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Se stai leggendo quest’articolo, molto probabilmente sei un lavoratore o una lavoratrice all’interno della pubblica amministrazione (PA).
Come ben sai, quando si tratta di questo mondo lavorativo si pensa spesso al fatto che si debba avere a che fare con un sacco di documenti e tanta, ma tantissima burocrazia.
Del resto questo è uno dei compiti principali che gestiscono molti lavoratori appartenenti alla pubblica amministrazione, specialmente coloro che lavorano presso uffici pubblici.
Il discorso è leggermente diverso per attività differenti come quelle degli insegnanti, delle forze dell’ordine, vigili del fuoco e via discorrendo.
Nello scenario comune si tende a identificare nella propria mente l’immagine di un dipendente pubblico con una persona seduta sulla scrivania a gestire carte su carte.
Infatti questa visione al giorno d’oggi è ulteriormente rafforzata in Italia, perché è presente una forte credenza comune in merito al cosiddetto “posto fisso”.
Diciamoci la verità, purtroppo quando esce quest’argomento vengono fatte spesso considerazioni negative, perché vengono tirati in ballo argomenti come raccomandazione, mancanza di meritocrazia e altre cose spinose.
Questo succede perché siamo condizionati negativamente dall’esempio dei politici, che come ben sappiamo, sono purtroppo condizionati dal meccanismo malato dello sfruttamento e della corruzione e questo, automaticamente, non ci trasmette alcun tipo di fiducia nei confronti dell’amministrazione pubblica.
Stipendi PA: la più grande criticità del lavoro pubblico
Dunque, ritorniamo nel concreto al discorso degli stipendi PA. Sicuramente vuoi fare anche una verifica sul fatto che la retribuzione che tu hai ricevuto sinora sia in perfetta regola.
Quasi sicuramente lo è, perché quando si parla di lavori statali si ha pur sempre una certa garanzia di chiarezza da parte del datore di lavoro che ti assume.
E poi i lavori pubblici sono quelli che offrono una maggiore stabilità, dato che i contratti stipulati sono a tempo indeterminato.
Questo è sicuramente uno dei fattori distintivi per eccellenza, se si fa confronto con la categoria lavorativa dell’impresa o quella inerente alla libera professione, che entrambe presuppongono l’apertura della Partita Iva.
Diciamo che per effettuare il calcolo dello stipendio PA si deve tenere a mente il fatto che è vero che ha delle particolarità, però allo stesso tempo diventa facilissimo.
Ciò che conta è che si comprenda efficacemente il meccanismo che sta dietro le quinte, dopodiché il resto non è altro che un strada in discesa.
Siccome c’è stata un’innovazione, un cambiamento dei contratti inerenti alla pubblica amministrazione, di conseguenza questo ha influenzato anche delle variazioni nelle buste paga dei dipendenti.
Infatti questi cambiamenti premettono l’inserimento di nuovi parametri e criteri per assegnare lo stipendio PA.
L’obbiettivo è quello di premiare la meritocrazia, l’esperienza e le abilità dei lavoratori o delle lavoratrici.
Questo è un importante passo in avanti, perché il maggior difetto dei cosiddetti “posti fissi” è proprio la tendenza a non dare il massimo, perché a prescindere lo stipendio arriva comunque.
Naturalmente se l’impegno è veramente scarso e misero, è ovvio che il dipendente possa subire delle ripercussioni.
Però quello che voglio dire è che in queste situazioni non c’è lo stimolo al miglioramento, ma c’è la tendenza al minimo indispensabile.
Stipendi PA: alcune considerazioni sulle statistiche
Prima di spiegarti come fare il calcolo del tuo stipendio netto, ci tengo a fare qualche piccola precisazione su alcune interessanti statistiche.
Nel periodo della pandemia c’è stato un importante aumento delle domande ai concorsi pubblici e questo è dovuto principalmente dal fatto che molti hanno bisogno di una sorta di salvagente per non soccombere economicamente.
Se vogliamo prendere qualche numero in merito proprio al discorso sugli stipendi mi permetto di fornirti questi dati riportati da businessonline.it:
Secondo l’Aran, la retribuzione lorda media degli statali è di 36.324 euro lordi all’anno. I lavoratori del comparto centrale guadagnano in media 35.355 euro lordi, quelli periferici 37.435 euro. Si tratta di medie perché la cifra sale o scende in base all’inquadramento.
Si tratta di cifre dignitose, però fai attenzione al fatto che questi numeri sono importi lordi da cui non sono state estrapolate le tasse.
Adesso ti menziono una citazione di orizzontescuola.it, in cui emerge uno degli importanti cambiamenti di cui ti ho parlato poco prima:
Con la nuova riforma dell’IRPEF cambiamo diversi aspetti della busta paga del lavoratore dipendente. Le aliquote Irpef e gli scaglioni di reddito sono stati ridotti da 5 a 4 con un reale vantaggio nel pagamento delle imposte visto che, il secondo e terzo scaglione hanno subito una riduzione dell’aliquota Irpef rispettivamente del 2 e del 3% passando dal 27% al 25% e dal 38% al 35%
Stipendi PA: breve spiegazione sulla busta paga
Normalmente nelle buste paghe, cioè quei documenti su cui il datore di lavoro indica lo stipendio che spetta al dipendente, emergono due fattori chiave.
Il primo è l’importo lordo e, alla fine, l’importo netto, cioè ciò che il lavoratore o la lavoratrice incassa effettivamente.
Il motivo per cui le retribuzioni dei vari dipendenti pubblici cambiano dipende dal fatto che ci sono dei veri e propri livelli di retribuzione, che tecnicamente si chiamano fasce di livello professionale.
Ci sono parecchie fasce e spesso si contraddistinguono attraverso delle sottocategorie, che poi di fatto andranno a identificare l’esatto ammontare dello stipendio.
Per quanto riguarda l’ambito dell’amministrazione centrale (uffici in generale) diciamo che lo stipendio si raggira intorno ai €35.000 lordi all’anno.
Invece, per quanto riguarda l’amministrazione periferiale, le somme sono leggermente più alte, perché lo stipendio lordo annuale è intorno ai €37.000
Per aiutarti a schiarire meglio le idee, ti fornisco questa tabella di stipendi PA, in modo tale che tu possa avere un’importante agevolazione nella comprensione dei concetti che ti trasmetto.
Stipendi PA: le fasce e le retribuzioni
Il sistema dell’ordinamento professionale si suddivide in quattro aree.
Ovviamente i parametri che entrano in gioco sono i titoli, le conoscenze, le competenze, l’iscrizione a un eventuale albo professionale, abilitazioni ed esperienze lavorative pregresse.
Le quattro aree corrispondono a quelle degli operatori, assistenti, funzionari e altre professioni più importanti.
Le famose fasce di cui ti ho parlato sono tre.
La prima fascia si chiama area A e comprende i primi tre livelli (F1, F2, F3).
Di seguito troviamo l’area B, che comprende da F1 a F6, mentre l’area C comprende da F1 a F7.
Come vedrai dalla tabella, ci sono alcuni elementi che vanno a incrementare lo stipendio PA e questi sono:
- Lo stipendio base;
- Gli scatti d’anzianità;
- Le prestazioni straordinarie;
- Bonus per particolari obiettivi raggiunti;
- Altri compensi.
Questi fattori sono presenti nella struttura che concerne la retribuzione per assistenti, operatori e funzionari.
Ci sono anche due categorie che seguono criteri diversi, cioè quella dell’ispettore generale e il direttore di divisione.
Stipendi PA: retribuzione e stipendi
Ci sono vari parametri che influenzano le retribuzioni nella sfera della pubblica amministrazione.
Di seguito ti riporto l’elenco delle possibili retribuzioni lorde:
- Ispettore generale: €2.766;
- Direttore di divisione: €2.570;
- Area 3: F7, F6, F5, F4, F3, F2 dai €2.687 ai €1.920 euro;
- Area 2: F6, F5, F4, F3, F2, F1 dai €1.919 ai €1.500;
- Area 1: F3, F2 e F1 dai €1.549 ai €1.430.
Per quanto riguarda il discorso delle retribuzioni extra, i dipendenti pubblici hanno diritto alla tredicesima.
Quando si arriva a 5 anni di esperienza si ottengono 5 scatti d’anzianità. I funzionari, a queste condizioni, percepiranno €2250, gli assistenti €1250 e €800 gli operatori con due scatti d’anzianità.
Questi sono alcuni esempi per farti capire il processo, perché il fulcro di tutto quest’articolo sta nella tabella delle retribuzioni, che ti ho fornito in precedenza.
Stipendi PA: ecco come fare il calcolo netto
Per calcolare lo stipendio netto bisogna seguire dei passaggi precisi.
Per prima cosa, bisogna effettuare il calcolo del reddito imponibile (che di fatto non è altro che la retribuzione lorda).
Una volta fatto ciò, a questo devi fare la sottrazione dei contributi.
Un altro passaggio fondamentale che devi svolgere consiste nel calcolare l’imposta che devi saldare all’Erario, tenendo conto dello scaglione di appartenenza Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche).
Una volta che viene fatta la differenza con quest’ulteriore elemento, allora si ottiene l’importo dello stipendio netto che entrerà nel tuo conto corrente.
Di seguito, bisogna eliminare anche le detrazioni fiscali e il bonus Renzi.
Naturalmente è bene che tu scelga la tua categoria lavorativa di riferimento all’interno della tabella.
Un altro aspetto da considerare è il grado della tua aliquota contributiva, il regime fiscale ed eventualmente anche altri redditi.
Dunque, i tre parametri più importanti che ti servono per svolgere questo calcolo nella maniera più corretta sono il reddito imponibile, l’ammontare dell’imposta Irpef e le detrazioni fiscali.