Il disegno di legge attualmente all’esame del Consiglio dei ministri si propone di affrontare questa questione, introducendo nuove misure volte a garantire una maggiore trasparenza e responsabilità nelle raccolte fondi a fini benefici.
Gli obblighi chiave del Disegno di legge
Una delle disposizioni fondamentali del disegno di legge riguarda l’obbligo per i produttori e i professionisti di fornire informazioni chiare e dettagliate sulle confezioni dei beni commercializzati a fini benefici. Queste informazioni devono includere il soggetto destinatario dei fondi raccolti, la finalità della campagna e l’importo o la percentuale del prezzo di vendita da destinare in beneficenza. Inoltre, i produttori e i professionisti sono tenuti a comunicare all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) i dettagli relativi ai termini di pagamento e di versamento dei fondi ai beneficiari.
Le sanzioni: un conto salatissimo
La violazione di tali obblighi comporta sanzioni amministrative significative, che vanno da 5.000 a 50.000 euro. L’Agcm è incaricata di pubblicare i provvedimenti sanzionatori sia sul proprio sito istituzionale che su quello del produttore o del professionista in questione, al fine di informare i consumatori sulla mancanza di affidabilità di tali soggetti nelle campagne promozionali legate a donazioni per cause sociali.
Le criticità da affrontare
Nonostante l’intento meritevole del disegno di legge, alcune criticità restano da risolvere. Ad esempio, sembra che gli enti del Terzo settore “produttivi”, come le imprese sociali e le cooperative sociali, siano inclusi tra i soggetti soggetti ai nuovi adempimenti. Queste realtà sono già soggette a precisi obblighi di trasparenza imposti dalle linee guida ministeriali, e duplicare tali adempimenti potrebbe risultare eccessivamente oneroso e disincentivante per il settore.
La proporzionalità degli adempimenti
Un’altra questione importante è la proporzionalità degli adempimenti previsti dal disegno di legge. Potrebbe essere opportuno considerare deroghe agli obblighi per le piccole imprese e le iniziative a carattere locale, soprattutto se tali donazioni sono destinate a enti del terzo settore già soggetti a regolamenti rigorosi in materia di trasparenza.
Ferragni: “giusto così”
Dopo l’approvazione del disegno di legge, una dichiarazione inaspettata è giunta direttamente da Chiara Ferragni, con una certa sorpresa da parte dell’opinione pubblica. La celebre influencer ha espresso la sua soddisfazione per l’azione rapida del governo nel colmare un vuoto normativo. Ferragni ha sottolineato l’importanza di regolamentare in modo chiaro le attività di beneficenza associate alle iniziative commerciali, evidenziando l’esperienza che l’ha coinvolta personalmente.
Le sue dichiarazioni sono intervenute in un momento cruciale, considerando che la stessa Ferragni è coinvolta in un procedimento legale per presunte irregolarità legate a iniziative di beneficenza. L’influencer è attualmente indagata per truffa aggravata da minorata difesa, non solo per il caso del pandoro Balocco, ma anche per altre due operazioni. Questa iniziativa legislativa sembra offrire una sorta di soluzione a problemi che sono emersi proprio a causa di mancanze normative precedenti, permettendo un maggiore chiarimento delle regole e riducendo il rischio di interpretazioni ambigue o azioni illegali.
È evidente che le parole di Ferragni siano inserite in un contesto difensivo, dove l’influencer cerca di dimostrare la sua buona fede e la sua volontà di operare in piena trasparenza. La sua dichiarazione sottolinea il valore del nuovo disegno di legge nel prevenire non solo errori, ma anche il rischio che potenziali benefattori possano essere scoraggiati dall’idea di impegnarsi in attività di beneficenza per timore di essere accusati di comportamenti illeciti. La nota di Ferragni riflette quindi una consapevolezza dell’importanza di norme chiare e trasparenti nel garantire la correttezza e l’integrità delle iniziative benefiche.
Le nuove misure proposte rappresentano un passo importante verso una maggiore trasparenza e responsabilità nelle raccolte fondi a fini benefici. Tuttavia, è essenziale valutare attentamente le criticità emerse e garantire che le disposizioni siano proporzionate e non disincentivino le iniziative di utilità sociale, soprattutto da parte delle piccole imprese e delle realtà locali. Solo così si potrà assicurare un equilibrio tra la tutela dei consumatori e il sostegno alle iniziative di beneficenza.
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