Bonus carburante per tutti, senza ISEE. Ecco i nuovi prezzi

Il bonus carburante è in dirittura di arrivo e non sarà richiesto l'ISEE ma si tratterà di un prezzo calmierato con una riduzione di 15 centesimi di euro.

Si doveva attendere il rientro del presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, dal consiglio straordinario del Consiglio UE, per mettere sul tavolo il bonus carburante che farà scendere il prezzo di benzina e gasolio alla pompa.

Nessuna domanda da presentare, nessun ISEE o condizione economica. Il bonus carburanti sarà una riduzione diretta del prezzo alla pompa, per tutti di almeno 15 centesimi di euro per il mese di Aprile e secondo le dichiarazioni del ministro dell’economia e finanze, Daniele Franco, prorogabile fino a maggio.

Ma il governo dove attingerà ai fondi necessari per finanziare per due mesi una riduzione del prezzo di benzina e gas di 15 centesimi di euro? Lo scostamento di bilancio non è la strada al momento percorsa, anche perchè rappresenterebbe un costo per le casse dello Stato.

I fondi dovrebbero arrivare dall’aumento dell’IVA che la spirale dell’aumento dei prezzi dei carburanti, ha innescato e da una tassazione straordinaria dei profitti generati dalle imprese del’energia.

Secondo alcune stime, evidenziate anche da Assopetroli, il gettito IVA che entreranno nelle casse dello Stato per il mese di marzo è di +300 milioni di euro, che sarebbero interamente usati per il bonus carburanti.

Tuttavia questo extragettito si prefigura durerà fino a fine anno, potendo arrivare a complessivi 2 miliardi di euro, con i quali il governo intende intervenire per calmierare i prezzi dei carburanti.

Ma c’è anche un’altra partita molto importante che il Governo deve affrontare e riguarda i rincari dei prezzi dell’energia che sta letteralmente “rubando” soldi ai cittadini e alle imprese. 

Bonus carburanti: nuovo prezzo, -15c€ senza ISEE

Si profila nel prossimo consiglio dei ministri di giovedì una intensa discussione in seno alla maggioranza per fronteggiare l’emergenza caro benzina.

Ma l’idea di Mario Draghi sembra essere quella già applicata da alcuni paesi dell’Unione Europea. La Francia e la Germania hanno deciso di ridurre il prezzo dei carburanti nell’ordine di alcune decine di centesimi. La Francia ha fatto il primo passo e fare il pieno all’auto ora costa 15 centesimi di euro in meno al litro. Mentre la Germania sta pensando di ridurre il prezzo di ben 20 centesimi.

Come i cugini d’oltralpe, il provvedimento che potrebbe varare il consiglio dei ministri nella riunione di giovedì si muoverebbe sulla falsa riga di quella francese con una riduzione di circa 15 centesimi di euro al litro.

La riduzione in realtà passerebbe attraverso la rimodulazione delle accise, che insieme all’IVA pesano per oltre il 50% del prezzo alla pompa. 

Nessun ISEE tuttavia da presentare, nè limitazioni reddituali. Il nuovo prezzo alla pompa è per tutti.

I fondi dovrebbero invece arrivare dai maggiori introiti nelle casse dello Stato proprio per effetto dell’aumento del gettito IVA. Ma le disponibilità finanziarie di circa 300 milioni di euro, dovrebbe bastare per un contenimento del prezzo alla pompa per il solo mese di aprile. Tuttavia da via XX Settembre sembra che si possa far affidamento su altrettanti milioni di euro anche per il mese di maggio.

Bonus carburanti: partite le inchieste per gli aumenti dei prezzi

Nel frattempo che il governo trovi la quadra e possa intervenire quanto prima per abbassare i prezzi dei carburanti, ingiustificati se in proporzione all’andamento del petrolio, sono partite le prime inchieste delle procure per verificare se non ci siano stati aumenti indiscriminati e non dovuti.

Infatti, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati al 14 marzo, comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise, la benzina sale a 2,124 euro al litro in modalità self. Tale prezzo però oscilla in base ai gestori tra 2,108 e 2,168 euro al litro.

Stessa sorte per il gasolio, che per la prima volta invece si porta, almeno al servito ad un prezzo maggiore della benzina. Per il diesel, il prezzo alla pompa in modalità fai da te è salito a 2,074 euro al litro, con i gestori che prezzano tra 2,042 e 2,121 euro/litro (no logo 2,061).

Rincari proporzionalmente più alti di quello che è l’andamento del petrolio, ma soprattutto non giustificati considerando che l’attuale carburante presso le pompe è lo stock degli acquisti di petrolio prima dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.

Per questo motivo le procure italiane, ben 104, sono state allertate dall’associazione dei consumatori che intravede una vera e propria truffa. 

Bonus carburanti: il peso delle accise sul prezzo

Ma perchè l’impennata del prezzo della benzina e del diesel è stata così vigorosa? Oltre all’aumento della materia prima, ossia del petrolio, nel calcolo del prezzo alla pompa intervengono quattro componenti.

Come tutti i beni, c’è il costo di produzione. In questo caso si parla di prezzo industriale,ossia il prezzo che i distributori di benzina pagano per poter avere il prodotto. Il costo è comprensivo sia di materia prima che della sua raffinazione. Stando all’osservatorio del MISE, al 7 marzo il prezzo industriale era per la benzina di 87,2 centesimi al litro, per il gasolio di 88,2 centesimi/litro.

Poi c’è il guadagno che il distributore deve poter avere al fine di rientrare di tutti i costi. Ogni distributore quindi adotta un proprio margine, motivo per cui sulle autostrade il prezzo è maggiore perchè il distributore deve pagare gli oneri ai gestori. Mediamente il margine di guadagno applicato dai distributori è di 20 centesimi di euro.

Sommando prezzo industriale e margine del distributore, si arriva a circa 1,08 euro al litro.

Tutto il resto del prezzo che si vede esposto sui cartelli dei rifornimenti è fatto da accise ed IVA.

Le accise sul carburante arrivano fino a 72,8 centesimi/litro sulla benzina e circa 61,7 centesimi litro per il gasolio e si contano 18 tipologie di accise, introdotte per far fronte a diversi eventi come ad esempio la crisi di Suez del 1956 oppure il Decreto fare del 2014. 

Sull’importo così determinato, e si sale a circa 1,8 euro al litro, si deve sommare l’IVA al 22%

Bonus carburanti e caro energia: ipotesi nuovo bonus sociale

Altro dossier scottante per il Governo, insieme al caro carburanti, è anche il rincaro dei prezzi dell’energia come elettricità e gas. Su questo fronte il Governo aveva già varato alcune misure come l’applicazione dell’aliquota IVA al 5% per i consumi tra ottobre e dicembre, e la possibilità di rateizzare le bollette in 10 rate, a partire dalle bollette di gennaio 2022. 

Sul fronte IVA tuttavia, l’ipotesi allo studio è quella di allungare anche per i mesi da gennaio a marzo la riduzione dell’IVA al 5% sulla fornitura di gas sia ai privati che aziende. 

Sul versante elettricità invece dovrebbero essere stati sterilizzati i costi degli oneri di sistema. 

Ma si tratta di interventi palliativi, che non risolvono il problema che la crisi Russa-Ucraina ha sollevato. La dipendenza da un solo fornitore di energia inevitabilmente aumenta il rischio di incremento del costo di approvvigionamento qualora si creino tensioni verso questi paesi.

La soluzione è quindi quella di andare verso forme alternative sia di approvvigionamento, sondando altri paesi produttori di gas, che di produzione, puntando sulle energie rinnovabili

Ma per rendere operative queste soluzioni alternative ci potrebbero volere anni. Nel frattempo quindi diventa importante intervenire con provvedimenti anche europei che fissino un tetto massimo ai prezzi dell’energia

Mentre a livello locale, si studia un credito d’imposta del 50% sui costi dell’energia per le imprese, mentre per le famiglie si sta valutando di rivedere il bonus sociale per le utenze, al fine di allargare la platea. 

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