L’abuso edilizio nasce nel momento in cui il proprietario della casa procede, di propria iniziativa, con la ristrutturazione della stessa senza l’autorizzazione del Comune di appartenenza. Si tratta quindi di un’attività svolta nel mancato rispetto della legge redatta a tutela del settore urbanistico.
Rientrano negli abusi più comuni l’ingrandimento oppure la modifica degli spazi dell’abitazione senza possedere i titoli di abilitazione dell’amministrazione.
Esistono però altri illeciti che rientrano nella categoria di abusi edilizi non sanabili. Scopriamo quali sono e cosa si può fare per renderli sanabili.
Abuso edilizio non sanabile: quando si può evitare la demolizione
L’ottenimento del permesso a costruire è una fase importante in cui, secondo la legge, il comune effettua delle verifiche sulla regolarità – e quindi sull’assenza di un abuso edilizio – di 3 elementi:
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la pianificazione urbanistica;
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la pianificazione edilizia;
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la pianificazione igienico-sanitaria.
Solo dopo aver accertato che sia tutto in regola, l’amministrazione Comunale potrà concedere il permesso a costruire.
Qualora, però, dovesse risultare la presenza di un abuso edilizio non sanabile il permesso non verrebbe concesso. Scopriamo quali sono gli illeciti che rientrano tra i non sanabili e quando si può evitare la demolizione delle modifiche apportate.
Come scoprire se la casa ha un abuso edilizio
Da un’indagine è emerso la presenza di abuso edilizio soprattutto sugli immobili realizzati prima degli anni 2000. Bisogna però sottolineare che non tutti i proprietari sono a conoscenza della presenza di irregolarità sulla propria abitazione. Si pensi ad esempio alle case ereditate oppure acquistate con la presenza di abusi edilizi.
Per queste ragioni è importante che chi acquisisce un’eredità oppure acquista una casa si informi sullo stato della stessa. Per scoprire se l’abitazione ha subito delle trasformazioni irregolari con il precedente proprietario, basterà recarsi presso il Comune di appartenenza per ottenere tutte le informazioni sull’immobile.
Molti preferiscono rivolgersi, invece, a uno specialista del settore come un ingegnere, geometra oppure a un architetto. Di sicuro questi professionisti si muoveranno con maggiore agio per l’ottenimento delle informazioni della casa contenute al catasto.
Abuso edilizio non sanabile e doppia conformità
Come precedentemente sottolineato, l’abuso edilizio non sanabile è quello che non ha la doppia conformità. Ma di cosa si tratta?
Per doppia conformità s’intende che la costruzione dell’immobile è avvenuta senza due elementi di rilievo:
- 1.
permesso di costruzione;
- 2.
consenso del Comune di appartenenza.
Pertanto tutte le costruzioni – anche le case vendute con abuso edilizio – che risultano abusive rientrano tra quelle non sanabili e devono essere demolite.
Quando il Comune può optare per la non demolizione
Esistono però anche dei casi particolari, alquanto rari, in cui il Comune potrebbe decidere di non richiedere la demolizione dell’immobile nato da un abuso edilizio non sanabile.
Non si procede alla demolizione nel caso in cui si rischia di rendere instabile la struttura edificata. Infatti, se si attuasse il ripristino causando una maggiore instabilità dell’edificio la situazione sarebbe, in tal caso, peggiore perché comprometterebbe l’agibilità dell’intera struttura. Pertanto, i tecnici comunali potrebbero attuare una sanzione pari al doppio del costo che si dovrebbe pagare per l’abbattimento delle modifiche abusive.