Bonus carburante in arrivo! Ma non per tutti! Ecco a chi

Un bonus carburante per ridurre gli effetti del caro benzina e del diesel? Per Draghi andrebbe bene, ma non per tutti! Ecco a chi spetta

Bonus carburante in arrivo!

Con la conferma del decreto taglia prezzi il Governo Draghi ha disposto una serie di aiuti e supporti economici per tutte le famiglie e per le imprese dipendenti dal trasporto su ruote.

E che devono sorbirsi un aumento dei prezzi di benzina e gasolio sempre più insostenibili, con punte di 2,5 euro al litro, senza servizio. E che non ne vuole sapere di scendere.

Purtroppo il Governo non ha potuto garantire sufficienti risorse per tutti, e ha dovuto contigentare la misura esclusivamente per alcuni soggetti, e secondo alcuni criteri di selezione.

Anche in questo caso torna in gioco l’attestazione ISEE, la cui ultima versione è disponibile dal 1 gennaio 2022.

Servirà questa per tutte le famiglie che vogliono richiedere aiuti e supporti economici per ridurre il caro benzina, oltre che per avere ulteriori bonus, come quello da 200 euro per la categoria dei lavoratori.

Più la famosa riduzione delle accise, la più amata delle tasse indirette assieme all’IVA. In questo caso, è prevista una riduzione di 25 centesimi sul peso fiscale disposto nel pieno di benzina. Purtroppo, come vedrai in seguito, non cambierà molto.

Per saperne di più ti suggerisco l’ultimo video di Geopop, disponibile su Youtube e sul suo canale.

Oltre a ciò si aggiungono ulteriori novità in merito al bonus bollette, anch’esso ripotenziato con un nuovo finanziamento governativo, sempre per le famiglie che potranno accedere a questa misura.

In questo articolo faremo il punto della situazione, e vedremo cosa comporterà, a chi spetta, questo bonus carburante.

Bonus carburante: Draghi dà il via al decreto! Come richiederlo?

Alla fine il Governo Draghi ha deciso: con il prossimo decreto sarà possibile avere una riduzione del costo del caro benzina e gasolio.

Sono stati stanziati oltre 4,4 miliardi di euro per il contenimento degli effetti economici dovuti alla guerra in Ucraina, che ha portato ad un aumento generalizzato delle materie prime.

E addirittura avere un bonus carburante se si rientra entro alcuni specifici reddituali.

Purtroppo le risorse sono contingentate, e sono state direzionate solo ad alcune categorie, in particolare quelle con redditi abbastanza bassi, oltre che per aziende e imprese.

Con il nuovo decreto taglia prezzi tutte le famiglie che denunciano un’attestazione ISEE pari a 20.000 euro potranno accedere ai bonus sociali per la riduzione non solo del caro benzina, ma anche del caro bollette.

Infatti, prima ancora dell’esplosione del prezzo del carburante, l’Italia ha affrontato negli ultimi mesi un aumento esponenziale dei costi energetici, in particolare per il gas metano. Se per le famiglie s’è tradotto in un caro bollette da 2000 euro annui in più, per le imprese è stata la tragedia, con bollette di decine di migliaia di euro in più rispetto a quelle del 2021.

Purtroppo attualmente non è ancora chiaro il modo con cui si potrà richiederlo, ma è indubbio che chi ha già un reddito basso potrà avere la garanzia di accedere a bonus sociali più ricchi. 

Bonus carburante: ecco a chi spetta!

Il bonus carburante previsto dal nuovo decreto del Governo Draghi spetta a chi ha almeno un reddito ISEE inferiore a 20.000 euro, come già previsto l’anno precedente per tutti i richiedenti del bonus sociale contro il caro bollette.

Questa manovra è stata disposta grazie alla tassazione extra prevista per tutte le aziende e le imprese energetiche, pari al 10% in più. Con questa tassa si vuole puntare ad aumentare, anche nel lungo periodo, ulteriori fondi governativi sempre per finanziare bonus sociali o calmierati sui prezzi.

O addirittura una compensazione per le rateizzazioni. Col bonus carburante le imprese potranno avere la rateizzazione delle bollette di luce e gas di maggio e giugno, fino a ben 24 rate. 

Nel caso della rateizzazione a lungo termine, come segnala rainews.it, la SACE potrà mettere in campo garanzie per impegni bancari e finanziari fino a 9 miliardi di euro, così da garantire per queste imprese maggiore solidità.

A questo si aggiunge anche l’esenzione fiscale dei buoni benzina da 200 euro, quelli previsti per i lavoratori dipendenti per il consumo del carburante. Di norma, i bonus possono fare reddito complessivo a fine anno, a meno che non venga imposta una detrazione fiscale su di essi. Ora anche questi bonus possono godere di questa situazione.

A questo si aggiunge anche un fondo da 20 milioni di euro per la riduzione dei pedaggi per tutti gli addetti all’autotrasporto pesante, oltre che l’esonero dei contributi all’Autorità di regolazione dei trasporti.

Inoltre, al di fuori da bonus selettivi o misure a favore delle aziende, la novità principale di questo decreto taglia prezzi è anche nella riduzione delle accise.

Bonus carburante: da quando riduzione accise sulla benzina?

E’ previsto, al di fuori del bonus carburante, quindi a livello generalizzato, la riduzione delle accise sui carburanti di ben 25 centesimi, almeno per un mese intero.

Cioè fino al 30 aprile 2022 sarà possibile andare a fare il pieno con un costo ridotto della benzina di un quarto di euro, oltre ad eventuali sconti previsti per chi è autotrasportatore di carichi pesanti.

Questa disposizione, anche se praticamente il cuore di tutto il decreto, potrebbe risultare forse la più debole rispetto a tutti gli altri bonus, visto che la riduzione delle accise potrebbe non scongiurare l’aumento del prezzo della benzina di natura speculativa.

Di recente lo stesso ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha espresso un certo disappunto riguardo alle segnalazioni di prezzi fuori norma in diversi punti di rifornimento e pompe di benzina in giro per l’Italia. Il rischio di una speculazione da parte delle aziende stesse, oltre che dei rifornitori addetti, potrebbe rendere la riduzione delle accise una strategia inefficace, se poi viene compensata dal margine di profitto.

Va detto che, comunque vada, il peso delle accise è evidente nel pieno di benzina.

Bonus carburante contro caro benzina: ma su cosa paghiamo le accise?

Le accise che si vogliono tagliare col bonus carburante non sono poche. L’Italia ha una delle quote fiscali più alte di tutta l’Eurozona, pari eguale al 55%, se si esclude anche l’IVA. Altrimenti si sale tranquillamente al 63%, come segnala il sole24ore.it

In pratica, se la benzina costa 2,20 euro, le accise equivalgono a 1,30 euro circa.

Oltre alla storia relativa alle tasse che si paga per via dei vari conflitti bellici pre-repubblicani, e dei cataclismi che si sono abbattuti sulla nostra penisola, la natura delle accise è quella di una tassa indiretta impossibile da evitare.

Ma che a tutti tocca pagare, senza alcuna proporzionalità di reddito o di peso fiscale.

E data l’alta evasione fiscale, ad oggi pari a 103 miliardi di euro, lo Stato probabilmente sta puntando molto su questa tipologia di tasse, che ha sì il vantaggio di essere praticamente impossibile da evitare (è integrata nel prezzo del prodotto direttamente dal fornitore), ma ha lo svantaggio di abbattersi su tutti, anche su chi ha un minor potere d’acquisto.

E dire che tempo addietro l’onorevole Roberto Caon voleva proporre una mini-accisa per sostituire il bollo auto. Adesso sarebbe quasi anacronistica, se non indelicata come proposta.

Ma che malgrado tutto garantisce allo stato un’entrata fiscale di 25 miliardi di euro annui. Pertanto, tagliare di 25 centesimi le accise, e quindi del 18-19% sul totale complessivo delle accise, significa ridurre l’entrata erariale di non poco, anche se si parla di un mese e mezzo.

Salvo ulteriori rettifiche, specie se il conflitto che sta generando questa situazione non dovesse cessare.

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