Zelensky tradito! La corruzione e le altre slealtà di Putin

Zelensky annuncia di aver depennato dal suo esercito due ufficiali corrotti dal regime di Putin, traditori suoi e del popolo ucraino. Tutte le slealtà!

Zelensky tradito da due ufficiali.

Lo annuncia con atteggiamento severo in un video che sta facendo il giro del mondo e dei social.

Lo vediamo stagliato contro le luci gialle di un monumento, probabilmente il centro di Kiev.

Alle sue spalle, una guarda armata che sfodera un mitra puntato a proteggere le spalle del presidente ucraino.

Ed è così che il presidente Zelensky emette il suo cupo annuncio in merito a coloro che definisce senza mezzi termini “antieroi”.

“Sono preso da altre cose, non riesco a occuparmi personalmente di questi ufficiali sleali che hanno tradito il giuramento prestato alla loro patria, ma ognuno di loro, presto, riceverà un castigo esemplare.”

ha dichiarato Zelensky, su adnkronos.com, oltre a rilasciare le generalità dei fedifraghi: parliamo dell’ex capo della Sicurezza interna, Andriy Naumov, e dell’ex responsabile del servizio di sicurezza nella regione di Khershon, Serhiy Krivoruchko.

Secondo liberoquotidiano.it:

“Costoro sarebbero delatori, spie, che si sarebbero introdotti nell’esercito ucraino corrotti dal Cremlino.”

Ecco l’accusa ai due ufficiali rimossi.

In pratica, sarebbero stati incaricati da Mosca di fornire dati sensibili sulle mosse dell’esercito ucraino e sullo stesso Zelensky.

Nel frattempo, a situazione in ucraina è ancora tragica, nell’aria la possibilità di nuovi attacchi da parte della Russia.

Non stupisce che Zelensky affermi di non avere tempo di occuparsi personalmente di questi invidui.

Tra tutte le videoconferenze che lo hanno visto impegnato nel sensibilizzare i maggiori Stati del mondo, le sfide lanciate personalmente a Putin di cui parliamo qui, e la tutela dei civili, il presidente sembra preso da questioni più rilevanti.

Ma anche in mezzo a un turbinio di eventi, resta comprensibile la rabbia di Zelensky e la volontà di dare una ripulita alle sue file, degradando, umiliando e cacciando i militari venduti al nemico, privandoli anche del loro grado gerarchico.

“Zelensky ci ha anche informati di uno stanziamento massiccio di truppe russe truppe a Mariupol. La guerra è ben lungi dal giungere al suo termine e i negoziati per la pace somigliano sempre di più ad un’accozzaglia di parole che non porteranno da nessuna parte.”

leggiamo su open.online 

Il Cremlino aveva promesso un corridoio umanitario per l’evacuazione dei civili.

Purtroppo, quasi nessuno crede ormai più alle parole pronunciate da Putin.

E il fatto che abbia corrotto degli ufficiali prossimi a Zelensky, facendogli pronunciare un giuramento mendace e portandoli a tradire la fiducia di un popolo al limite delle forze, è particolarmente biasimevole.

Ma vediamo nel dettaglio le altre strategie che Putin tenta di mettere in atto per cercare di vincere una guerra onerosa, lacerante, che non sta producendo i frutti sperati dal Cremlino.

Zelensky tradito: vediamo le altre le strategie militari di Putin

La pressione russa sulle truppe di difesa ucraine continua, pur dando dei risultati oggettivamente modesti.

Lo capiamo anche dai cambi di rotta dello stesso Putin: non avendo centrato, neanche con l’ultimatum, l’obiettivo minimo che era Mariupol, ora ufficialmente si sta concentrando sul Donbass.

L’impressione è che insista pur di portare a casa qualche cosa, che non voglia ammettere il fallimento.

Che la carneficina di tanti civili ucraini (da Putin definiti “gli scudi umani di Zelensky) non sia giustificata da risvolti strategici apprezzabili.

Infatti, sono saltate le teste non solo in Ucraina, come racconta la cronaca delle ultime ore, ma anche in quel di Mosca, come raccontavo qui in un mio articolo precedente.

Odessa è un altro obbiettivo fondamentale, la città che il porto principale dell’Ucraina, da cui partono e arrivano tutte le merci.

Bloccare quel porto, così come è stato fatto, significa di fatto strangolare l’Ucraina, impendendole anche l’accesso ai soccorsi umanitari e ai servizi essenziali.

Poco a ovest di Odessa c’è il confine con la Moldavia, più precisamente la provincia indipendentista della Transnistria, similare al Donbass, non riconosciuta dall’ONU.

Una striscia di terra governata dall’amministrazione autonoma che ha la sua sede nella città di Tirapol, rifiutando la propria appartenenza alla Moldavia.

In Transnistria sono stazionati dodicimila soldati russi, residuo dell’Armata Rossa della Guerra Fredda, che dovevano essere ritirate in base ad accordi sottoscritti da Mosca già dal 1991/92.

Sono invece rimasti lì, come quattordicesima armata, munita di armi di distruzione piuttosto avanzate e pesanti e sono potenzialmente coloro che potrebbero stritolare l’Ucraina con un attacco da ovest verso Odessa.

La fascia costiera di cui stiamo parlando, quindi, era già stata precedentemente calcolata negli obiettivi di Putin, anche contraddicendo accordi sottoscritti da trent’anni, poichè è a quello sbocco sul Mar D’Azov e sul Mar nero che lo zar ambisce da parecchio tempo.

Zelensky tradito: quali sono le condizioni dei militari ucraini ad oggi

Attualmente sembra impossibile per i militari ucraini agire sulla città di Khersov, occupata dai russi.

Il fronte si trova a circa 30 km da lì, in una cittadina che si chiama Posad: di fatto essa costituisce la prima linea, la trincea.

La vita, in questi giornio, sulla linea del fronte sud tra Mykolaïv e Khersov è stata un’attesa logorante, una guerra di posizione, fino ai bombardamenti russi di 48 ore fa.

Sembra chè uno degli obiettivi più rilevanti di Mosca sia stato quindi raggiunto.

Bombardamenti e colpi di mortaio si sono susseguiti con tremenda e insostenibile costanza sul fronte sud. 

Una fila di ambulanze e mezzi di soccorso ha raggiunto la città ed è riuscita a caricare i feriti per trasportarli all’ospedale di Odessa si è mossa verso la città per caricare i feriti e ricoverarli all’ospedale di Odessa.

Il bilancio sembrerebbe essere drammatico, anche se, per ordini ufficiali, l’esercito ucraino è costretto alla massima discrezione e non può rivelare il numero delle perdite che tuttavia si presenta come ingente. 

Zelensky tradito: non solo gli ufficiali corrotti, Putin non mantiene la promessa di mitigare l’azione su Kiev

Da Kiev invece si smentisce la promessa della ritirata delle truppe russe sventolata da Putin in occasione dei negoziati avvenuti in Turchia, a Istanbul.

Si tratta di un doppio tradimento: aveva ragione chi dall’Occidente affermava che c’è una differenza tra ciò che Putin dice e ciò che Putin mette in atto e mi riferisco alle parole post negoziato di Tony Blinken.

Non solo sono stati corrotti degli ufficiali tra le file ucraine ma anche Kiev non è stata risparmiata se non per qualche breve ora che aveva lasciato viva un po’ di speranza.

Invece questa ritirata tanto annunciata e decantata dallo zar è stato assolutamente un messaggio fuorviante.

Le truppe ucraine sul lato sud est sono riuscite a liberare due villaggi, a dimostrazione che la resistenza ucraina agisce con le armi e la mitigazione da parte delle truppe russe non sussiste.

Le cronache riportano immagini laceranti di civili che abbandonano i villaggi liberati piangendo, estenuati, scossi.

Il fronte sud est era considerato quasi congelato: gli ucraini tramite dei droni avevano individuato delle postazioni russe.

I russi si sono in parte dati alla fuga, in parte sono stati attaccati.

Le dinamiche sui villaggi e le piccole località ad oggi rasentano l’assurdo: vengono invasi e liberati a ruota, cambiando di conseguenza nazionalità a seconda della truppa prevalente e ciò può accadere anche nell’arco di pochissime ore.

Le aree circostanti Kiev sono ancora disseminate di mine anti uomo.

La prova di queste occupazioni costanti di matrice russa sono le razioni alimentari: quelle moscovite sono riconoscibili.

Quando le truppe russe abbandonano un sito sotto i fuochi avversari, sovente abbandonano anche i generi alimentari.

Questo dettaglio è stato sottolineato dal governo di Kiev per dimostrare che non si tratta di propaganda par dimostrare all’Europa una belligeranza che non esiste: Putin ha promesso di allentare la morsa su Kiev, invece le sue truppe sono ancora sul posto e se non fosse per gli attacchi dell’esercito ucraino ci resterebbero.

Nonostante poi queste cittadine vengano liberate, non è raro che vengano colpite in un secondo momento da un missile, a scopo di rappresaglia.

Insomma, il fronte russo, come da ordini del Cremlino, non cede, pure se quegli ordini con combaciano con le promesse fornite in sede di negoziato a Istanbul.

Zelensky tradito: la retorica della propaganda di Putin

Analizzando approfonditamente i discorsi di Putin, si evince che questo terribile conflitto non mira solo a espandere i territori della Russia su quelli Ucraini, ma è una vera e propria guerra contro la NATO.

Una guerra vissuta subito a cavallo di un a propaganda di stato dove Putin nelle sue comunicazioni alla Federazione incolpava la mendacia Occidentale e la sua mancata coerenza nei processi di civilizzazione avvenuti a suon di bombe in Medio Oriente.

Alla luce di un conflitto che si sta protraendo per tanto, troppo tempo, quello che di condivisibile Putin poteva asserire su un eccesso di ingerenza da parte della NATO sfuma di fronte alla sua stessa mendacia.

E’ la vecchia storia del bue che da del cornuto all’asino.

Le bugie di putin sono una trattazione lunga e penosa, ci limitiamo a sottolineare una di quelle più clamorose:

“La Nato vuole annettere l’Ucraina, la quale deve rinunciare a questa velleità! Gli accordi di Minsk hanno cessato di esistere!”

Leggiamo su zetaluiss.it

L’entrata dell’Ucraina nella NATO fu una delle prime fandonie di Putin che hanno scatenato l’inferno: la somma giustificazione all’invasione del territorio da parte delle sue truppe.

Mentre ora lo sappiamo con chiarezza: quel percorso di annessione non era mai neppure stato messo all’ordine del giorno.

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