Pensione e lavoro: tutto quello che pochi dicono, ma che devi sapere assolutamente 

Chi rischia di avere i requisiti per la pensione e non vedersi accolta la domanda INPS. Come e quando l'INPS rifiuta la domanda di pensione?

Spesso capita di faticare una vita intera e rischiare di non andare in pensione. Non dovrebbe accadere che pur rientrando nei requisiti per la formula pensionistica di cui si richiede l’accesso, ci si trova con la richiesta di pensionamento rifiutata. Perché succede, come e quando l’INPS rifiuta la domanda di pensione, è possibile rimediare? 

Prima di capire esattamente le dinamiche che si innescano nel quadro pensionistico, è importante considerare diversi aspetti legati alla carriera lavorativa. 

Alla fine di un’attività lavorativa o quando si raggiunge l’età per il pensionamento suggellata dalla presenza del giusto montante contributivo, spetta il diritto alla pensione. In teoria, questa è la regola principale, ovvero il possesso del requisito anagrafico e contributivo permette di accedere al trattamento economico previdenziale ordinario. 

D’altra parte, dopo aver faticato una vita l’obbiettivo primario resta il pensionamento. È anche vero che spesso si raggiunge quel limite fisico insopportabile al proseguo dell’attività lavorativa, per cui si necessita di un meritato riposo. 

Peraltro, c’è da chiedersi perché esistono le anomalie nel sistema previdenziale, che difatti ostruiscono il passaggio alla pensione. Anche, se il lavoratore raggiunge i requisiti teorici per l’accesso al trattamento economico pensionistico. 

Per questo motivo, ci premere rispondere alla domanda di Alessia, che si chiede: 

“Buongiorno, mi chiamo Alessia scrivo dalla provincia di Ancona, ho raggiunto 63 anni a gennaio 2022 con 40 anni di servizio. Ho chiesto l’accesso a Quota 100 prima del 31 dicembre 2021, ma non ho avuto esito positivo. L’INPS ha bocciata la domanda di pensione anticipata. Ho capito che non ho perfezionato i requisiti, nonostante la presenza di 62 anni e 38 anni di contributi come da normativa. Certa di una sua risposta, porgo distinti saluti”. 

Non sempre rientrare nei requisiti (età e contributi) permette di ricevere subito la pensione, in alcuni casi l’INPS boccia la richiesta per l’assenza di altre circostanze legate alla misura di cui pochi sono a conoscenza. Vediamo cosa serve per ottenere la pensione INPS.    

Pensioni e lavoro: tutto quello che pochi dicono, ma che devi sapere assolutamente 

Il vero problema, è che sono tanti i motivi che portano l’INPS a bocciare la richiesta di pensionamento. Spesso a remare contro il lavoratore è l’assenza dei requisiti non noti, disposti dalla normativa per il rilascio del trattamento economico previdenziale per cui si richiede l’accesso. 

Recentemente sono aumentati i casi in cui i lavoratori pensano di vantare un’ottima carriera anche ai fini pensionistici, ma in verità non è così.

Alla base della normativa esiste una realtà di cui pochi tengono conto, in linea sommaria il sistema pensionistico non è fondato solo sul raggiungimento della quota anagrafica e contributiva. È, necessario, rientrare in altre condizione specie se il discorso cade sulla possibilità di richiedere un’uscita anticipata dal lavoro. 

Per un maggiore supporto alla lettrice occorrerebbero maggiori informazioni. Sapere che l’INPS ha bocciato la richiesta di pensionamento, non è sufficiente a identificare un motivo. Questo, perché il rifiuto della richiesta alla pensione porta ad abbracciare più cause, quindi è possibile che subentrino più concause. 

È probabile che l’INPS abbia rifiutato la richiesta di pensione anticipata Quota 100, anche tenendo conto di altre condizioni. 

Ho i requisiti per la pensione anticipata Quota 100, ma l’INPS mi ha bocciato la domanda, cosa posso fare?

La misura sperimentale Quota 100 ha permesso a tantissimi lavoratori di collocarsi in quiescenza. Anche, perché, rispetto alle condizioni attuali di Quota 102 contiene una riduzione del requisito anagrafico di ben due anni. 

Tuttavia, la lettrice ha omesso d’indicare gli anni di contributi versati all’atto della richiesta di pensionamento con quota 100. Anche, se apparentemente al 31 dicembre 2021 vantava 38 anni di contribuzione non è detto che il montante contributivo sia effettivo.

Ed, è per questo (forse) il motivo principale per cui l’INPS ha bocciato la richiesta dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro. 

Per assurdo, anche raggiungendo i 62 anni di età e un requisito contributivo di 38 anni, la lettrice si è vista rifiutare l’accesso alla pensione anticipata. 

Il motivo per cui l’INPS ha bocciato la richiesta della lettrice non è l’assenza del requisito anagrafico. Ma, potrebbe essere il mancato perfezionamento dei 35 anni di contributi effettivi.

Infatti, la normativa vigente prevede che per il rilascio del trattamento economico ordinario anticipato è necessario completare un ciclo di 35 anni di contribuzione effettiva.

Non si esclude la carenza di quest’ultimo requisito indispensabile per il rilascio della pensione anticipata Quota 100. A inficiare i 38 anni di contribuzione della lettrice possono essere stati i periodi di disoccupazione o periodi di malattia sopra le soglie previste dalla normativa, tanto da non fare registrare una condizione contributiva piena di 35 anni. 

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