla data del nuovo voto da parte dell’assemblea plenaria, previsto per marzo.

In ogni caso, però, è possibile cominciare a farsi un’idea di quali saranno gli immobili esonerati.

Alcune deroghe sono totali, altre parziali, ma in linea di massima ci sarà una maggiore flessibilità e la possibilità, da parte degli Stati membri, di decidere di esonerare alcune tipologie di edifici dall’obbligo di ristrutturazione.

In particolare, nella lista dovrebbero rientrare gli immobili storici o dal particolare valore architettonico, il che significa che probabilmente i centri storici delle città potrebbero non essere toccati dalla nuova normativa.

Con particolare riferimento agli immobili di particolare valore architettonico, con questi si identificano, per esempio, quelli che sono riconosciuti di valore per alcune caratteristiche come l’epoca di costruzione, grado di integrazione con il paesaggio o di interesse storico.

Rientrano tra gli edifici esclusi anche gli immobili collocati in aree protette, gli edifici di culto, ma anche le strutture considerate temporanee, per esempio gli uffici di cantiere o gli stabilimenti balneari.

Case green, tra gli edifici esclusi anche le seconde case

Una buona notizia è anche quella che farà tirare un sospiro di sollievo ai proprietari di seconde case.

Nell’elenco degli immobili che non dovranno rispettare l’obbligo impartito dalla nuova normativa Ue, infatti, potrebbero rientrare tutte quelle case che vengono utilizzate per meno di 4 mesi all’anno o per periodi limitati e che consumano meno del 25% del consumo che verrebbe prodotto nell’arco di tutto l’anno.

In sostanza, si fa riferimento alle case vacanze, per esempio, utilizzate solo per pochi mesi e, dunque, con consumo energetico basso.

In generale, però, l’esenzione potrebbe coinvolgere le seconde case degli italiani che rappresentano una buona fetta del patrimonio immobiliare del nostro Paese. Basti pensare che sono circa 5,5 milioni di abitazioni.

A rientrate nella lista degli immobili esclusi potrebbero esserci anche le abitazioni con superficie inferiore a 50 metri quadri.

Case green, chi dovrà pagare i lavori per gli altri immobili che non rientrano negli edifici esclusi

Come abbiamo visto, la nuova normativa sulle case green permette di godere di una certa flessibilità. La possibilità di definire delle condizioni per le quali non tutti gli edifici dovranno essere oggetto di ristrutturazione potrà far risparmiare non pochi soldi a cittadino e Stato.

Ma, in effetti, per tutti gli altri edifici, chi dovrà pagare i lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico?

In linea generale, in Italia sono già richiedibili incentivi come Ecobonus e Superbonus, ma gli interventi utili potranno anche essere finanziati da un fondo europeo, chiamato Energy Performance Renovation Fund, dedicato proprio agli interventi legati alla normativa sulle case green.

 

 

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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