Pellet, quello di buona qualità lo riconosci così: ecco 5 dritte per scegliere il migliore

I Costi del pellet sembrano essersi abbassati: ma come riconoscere quello di buona qualità? Ecco 5 dritte per scegliere il migliore.

Il Pellet in questi ultimi mesi è tornato conveniente. A dirlo i dati diffusi relativi al primo semestre del 2023 che hanno registrato un calo dei prezzi di oltre il 40%.

Tale riduzione è dovuta in prima battuta all’abbassamento dell’Iva introdotta dal governo Meloni. L’Iva è passata dal 22 al 10% attualmente è possibile risparmiare un sacco di soldi su un sacchetto da 15 kg.

Se si analizzano i dati degli ultimi mesi del 2022 un sacchetto da 15 kg ha sfiorato i 15 euro, contro i 4 euro degli anni passati.

Un prezzo quadruplicato rispetto a quello del 2021 ma nonostante ciò il pellet è rimasto la biomassa preferita dagli italiani e per molti versi anche la più conveniente.

A dirlo anche Aiel che ha evidenziato un abbattimento dei prezzi di oltre il 40%. Dai dati diffusi si evidenzia come ad aprile del 2023 il prezzo medio è sceso a 6,19 euro per un sacco da 15 Kg.

Sembra dunque rientrata l’allerta dei prezzi con il combustibile legnoso tornato ai livelli della primavera del 2022.

Ma non sempre prezzi bassi significano ottima qualità. E’ possibile infatti incappare in truffe.

Negli ultimi mesi infatti non sono state poche le truffe e le contraffazioni di pellet: nel 2022 sono stati fermati  oltre 5000 tonnellate di pellet contraffatto per un totale di oltre 50 aziende denunciate.

Inoltre va detto che non tutto il pellet è uguale: ad esempio il pellet di faggio ha una migliore resa calorifica rispetto al pellet di abete.

Allora come riconoscere il migliore? Ecco 5 dritte da rispettare.

Pellet, quello di buona qualità lo riconosci così: ecco 5 dritte per scegliere il migliore

Nonostante i forti rincari dello scorso anno le famiglie italiane hanno continuato e continuano a preferire il Pellet per riscaldare la propria casa.

Lo sappiamo l’Italia non è tra i primi produttori di Pellet, ne importa milioni di tonnellate da Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e dalla Croazia.

Oggi a seguito di numerose misure poste in essere dal Governo ma anche grazie ad alcuni avvenimenti il prezzo del pellet sembra essere tornato ai livelli del 2021.

Ma bisogna prestare attenzione a trovare quello migliore con un ottimo rapporto qualità prezzo evitando di incappare in truffe.

La prima cosa da sapere è che il Pellet non è tutto uguale. Diventa pertanto fondamentale al fine di evitare sprechi e garantire l’efficienza della stufa conoscere le varie tipologie di pellet.

La scelta del pellet migliore è importante dunque anche da un punto di vista ambientale.

Ad aiutarci nella scelta arrivano le dritte di Altroconsumo che ci consentono di capire subito se la qualità è ottimale.

La prima cosa da sapere è relativa ai residui di cenere, ossia la sporcizia che lascia all’interno della stufa.

Un pellet che rilascia molta cenere produce più polveri costringe a pulire la stufa in maniera più frequente.

Non tutti lo sanno ma esistono 3 classi di Pellet:

  • la Classe A1 corrisponde a quello di qualità più alta, con un contenuto di ceneri massimo pari allo 0,7%;

  • la Classe A2 ha un contenuto di ceneri minore o uguale all’1,2%;

  • la Classe B ha un contenuto di ceneri massimo del 3,5%, questo non viene usato per uso domestico.

Pellet, ecco le altre dritte da conoscere

Altra caratteristica da tenere in considerazione è la percentuale di umidità.

Questa non deve superare il 12% ma non deve essere inferiore ad 8%. Infatti più il pellet è umido minore sarà il suo potere calorifico perché la maggior parte del combustione verà usata per far evaporare l’umidità.

Inoltre il miglior pellet è quello di pellet vergine e non da scarti di falegnameria magari verniciai o incollati.

Tutte queste informazioni dunque sono contenute nell’etichetta. Nella stessa è possibile anche trovare indicazioni sulla presenza di metalli pesanti tra cui arsenico, cadmio e piombo ma anche il potere calorifico che deve essere attorno ai 4,7-4,8 kWh/kg.

Attenzione alla certificazione

Altro consiglio utile è acquistare sempre pellet certificato, questo ne garantisce un prodotto di qualità e ne descrive la provenienza e il rispetto dele norme europee.

A livello nazionale non c’è l’obbligo di certificare la qualità del pellet.

Ma molti produttori lo fanno con i test DIN Plus e la EN Plus.

Inoltre prestate attenzione agli imballaggi: devono essere perfetti e non anonimi,  cioè privi del nome del produttore o delle informazioni sulla composizione oppure venduti sfusi.

 

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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