Kiev ammette: l’esercito ucraino dietro l’attacco del ponte di Kerch

Per la prima volta il governo di Kiev ha ammesso di essere responsabile dell'attacco al ponte di Kerch. Vediamo come mai e com'è andata la vicenda.

Il ponte di Kerch, infrastruttura che collega la Crimea alla Russia continentale, è stato gravemente danneggiato da un’esplosione l’8 ottobre 2022. Dopo, un grave scambio di accuse tra Mosca e Kiev, la più comune delle quali è il sabotaggio da parte di un camion che è esploso quando un treno merci che viaggiava sul viadotto è arrivato alla sezione ferroviaria, uccidendo quattro persone. Dopo mesi da quell’attacco, Kiev lo ha rivendicato: vediamo perché.

Le accuse all’Ucraina

Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato Kiev e i suoi servizi segreti di aver organizzato un “attacco terroristico” subito dopo l’esplosione, mentre il primo ministro ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che il governo di Kiev non aveva ordinato l’attacco.

In effetti, l’Ucraina non ha mai rivendicato ufficialmente la responsabilità dell’atto, ma gli alti funzionari hanno esultato sui social media e l’ufficio postale ha persino emesso dei francobolli per commemorare l’esplosione. L’attentato al ponte di Kerch è stato organizzato dai servizi segreti del governo ucraino, stando a quanto affermava l’opinione pubblica. Ed oggi è arrivata la conferma ufficiale.

L’ammissione di Kiev

Questa confessione proviene da un alto funzionario del governo di Kiev.

Il viceministro della Difesa ucraino Hanna Maliar ha scritto in un post su Telegram che il ponte sullo Stretto di Kerch, aperto quattro anni dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, è stato preso di mira per tagliare le linee di approvvigionamento di Mosca. Riferendosi al 500° giorno della guerra in Ucraina, il viceministro ha scritto:

Sono passati 273 giorni da quando è stato sferrato il primo colpo al ponte in Crimea per tagliare la logistica russa. Di conseguenza, tutti gli indizi fino ad oggi indicano la responsabilità di Kiev nell’esplosione dell’infrastruttura.

Lo scorso autunno, il New York Times ha pubblicato un articolo investigativo, “How Ukraine Blew Up a Vital Russian Bridge” (Come l’Ucraina ha fatto saltare in aria un ponte russo vitale), che descriveva come gli agenti ucraini avessero caricato un camion con dell’esplosivo e lo avessero fatto saltare in aria mentre attraversava il ponte, uccidendo quattro persone e danneggiando gravemente la struttura del ponte.

Un duro colpo al Cremlino

Si è trattato quindi di un’importante vittoria simbolica per le forze di Kiev e di un sabotaggio (riuscito) del prestigio della Federazione Russa.

L’11 maggio Mosca ha annunciato il pieno ripristino del traffico ferroviario sul ponte, inaugurato nel 2018 dopo mesi di lavori a seguito dell’esplosione.

“Siamo riusciti a completare questo lavoro in soli sette mesi. In tempi normali ci sarebbe voluto sicuramente più di un anno, forse anche due o tre”, ha dichiarato il vice primo ministro Marat Khusnullin, aggiungendo che l’esplosione ha causato gravi danni alle infrastrutture critiche per la Russia.

“Non c’è dubbio che si sia trattato di un atto terroristico volto a distruggere le infrastrutture civili critiche della Federazione Russa”, ha dichiarato Putin in un incontro con il presidente del Comitato investigativo russo Alexander Bastrykin lo scorso maggio. “Gli autori e coloro che hanno dato l’ordine erano forze speciali ucraine”.

L’impressione è che le strategie belliche siano solo all’inizio.

Vincenzo Stella
Vincenzo Stella
Vincenzo, 29 anni e sono un copywriter e web editor con una passione per la scrittura fin da giovane. Laureato in giurisprudenza ed avvocato, ho cambiato rotta nel corso degli studi, occupandomi dapprima di web-radio e poi di editoria. Sono appassionato di tech, economia e geopolitica. E adoro le chiacchiere da bar, specialmente se si parla di attualità. La mia passione imperitura per l'arte scritta mi spinge costantemente a migliorare e le mie abilità a tutte le esigenze. Sono sempre alla ricerca di nuove sfide e opportunità per ampliare il mio bagaglio culturale e professionale. Mi occupo di cultura nella vita, anche al di fuori del lavoro. Il teatro ed il volontariato sono il mio carburante nel tempo libero.
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