Superbonus 110: nuove regole, chiariti gli ultimi dubbi

Superbonus 110% chiariti gli ultimi dubbi riguardanti le nuove regole che di fatto limitano il numero di cessioni del credito che potranno essere effettuate.

Cambiano di nuovo le regole sul Superbonus 110%, il Governo prova ad infondere nuova fiducia ad imprese e cittadini e prova a spazzar via la nuvola di polvere causata da una serie di modifiche confusionarie che avevano ridotto oltre che complicato l’accesso ai benefici fiscali.

Con l’ultimo Decreto il Governo Draghi ha introdotto delle modifiche al Superbonus 110% che mirano a indirizzare le risorse dello Stato in maniera più mirata e soprattutto rendendo difficili le truffe attraverso il fenomeno delle “fatture gonfiate” oltre che alcuni casi in cui poche imprese hanno intascato il credito d’imposta senza mai aver completato i lavori stabiliti.

I nuovi provvedimenti dunque vedono il divieto di accedere a più di due cessioni del credito, sanzioni e denunce penali per i tecnici che certificano costi oltre misura o lavori mai eseguiti ed infine l’introduzione di un bollino verde per tenere conto dei crediti ceduti.

Ma andiamo con ordine e mettiamo insieme quelle che sono le ultime novità che stanno caratterizzando il Superbonus 110% in questo 2022.

Per chi fosse interessato al tema di seguito un video pubblicato dal geometra Danilo Torresi rispetto ai dubbi chiariti dall’Agenzia delle Entrate che ritorna su alcuni punti fondamentali riguardanti l’applicazione del Superbonus 110 per cento per quanto riguarda l’ampliamento in occasione della demolizione e ricostruzione e le opere strettamente collegate.

Superbonus 110%: dal 2022 tutto cambia! Ultime notizie

Il Superbonus 110% è stata una misura sin dalla sua nascita, teatro di accese discussioni tra le varie forze politiche, approvato nel 2019 dall’ex governo Conte.

Le polemiche degli ultimi mesi si sono focalizzate sulle ingenti truffe perpetrate ai danni dello Stato da una serie di imprese spesso fittizie, che gonfiavano le fatture oltre il prezzo reale di mercato intascando il credito d’imposta.

Tali truffe ad oggi ammonterebbero a circa 5 miliardi di euro, questo infatti è quanto risulta da un indagine eseguita da Guardia di Finanza in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate. 

Questa situazione che si è venuta a delineare ha fatto scattare immediatamente un campanello d’allarme, l’esecutivo ha quindi deciso di prendere da subito delle contromisure approvando il Decreto Antifrode, obbligando in questo modo le imprese impegnate nei lavori di riqualificazione energetica due nuovi documenti: 

Provvedimento che però non ha trovato unione tra le forze politiche facendo di fatto scoppiare nuove polemiche.

A seguito di tale decreto infatti, numerose le imprese e le associazioni di categoria che hanno espresso malcontento e tensione bloccando molti dei numerosi cantieri in corso sul tutto il territorio italiano.

Ed è proprio grazie a questa nuova normativa che gli inquirenti sono stati capaci di far emergere le presunte irregolarità da parte di molte imprese edili, i controlli effettuati infatti hanno evidenziato:

che le frodi a partire da gennaio 2022 ( mese di approvazione del D.L. Antifrode ) sono passate da 800 milioni a 5 miliardi di euro su un totale di 30 miliardi che rappresenta il costo dei lavori complessivi di tutti i cantieri aperti con il Superbonus 110%, insomma stiamo parlando di circa un 5% percentuale preoccupante. 

E quindi le polemiche che si stanno susseguendo in queste settimane in parlamento vedono un M5stelle che difende a spada tratta il bonus definendolo determinante per la ripresa economica dell’Italia contro altri esponenti del Governo come Giancarlo Giorgetti che definisce il Superbonus 110% una “droga” per il settore edilizio.

In molti chiedono il ridimensionamento dei lavori ammessi dalla misura oltre al fatto che una normativa che ristringa la platea dei beneficiari, impensabile infatti in un momento storico come questo dare contributi “a pioggia” destinati a tutti.

Superbonus 110%: come cambiano le regole per chi ha avviato i lavori ora?

Con l’approvazione dell’ultimo decreto Legge di fatto entrano in vigore le nuove regole riguardanti la cessione del credito che cambia in questo modo:

in pratica il cittadino o l’impresa che decide di cedere il credito potrà farlo solo verso una società vigilata ovvero una banca, un istituto di credito o un’assicurazione purchè iscritta all’albo.

L’ente che lo ha ricevuto potrà a sua volta ricederlo ad una seconda società vigilata, cessione multipla che si fermerà qui, ciò significa che potrà essere ceduta per non più di due volte.

Stesso discorso per lo sconto in fattura che sarà soggetto alle stesse regole, con la ditta che lo potrà cedere solo ad una società vigilata.

Superbonus 110% : quali sono le regole da seguire per chi ha già avviato i lavori?

Per chi ha già avviato i lavori per riqualificare la propria abitazione beneficiando dei lavori ammessi dal Superbonus 110% ed intenzionato ad usufruire della cessione del credito come modalità di rimborso la strada procede con un doppio binario.

Per chi ha avviato i lavori e comunicato la cessione del credito non cambierà nulla.

Diversa la situazione invece invece per coloro che hanno iniziato i lavori senza ancora procedere con la cessione potrebbero esserci infatti dei seri problemi, derivanti dagli istituti di credito più che dalla norma in se per se.

Potrebbe infatti verificarsi il caso che le banche non abbiano più credito a disposizione da destinare al superbonus 110%, questo comporterebbe le medesime difficoltà per colore che scegliessero lo sconto in fattura, questo perchè l’impresa che lo effettua nella quasi totalità dei casi, si troverà a cederlo a sua volta ad una banca.

Superbonus 110: ma quanto costa cedere il credito alle banche?

Cedere il credito alle banche o all’azienda responsabile dei lavori per usufruire dello sconto previsto per i lavori ammessi dal Superbonus 110% non ha praticamente alcun costo.

Al contrario l’istituto che acquisisce il credito potrà beneficiare del rimborso più un ulteriore 10% del costo dei lavori garantito dallo Stato.

In pratica per dare un significato al perchè di quel 10% dobbiamo immaginarlo come un interesse riconosciuto alla banca per essersi “messo in pancia” il debito aver garantito la liquidità necessaria per i lavori e quindi essersi esposta ad un rischio.

Alternativa alla cessione del credito c’è lo sconto in fattura.

Ma che differenza c’è tra le due modalità?

In pratica la differenza sussiste nel rapporto di intermediazione che corre tra le tre parti: richiedente del bonus, general contractor dell’azienda edile, istituto finanziario/bancario.

In pratica nel caso di sconto in fattura sarà l’impresa in prima battuta a “mettersi in pancia” il debito che a sua volta cederà ad un istituto bancario beneficiando  di un vero e proprio sconto ad opera.

Anche in questo caso dunque il cittadino che usufruirà del superbonus non dovrà anticipare alcuna spesa.

Superbonus 110%:  quali sono le responsabilità dei tecnici?

In pratica i tecnici responsabili del rilascio e della certificazione per quanto riguarda la documentazione prevista, nel caso di false informazioni che attestino falsi requisiti sul progetto o ancora la congruità delle spese rischiano sanzioni penali che prevedono in molti casi la reclusione in un periodo compreso tra 2 e 5 anni oltre che multe tra 50 e 100 mila euro.

Sanzioni in vigore già da diversi anni specificate all’interno del Decreto rilancio. 

Insomma norme e modifiche continuano a susseguirsi in maniera frenetica questo alla luce di sempre nuovi problemi che con l’aumentare del numero di cantieri vengono fuori.

Truffe ai danni dello Stato, ma anche il timore di non poter più sostenere una riforma molto onerosa per le casse dello Stato.

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