Bonus 2022: senza Isee e fino a 5 mila euro. Ecco per chi!

Incentivi alle assunzioni, bonus antiplastica e per eliminare l'usa e getta dalle produzioni industriali. Ecco i bonus 2022 per le imprese e come averli.

Le aziende non sempre presentano l’Isee per ottenere i bonus 2022 bensì solitamente sono sottoposti a tetti massimi di spesa in cui rientrare, per beneficiare degli sgravi fiscali.

In questo articolo, presentiamo tre bonus da almeno 5 mila euro di cui le aziende possono avvantaggiarsi per questo anno 2022.

Il primo è il bonus fiscale per l’adeguamento degli impianti e delle materie prime di aziende impegnate nella produzione di plastica usa e getta. La normativa europea a cui adeguarsi è la legge sulla single plastic use. Vedremo nel dettaglio le condizioni e le modalità per ottenere il bonus da 5 mila euro all’anno.

Stesso importo, ma ripartito su due anni, per quanto riguarda il bonus antiplastica. Questa volta i diretti interessati sono i singoli commercianti, per la vendita di prodotti sfusi.

Infine, presentiamo il bonus assunzione 2022, con tutte le novità per quanto riguarda gli sgravi contributivi e altre agevolazioni per i datori di lavoro che cercano personale.

Ecco nel dettaglio di cosa si tratta.

Bonus 2022 imprese: novità

I bonus 2022, che presentiamo in questo articolo, sono riservati alle imprese e, in via generale, ai titolari di partita Iva. 

Si tratta di bonus senza Isee, che però hanno altri requisiti a cui sottostare. Il primo fra tutti riguarda il limite di spesa da non superare, al fine di ottenere lo sgravio fiscale.

I primi due bonus, quello in attuazione della Sup e quello anti plastica, si prefiggono di arginare una delle grandi emergenze che il nostro pianeta sta affrontando: l’inquinamento.

Oggigiorno, se si tira fuori la parola “emergenza” tutti pensano all’unisono, oserei dire,alla pandemia da cOVID-19. Ebbene, senza nulla togliere a questo evento tragico che ha stravolto la nostra esistenza, sussistono ancora tante altre situazioni di tipo emergenziale e che necessitano, in maniera urgente, di trovare risposte e soluzioni pratiche ed efficaci.

Una di queste situazioni riguarda proprio la salvaguardia dell’ambiente.

Probabilmente i numeri da soli non bastano a dare un’idea di quanto grave sia ormai la situazione, dal punto di vista ecologico. Inquinamento e cambiamenti climatici sono strettamente correlati tra loro nonché causa dei più grandi disastri ambientali degli ultimi decenni.

La visione di questo video di Tg2000 che qui proponiamo, può dare l’idea di quanto sia grave il punto a cui siamo arrivati. Nell’Oceano Pacifico si è formata un’isola di sola plastica, grande quanto tre volte la superficie della Francia! 

 

Per questo motivo, i bonus fiscali che incentivano ad eliminare la plastica monouso dal pianeta, agevolano le aziende che, a ogni modo, sono costrette ad adeguarsi alla normativa da poco in vigore. 

D’altro canto, incentivano il lavoro di tanti piccoli commercianti che, nella vendita di prodotti sfusi, vedono il loro futuro imprenditoriale.

Infine, presentiamo il bonus assunzioni per il Mezzogiorno, che mira ad aumentare il tasso di occupazione tra la popolazione femminile, i giovani con meno di 36 anni e tutti i lavoratori che, in uscita da un’azienda in crisi, rischierebbero sicuramente di restare senza lavoro.

Ecco i tre singoli bonus illustrati in maniera più dettagliata e approfondita.

Bonus 2022: 10 mila euro per la single use plastic

Si tratta della normativa comunitaria  n. 196 del 2021 pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 30 novembre 2021 ed è entrata in vigore in Italia il 14 gennaio 2022. 

La finalità della legge è quella di porre uno stop definitivo all’immissione sul mercato di plastica monouso ovvero tutto ciò che abitualmente utilizziamo in maniera usa e getta, come piatti e bicchieri, posate e cannucce ma anche tutti gli imballaggi in plastica utilizzati per il confezionamento di frutta e verdura al supermercato, ad esempio.

L’unica eccezione ancora concessa riguarda lo smaltimento delle scorte già presenti in magazzino. Mentre, per quanto concerne la produzione, a partire dal 14 gennaio è bloccata.

Le aziende impegnate dunque in questo genere di ciclo produttivo, devono riconvertire la produzione, mettendo dunque in commercio la stessa tipologia di prodotti ma realizzati in materiale oxo-degradabile (certificati dalla norma UNI EN 13432:2002).

Si tratta di particolari composti (molto simili alla plastica d’altronde!) che però sono compostabili. Si possono gettare nei rifiuti organici, in quanto riescono a decomporsi all’aria, grazie alla presenza dell’ossigeno.

L’obiettivo dello Stato, in attuazione della normativa comunitaria, è quello di favorire il passaggio all’utilizzo delle cosiddette fonti verdi, nel minor tempo possibile. Per questo motivo, si mettono a disposizione bonus 2022, del valore di 5 mila euro all’anno, in qualità di agevolazione fiscale, per il biennio 2023-2024, per un totale dunque di 10 mila euro ad azienda.

Bonus 2022 anti plastica da 5 mila euro: cos’è

Un altro bonus fiscale a vantaggio, questa volta, dei singoli rivenditori al dettaglio, non delle aziende produttrici.

Infatti, l’obiettivo è incentivare la vendita al consumo di prodotti sfusi, che quindi non hanno bisogno di un imballaggio monouso per poter stare sul mercato.

Si tratta di attività commerciali di certo apprezzabili, anche dal punto di vista del consumatore che può scegliere la quantità di prodotto da acquistare e soprattutto portare da casa i propri contenitori o sacchetti per il trasporto.

Ovviamente si tratta di punti vendita che necessitano di un adeguamento, dal punto di vista strutturale, per consentire la vendita al pubblico di tale tipologia di prodotti.

L’agevolazione fiscale prevede uno sgravio di 5 mila euro, da ripartire nell’arco temporale del biennio 2020-2021. Per quanto riguarda le richieste di credito d’imposta per le spese sostenute nel 2020, le domande si sono chiuse lo scorso 22 gennaio.

Chi invece ha affrontato tali costi nel 2021, allora ha tempo fino al 30 aprile per poter beneficiare del bonus 2022, a vantaggio della propria attività.

La compensazione si porta esclusivamente in modello F24.

Le spese ammissibili riguardano l’adeguamento dei locali, la progettazione dei nuovi spazi adibiti alla vendita dei prodotti sfusi, le attività di promozione, atte ad aumentare la visibilità sul territorio e attirare nuovi clienti propensi all’acquisto.

6 mila euro di contributi, tra i bonus 2022

La Legge di Bilancio 2022 ha previsto dei bonus per le imprese, con l’obiettivo di favorire l’occupazione. Nella fattispecie si tratta di esoneri contributivi per facilitare l’assunzione di giovani under 36 e donne nel sud Italia.

Il bonus assunzioni under 36 2022 è di fatto una decontribuzione totale per le imprese che assumono in modo stabile giovani di età inferiore ai 36 anni. Quindi a tempo indeterminato.

Inoltre, lo Stato ha previsto fino a 6 mila euro di decontribuzione al 100%, per tutto l’anno 2022, per le aziende che decidono di assumere donne lavoratrici.

I requisiti basilari per l’assunzione sono, da un lato, l’età della lavoratrice che non deve essere inferiore a 50 anni, al momento della firma del contratto. Dall’altro, la necessità che la donna risulti disoccupata da almeno un anno.

Inoltre, per poter accedere al beneficio, è indispensabile che

siano donne residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi.

Il datore di lavoro che voglia beneficiare di tali agevolazioni fiscali deve inoltre impiegare le donne lavoratrici in professioni o mansioni che di solito sono caratterizzate da grande disparità di genere, dal punto di vista occupazionale.

Ma c’è di più.

Beneficia dell’esonero contributivo al 100% anche il datore di lavoro che decide di assumere donne disoccupate da sei mesi, qualsiasi sia l’età. Non c’è bisogno che la donna sia residente nel sud Italia, se invece si decide di assumere lavoratrici ormai senza lavoro da più di 24 mesi.

Il bonus 2022 è concesso anche, in qualità di agevolazione fiscale, anche per tutti coloro che decidono di mettere in essere contratti di apprendistato. 

La decontribuzione è al 100% per tutti i titolari di impresa che decidono di prendere con loro un apprendista, a patto di non avere più di nove dipendenti già presenti in azienda.

Il bonus fiscale arriva anche per tutti coloro che decidono di assumere disoccupati in genere. La misura è valida per il biennio 2021-2022, prevedendo però di assumere in alcune aree specifiche ovvero Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. 

Anche chi sceglie di assorbire personale proveniente da un’azienda in crisi, può beneficiare della decontribuzione totale, proprio usufruendo di questi bonus 2022, disponibili da un punto di vista di agevolazione fiscale.

Anche in questo caso, il contributo massimo statale previsto è di 6 mila euro, per ogni lavoratore assunto, da distribuire in importi massimi di 500 euro al mese, nell’arco dell’anno.

Come richiedere i bonus 2022 imprese

Veniamo ora all’aspetto più pratico della questione, che riguarda le modalità secondo le quali ottenere tali bonus 2022.

Per quanto concerne i bonus assunzioni, senza dubbio è il commercialista che può procedere in tal senso e applicare l’agevolazione fiscale alle nuove assunzioni da registrare. A ogni modo, sono numerose le agenzie online che si occupano di questa tipologia di bonus per le imprese.

Per ciò che riguarda invece il bonus 2022 in attuazione della Sup comunitaria, si attende il relativo decreto che illustrerà tempi e modi di applicabilità del bonus fiscale. Come è previsto, il decreto dovrà arrivare entro e non oltre 60 giorni a partire dalla data del 14 gennaio 2022.

Infine, in riferimento al bonus antiplastica, è possibile inoltrare la propria richiesta tramite la piattaforma di Invitalia, che accoglierà le nuove domande di rimborso entro la data del 30 aprile.

È importante specificare che, affinchè le spese allegate risultino ammissibili, è necessario che siano certificate da parte di un esperto del settore, che si tratti di un consulente del lavoro, gli impiegati del Caf, un perito commerciale o ancora un revisore legale.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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