Unione Eu e criptovalute: nuovi standard minimi ambientali

Se nel 2008 le criptovalute erano solo un'idea abbozzata di un processo che avrebbe stravolto il mercato finanziario, ora lo sono a tutti gli effetti.

Se nel 2008 le criptovalute erano solo un’idea abbozzata di un processo che avrebbe stravolto il mercato finanziario, ora lo sono a tutti gli effetti. Nonostante siano una realtà decentralizzata e non dipendente dai governi, da qualche anno il valore di alcune è cresciuto a tal punto da non poter passare inosservato.

Infatti alcuni Paesi, come il Giappone, hanno deciso di adottare una propria criptovaluta di stato e persino delle banche, prima fra tutte la Morgan Stanley negli Stati Uniti, hanno inserito le criptovalute come parte dei loro portafogli di investimento. 

Di fronte a questo scenario come reagisce l’Europa? Nel 2020 viene incrementata la regolamentazione riguardante lo scambio di criptovalute e nasce il MiCA, Markets in Crypto-assets Regulation, incaricato di fornire un quadro giuridico per lo sviluppo dei mercati delle criptovalute all’interno dell’UE.

Questo perchè fino a due anni fa, il trattamento normativo delle criptovalute che non sono coperte dalla legislazione esistente riguardo i servizi finanziari non era ben definito. Negli ultimi giorni si sta discutendo molto in relazione all’ultimo provvedimento approvato che stravolgerà completamente il mondo delle criptovalute nei 27 stati membri.

La regolamentazione aiuterà le criptovaute ad essere più sicure oppure limiterà i loro servizi? 

Qual è la posizione dell’Europa nei confronti della sostenibilità ambientale e sociale delle criptovalute?

Criptovalute in Europa: i mercati della regolamentazione delle criptovalute

Il MiCA, Markets in Crypto-assets Regulation, dal 2020 è il riferimento Europeo riguardo il trattamento normativo delle criptovalute. Ciò significa che attuerà un regime di licenza unico in tutta l’Unione Europea per le risorse crittografiche che non sono attualmente oggetto di regolamentazione finanziaria esistente.

Prima della nascita del MiCA le criptovalute non erano inserite in un quadro giuridico definito ad hoc, è per questo che il primo obiettivo del MiCA è di armonizzare il quadro europeo per creare un blocco di leggi su misura per questo settore in continua evoluzione.

È molto importante sottolineare che il MiCA essendo il riferimento ufficiale europeo, deve operare secondo i principi europei che per definizione contribuiscono a creare un’Europa:

“sociale forte, che sia equa, inclusiva e ricca di opportunità.”

Le intenzioni non sono di criticare il mondo delle criptovalute che è già stato accolto, seppure con le mani di piombo. The Cryptonomist scrive che:

on questo sistema l’Europa mira a salvaguardare i sistemi di pagamento che implicano lo scambio di monete virtuali, impedendo traffici illeciti e che venga usata la Blockchain per uso terroristico e di antiriciclaggio.

Criptovalute in Europa: gli obiettivi del MiCA

Tra i pilastri del sistema europea ci sono anche le politiche ambientali per permettere all’Europa uno sviluppo sostenibile:

Il concetto di sviluppo sostenibile si riferisce a una forma di politica di sviluppo che mira a soddisfare le esigenze economiche, sociali e ambientali della società in termini di benessere sul breve, medio – e soprattutto – lungo periodo. 

Entrando nel dettaglio, gli obiettivi specifici del Mica sono quattro:

  • creare dei livelli adeguati di tutela dei consumatori e degli investitori per garantire una corretta e sicura integrità del mercato delle criptovalute
  • fornire una “certezza legale” per le criptovalute non coperte dalla vigente legislazione dell’UE sui servizi finanziari
  • supportare l’innovazione promuovendo un piano di sviluppo delle criptovalute e l’accessibilità ad un pubblico più ampio della DLT (tecnologia del registro distribuito)
  • garantire la stabilità finanziaria definendo delle regole specifiche per le cosiddette “stablecoin”, anche quando si tratta di moneta elettronica.

Criptovalute in Europa: il dilemma riguardo il Proof of Work

Una delle paure della maggior parte degli utenti era che l’Europa chiudesse completamente le porte a tutte le criptovalute che utilizzano il protocollo Proof of Work (PoW) per gli impatti ambientali che generano. Questa proposta è stata bocciata in fase di bozza ma sicuramente non verrà accantonata del tutto.

Se fosse stata incorporata, avrebbe essenzialmente comportato un divieto delle più grandi criptovalute basate sul mining come Bitcoin, Litecoin ed Ethereum, anche se ques’ultimo tra poco cambierà il suo protocollo passando da Proof of Work a Proof of Stake.

Inoltre, come conseguenza, anche tutti i servizi crittografici relazionati a questi perchè agiscono come “custodi” di queste monete sarebbero diventati illegali in tutta Europa. 

Con la posizione nel mercato che si sono guadagnate queste criptovalute, non è così semplice – e neppure conveniente – renderle illegali ma nello stesso tempo non si può semplicemente chiudere un occhio di fronte agli ultimi dati che sono stati pubblicati. Ma come mai da una proposta così radicale alla fine è stato fatto un passo indietro?

Criptovalute in Europa: la comunità scientifica

La comunità scientifica si è espressa: il Proof of Work NON è un protocollo sostenibile e implica uno spreco di energia non indifferente dal momento che, come scrive l’Università di Cambridge, il consumo stimato solo del Bitcoin è pari a quanto consuma l’interna Svezia.

Poche settimane fa è stata lanciata anche una campagna da Greenpeace e dall’Environmental Working Group per spingere Bitcoin a cambiare il suo protocollo con il fine di minimizzare i consumi di elettricità che al giorno d’oggi stanno danneggiando i Paesi che presentano una normativa ambientale molto debole oppure quelli dove il costo dell’energia è molto basso.

A Bitcoin però non conviene cambiare il suo protocollo, perchè implicherebbe “reinventarsi” e trovare soluzioni creative dal momento che tutte le componenti necessarie per minare non sarebbero più necessarie. Quindi a meno che non vengano imposte delle restrizioni severe, Bitcoin continuerà con lo stesso codice.

Criptovalute in Europa: la sostenibilità ambientale

Oramai è un dato di fatto che l’alto consumo di energia elettrica delle criptovalute che utilizzano il protocollo Proof of Work (PoW) le rende insostenibili sia dal punto di vista ambientale che sociale. Questo è qualcosa di intrinseco alla progettazione dello stesso protocollo che non prende in considerazione la sostenibilità.

Ma quanto è importante la sostenibilità ambientale per l’Europa? Nel seguente video di euronews (in Italiano) vedrai quali sono i 17 obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per il 2030 riguardo lo sviluppo sostenibile e di come molti Paesi membri dell’Unione Europea siano lontani dal raggiungerli.

Alcuni Paesi dell’Unione Europea come la Svezia e la Norvegia, stanno adottando delle restrizioni molto rigide nei confronti delle criptovalute che necessitano di essere minate. Nonostante alla fine la proposta di legge contro il PoW non è passata, l’Europa non potrà ignorare l’impatto del mining e molto probabilmente cercherà nuovi provvedimenti.

Criptovalute in Europa: gli standar minimi

Dal momento che l’Europa deve mantenere degli standar minimi per garantire un processo di sviluppo sostenibile, è molto difficile che la questione dei Bitcoin e del Proof of Work in generale finisca in questo modo. Infatti occorre essere diffidenti, poichè la bozza di testo di legge implica che le criptovalute siano soggette a degli standard minimi di sostenibilità ambientale.
Quindi il fatto che non sia vietato lo scambio delle criptovalute più contaminanti per l’ambienta non implica che non possano diventare “obsolete” nel caso in cui non rispettino dei criteri imposti. Questo si potrà sapere con certezza sono entro la fine dell’anno.
Infatti, dopo che sono emerse molte preoccupazioni riguardo la sostenibilità, la legislazione ambientale dell’Unione Europea dovrebbe avanzare nuove proposte. I dettagli dovrebbero includere certamente le attività di mining di criptovalute che contribuiscono in modo sostanziale all’inquinamento dell’ambiente.

Criptovalute in Europa: cosa ne sarà degli NFT e della DeFi?

Dall’introduzione della bozza di legge nel 2020, abbiamo assistito a una rapida crescita di altri usi della blockchain, con un boom di popolarità della finanza decentralizzata (DeFi) e dei token non fungibili (NFT). Si genera quindi una necessità di maggior chiarezza e trasparenza riguardo la legislazione europea.

Secondo Lexology:

gli NFT soprattutto continuano a generare un dibattito considerevole sul fatto che possano essere classificati come un titolo, un asset crittografico/virtuale o se sfuggano alla classificazione come strumento finanziario.

Al momento però non ci sono delle delucidazioni riguardo gli NFT e la DeFi. Le informazioni pubbliche ufficiali riguardo l’ultima regolamentazione approvata riguardano soprattutto dei cambiamenti per la privacy e l’antiriciclaggio.

Questo potrebbe comportare molte complicazioni e critiche da parte dei clienti a cui non sarebbe più garantito l’anonimato, e per alcuni exchange sarebbe quasi impossibile fornire determinate informazioni in quanto nel mondo cripto dovrebbe essere garantito l’anonimato.

Criptovalute in Europa: le prospettive future

Dopo il voto in parlamento, la bozza del MiCA si sta ora spostando verso una triple approvazione che implica un ciclo formale di negoziati tra la Commissione europea, il Consiglio europeo e il Parlamento europeo.

Le autorità di vigilanza europee e la banca centrale irlandese stanno facebndo pressione affinchè venga finalizzato il pacchetto MiCA perchè con la crescita delle criptovalute in Europa sta causando sempre più situazioni rischiose e speculative. 

Attualmente si prevede che la nuova regolamentazione del MiCA verrà presentata entro la fine di quest’anno per poter essere proposta agli Stati membri dell’Unione Europea all’inizio del 2024.

Dopo aver abbandonato l’idea di vietare in Europa le criptovalute che vengono minate, ossia quelle che adottano il protocollo Proof of Work, dobbiamo aspettarci che la tematica riguardo la sostenibilità venga presa nuovamente in considerazione e che verranno presentati nuovi provvedimenti a riguardo.

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
798FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche

Acconto IMU 2024: data, scadenza e come si calcola

I 7 Paesi più pericolosi al mondo: ecco quali evitare

Ftse Mib: Enel, Azimut e altri al test dei conti

News Correlate

Cosa devi sapere sulla nuova app crypto di Robinhood in Europa

Come vanno le criptovalute oggi? I top e flop delle ultime 24 ore