Proteste degli agricoltori. Perché ci sono manifestazioni in tutta Europa?

Perché le proteste degli agricoltori sono arrivate in Italia: cosa chiedono ai propri governi e soprattutto all'Europa

Dalla Germania alla Francia, dai Paesi Bassi alla Spagna, perché la protesta degli agricoltori è arrivata anche in Italia? I sit-in, i blocchi stradali dei trattori, le manifestazioni e i cortei nelle piazze hanno le loro peculiarità nazionali ma quello che li accomuna è un urlo di protesta, se non di dolore, verso quelle politiche europee che hanno reso la concorrenza ormai impossibile da sostenere. Una protesta, quella degli agricoltori italiani- nei confronti dell’UE, del governo e dei sindacati – che chiede anche l’attenzione dei consumatori: “Anche i consumatori avranno un danno, perché non mangeranno prodotti italiani”. 

Perché le proteste degli agricoltori dilagano in Europa?

Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e ora anche l’Italia, con sit-in di trattori organizzati un po’ ovunque in Italia.

In ogni Paese la protesta degli agricoltori ha peculiarità e ragioni diverse, soprattutto riguardo le politiche ecologiste nazionali. Sono davvero molti i temi affrontati, alcuni anche molto tecnici ma in generale, semplificando al massimo, quello che accomuna le proteste è la denuncia della profonda crisi del comparto causata (anche) da una politica europea ritenuta eccessivamente severa nei confronti del mondo agricolo a causa del Green Deal (pacchetto di iniziative per la transizione verde), Un ‘altra radice comune delle proteste è quella che riguarda la concorrenza extra UE, ritenuta sleale.

Il problema della ‘concorrenza sleale’

Nessuno vuole negare l’esigenza della transizione ecologica, del resto i primi a rimetterci dai cambiamenti climatici sono proprio agricoltori e allevatori. Tuttavia, il peso non può gravare unicamente sulle spalle delle piccole imprese agricole dell’Ue che non possono più sostenere la concorrenza delle aziende fuori dall’UE, non gravate da tutti i vincoli e adempimenti che invece le prime devono sostenere per la conversione ecologica.

Un altro problema riguarda le agevolazioni riconosciute all’Ucraina, dopo l’invasione russa, o meglio, la cancellazione dei dazi sull’import ucraino . Anche in questo caso nessuno vuole negare a Kiev la solidarietà dell’Europa ma è chiaro che il suo costo non può gravare unicamente sugli agricoltori.

Le richieste degli agricoltori italiani

Per quanto riguarda più da vicino, le proteste degli agricoltori italiani, chiedono all’UE e al governo nazionale : “Sussidi, prezzi all’ingrosso da rivedere, no alla carne sintetica, no alle cavallette come cibo, no agli impianti fotovoltaici sui terreni produttivi”.

Molti chiedono di tutelare i terreni fertili contro l’avanzata di impianti a energia rinnovabile. In particolare i coltivatori di grano e mais, che ce l’hanno con le nuove regole comunitarie che prevedono l’obbligo di tenere incolto il 4% dei terreni seminati sopra i 10 ettari.

“No alla moda di utilizzare i terreni fertilissimi del Basso Molise per l’installazione di pali eolici o fotovoltaici – dichiara ad esempio l’imprenditore agricolo Marco Travaglini – L’importante è che non vengano più coltivati. Siamo arrivati persino ad avere contributi per lasciare i terreni incolti. Così ci tolgono la dignità”.

Ovvio che in Italia, la patria dell’eccellenza gastronomica, il focus delle proteste è anche legato alla qualità dei prodotti da preservare e le preoccupazioni del comparto riguardo la cosiddetta carne sintetica o le farine di insetti. Un quadro di preoccupazione già gravato dall’aumento del costo dei carburanti.

“La Sicilia alza la voce nell’assordante silenzio della politica e delle organizzazioni sindacali – afferma Franco Calderone uno degli organizzatori di una manifestazione nell’isola -. Siamo scesi per le strade per legittima difesa, per non mangiare farina di grilli, carne sintetica, vino zuccherato, ortaggi provenienti dal nord Africa coltivati con prodotti fitosanitari tossici.

Le proteste- verso l’UE, il governo ma anche i sindacati accusati di non aver protetto il comparto – proseguiranno a oltranza.

La dichiarazione di Von der Leyen

Intanto, di fronte a questa mobilitazione europea, arriva una prima risposta della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che ha di recente dichiarato: “Dobbiamo superare questa polarizzazione con il dialogo. E voi – rivolta agli agricoltori europei – meritate una giusta remunerazione per il vostro lavoro. Il nostro obiettivo è sostenere i vostri mezzi di sussistenza e garantire la sicurezza alimentare dell’Europa”.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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