La leucemia mielomonocitica cronica che ha portato alla morte di Silvio Berlusconi è caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione dei globuli bianchi e colpisce soprattutto i soggetti in età avanzata.
Entriamo nel dettaglio e scopriamo cos’è questa malattia che ha colpito Silvio Berlusconi.
Leucemia mielomonocitica cronica: cos’è e quali sono i sintomi
La leucemia mielomonicitica cronica è un tipo di cancro del sangue che colpisce i globuli bianchi, in particolare i monociti e i granulociti. Questi globuli bianchi anormali si accumulano nel midollo osseo e possono diffondersi in altre parti del corpo, come il sangue e gli organi.
Può presentarsi in due forme:
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displastica, in cui prevalgono anemia e neutropenia;
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proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi.
Il sistema immunitario viene debilitato dalla malattia, il che favorisce l’insorgenza di infezione, tra cui anche quella polmonare.
I sintomi sono spesso poco specifici e comuni a molte altre malattie, tra cui debolezza, febbre, sudorazione notturna, perdita di peso, dolore alle ossa e milza ingrossata.
Possono inoltre essere presenti sanguinamenti, infezioni e stanchezza legati alla riduzione delle normali cellule del sangue che sono sostituite da quelle tumorali.
Quali sono i fattori di rischio della leucemia mielomonocitica cronica
Non sono note le cause esatte della manifestazione della leucemia, ma ci sono dei fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare questa malattia, tra cui:
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età avanzata, soprattutto sopra i 50 anni;
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sesso maschile;
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esposizione a sostanze chimiche, tra cui il benzene;
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esposizione alle radiazioni;
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presenza di altre malattie del sangue;
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fumo di tabacco.
Dati i fattori che potrebbero aumentare la probabilità di sviluppo di questa malattia, non resta che scoprire le cure a cui potersi sottoporre.
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Come curare la leucemia mielomonocitica cronica
Il trapianto allogenico di cellule staminali è l’unico trattamento con potenziale curativo, ma in molti casi, data anche l’età adulta in cui questa malattia può manifestarsi, è difficile attuarla.
Nei casi ad alto rischio non candidabili a trapianto può essere impiegata l’azacitidina e, nei casi proliferativi, l’idrossiurea per controllare la conta dei globuli bianchi.
In caso di anemia, nei pazienti a basso rischio può essere utilizzata l’eritropoietina.
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