Guerra Russia-Ucraina, sarà lunga! I nuovi piani di Putin

La guerra della Russia e dell'Ucraina necessita di un piano C da parte di Putin, perchè tutti gli obiettivi minimi ad oggi sono stati mancati clamorosamente.

“La Russia ha dovuto rivedere la sua strategia di guerra, perchè ha già mancato gli obiettivi minimi. Volevano far cadere Zelensky e non ci sono riusciti.”

questo ha dichiarato il presidente degli Stati uniti Joe Biden, come riportato su tg24.sky.it, aggiungendo che il suo Paese non intende abbandonare l’Ucraina ma anzi, vuole sostenerla a livello economico e bellico.

Tutto questo zelo da parte degli Stati uniti nella fornitura di armi sempre più sofisticate però, nasconde l’insidia che la guerra tra Mosca e Kiev diventi una guerra per procura, come ho spiegato qui in un mio articolo precedente.

Biden ha spiegato come il conflitto sia ancora ben lontano dalla sua risoluzione, e come intendere procedere il governo USA. 

In merito alle sanzioni, il presidente ha specificato che tutti i movimenti effettuati da istituti di credito russi sono attualmente congelati negli States, impedendo anche di prelevare nelle filiali. 

Inoltre è attesa l’approvazione di un progetto legislativo per vanificare ogni tentativo di investimento negli USA da parte dei russi, mentre le aziende hanno già lasciato ogni affare a Mosca.

In effetti, lo stesso Putin sta escogitando un piano C, dopo aver visto cadere i propositi del piano A e B.

Il proposito principale di Mosca era effettivamente quello individuato da Biden, ovvero quello di ribaltare il governo e prendersi Kiev con un conflitto intenso quanto breve.

Lo zar è un uomo ambizioso, consapevole della sua fama e delle sue passate vittorie contro la Cecenia e la Siria, per dirne giusto un paio.

Incoraggiato dal successo delle operazioni passate in Crimea, Putin si era fatto l’idea di una guerra lampo con minima spesa e massima resa.

Mai si sarebbe aspettato una resistenza così forte e coriacea come quella messa in campo da Kiev.

Quindi, dopo aver visto il governo di Zelensky diventare sempre più coeso, aver dovuto rinunciare a Kiev, a Mariupol e a Odessa, l’autocrate ora dovrà dovrà elaborare una terza strategia.

Un po’ di pulizia nel Cremlino è già stata fatta: tutti i generali e i collaboratori più stretti, rei di averlo consigliato male, sono già saltati.

Sono stati demansionati o allontanati dalle decisioni principali, nei casi migliori.

Sono stati cacciati o fatti sparire in quelli peggiori.

C’è molta preoccupazione verso le sue prossime mosse, nell’ambito dei servizi segreti.

“Lo zar starebbe architettando un ricatto all’insegna della ferocia per piegare Kiev e obbligarla ad arrendersi. Potrebbe avvalersi di sanguinari mercenari tagliagole per sfinire ancora di più la popolazione e distruggerla.”

leggiamo, non senza raccapriccio, sulle pagine di ilmattino.it

Il pensiero che i civili in Ucraina vengano vessati maggiormente e torturati senza ritegno, getta nell’orrore e nell’angoscia il mondo intero.

Anche la reazione dell’ONU, dopo il Consiglio di Sicurezza della settimana scorsa, dove è intervenuto il presidente ucraino Zelensky in una delle sue consuete videoconferenze, ha mostrato toni di grande preoccupazione.

“L’Onu è destinato a dissolversi? Con il genocidio di Bucha il concetto di Ordine Mondiale sarà stravolto completamente. Quell’orrenda tragedia è il punto di crisi dopo il quale niente sarà più come prima.”

leggiamo su quifinanza.it

Guerra Russia-Ucraina: ecco i nuovi territori ambiti da Putin

“È un bordello”, proferisce con schiettezza Serghej Markov, fedelissimo che sussurra nelle orecchie di Putin. Mosca era convinta che i militari ucraini si sarebbero coalizzati con le truppe russe ma non lo hanno fatto. I piani sono sfumati. E non abbiamo il controllo sui nuovi territori occupati.”

queste le esternazioni di Serghej Markov, come riportate su huffingtonpost.it

Che seguono insinuazioni più sinistre, che alludono anche a un probabile assassinio di Zelensky tra i progetti dello zar.

La strategia bellica del Cremlino fa acqua da tutte le parti?

Per il momento si: hanno portato avanti un conflitto gravoso, vergognoso, dispendioso e privo di risultati apprezzabili.

Come intende muoversi lo zar adesso?

Per rispondere a questa domanda, ci viene in aiuto l’analisi geopolitica di Marta Dassù, vice ministro degli Affari Esteri e precedentemente Direttore Generale per le Attività Internazionali di Aspen Institute.

La Russia, dopo 42 giorni di guerra, ha rinunciato a Kiev, si è ritirata lasciandosi alle spalle gli orrori commessi dalle sue truppe e tenta ora un’offensiva nella zona sud est, una mezzaluna da Kharkiv fino al Mare di Azov.

La NATO reagisce, ci ricorda Marta Dassù, citando il Consiglio Esteri degli scori giorni. 

Cerca di riguadagnare terreno su quella che gli esperti definiscono “escalation dominance“: lo fa dando dei segnali più forti di quanto fatto fino ad ora.

L’idea è quella di aiutare l’Ucraina a resistere fino alla fine senza entrare direttamente nella lotta, è per questo che l’invio di caccia e droni da parte degli USA è un problema tanto delicato.

Da un lato si temono gli effetti di una guerra per procura dove gli States darebbero l’impressione di delegare un conflitto che li riguarda alle truppe ucraine da loro attrezzate.

Dall’altro lato mettere in campo gli erei nella difesa ucraina significherebbe sancire l’aumento dell’escalation di violenza che potrebbe allargare il conflitto.

Guerra Russia-Ucraina: continuerà. Ecco quali saranno le prossime mosse di Putin

Anche se si arrivasse a un compromesso sui famosi territori contesi, ovvero le repubbliche autoproclamate, separatiste e russofone, secondo Marta Dassù, si manterrebbe una sorta di “conflitto congelato.”

Ovvero, una situazione ibrida in cui cessate il fuoco temporanei si alterneranno al proseguimento della lotta militare sul campo.

Le domande in merito sono tante: c’è stato un fallimento nel tentativo di creare una via d’uscita diplomatica per Putin?

Lo zar non vuole alcuna via d’uscita?

Per il momento, la strategia propagandistica di Putin è stata soprattutto quella di far credere ai russi che questa guerra è stata voluta dall’Occidente, che si è frapposto tra la Russia e l’Ucraina.

E che verso l’Ucraina era in atto solo un'”operazione speciale” volta a neutralizzare i neofascisti armati.

Di fatto, ad oggi, parlare di guerra in Russia è illegale.

Putin non sembra avere nessuna intenzione di piegare il suo regime a favore di un qualche accordo di pace.

Mira dunque a protrarre il conflitto all’infinito, fino a giungere a una vittoria per sfinimento sulla resistenza ucraina?

Putin vuole uscirne fuori bene, secondo Marta Dassù: vuole poter arrivare a dire che ha avuto una vittoria, anche se, come già spiegato poc’anzi, il suo reale obiettivo è portare l’Ucraina a una resa.

Guerra Russia-Ucraina: ecco su quali territori Putin sta esercitando il suo controllo attualmente

Putin ha di fatto preso il controllo delle repubbliche indipendentiste: dopo la Crimea, annessa nel 2014, è arrivato il turno del Lugansk e del Donetsk.

Il minimo cui può aspirare il Cremlino, a questo punto, per potersi fregiare di una qualche forma di tirata vittoria, è di possedere completamente questa mezzaluna di terra sul Mar D’Azov.

Insomma, in ultimissima analisi questi territori devono essere annessi per poter dire di aver combattuto per qualcosa.

Avendo mancato clamorosamente gli obiettivi precedenti, su quest’ultimo contentino che ha deciso di prendersi anche con la brutalità efferata delle truppe di mercenari, non mollerà la presa facilmente.

O rischierebbe di rimetterci la faccia.

Il problema, secondo Marta Dassù, è che la presa con brutalità di quei territori andrà a sollevare altri problemi nell’ordine del diritto internazionale.

Data l’impossibilità di riconoscere l’annessioni di territori ottenuta con l’uso della forza, rimarrà come compromesso un cessate il fuoco e un accordo/disaccordo perenne.

Lo status di questi territori verrà deciso in un secondo momento, avvalendosi di referendum.

Tutto questo lascerà una zona d’ombra, dai contorni opachi, che troverà il suo prolungamento nel tempo.

Guerra Russia-Ucraina: ecco perchè Putin è tanto refrattario alla pace

Siamo di fronte a una guerra estenuante e senza grosse possibilità di essere interrotta per sempre.

Sarebbe compito di Putin ora accettare una delle tante uscite strategiche disegnate per lui dai negoziatori.

Che è un po’ come dire: hai portato avanti una carneficina senza giustificazioni ma pur di farti smettere ti metteremo la possibilità di un’uscita di scena con onore su un piatto d’argento.

Puntare alla vittoria, da parte sua, oltre che essere un azzardo totale sarebbe anche l’ultimo chiodo sulla bara della sua redenzione: già così sarà ricordato ai posteri come un mostro privo di empatia per i suoi simili.

Un macellaio, come l’ha apostrofato imprudentemente Biden.

Sia quel che sia, la Russia dovrà rendere conto alla storia e la sua reputazione è ormai disintegrata per la maggior parte dell’opinione pubblica.

Nonostante le diverse possibilità che gli sono state date e la cooperazione offerta da tutti gli Stati nel caso remoto lui decidesse di perdere la faccia ammettendo di aver tirato avanti un conflitto inutile, Putin questa pace non la vuole.

Nel frattempo, la narrazione della situazione ucraina che arriva da Kiev è sempre più raccapricciante.

Putin, ormai è noto, ha dato l’ordine di aumentare la recrudescenza nella brutalizzazione dei civili.

Nelle città abbandonate dalle truppe russe giungono gli echi di abomini perpetrati ai danni della popolazione: torture, stupri, sevizie di ogni genere.

Prevedere in modo corretto ed esaustivo le mosse dello zar è complesso, ma è una cosa è sicura: il peggio deve ancora avvenire.

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