Legge islamica, cosa prevede e perché Cristiano Ronaldo non può vivere con Georgina

La legge dell'Arabia Saudita proibisce la convivenza fuori dal matrimonio. Ma Georgina Rodriguez e Cristiano Ronaldo potrebbero trovare un escamotage.

Cristiano Ronaldo debutterà a breve nell’Al-Nassr, la squadra dell’Arabia Saudita pronta a versargli uno stipendio di 200 milioni di euro a stagione (per dire, 380 euro al minuto).

Una cifra esorbitante, soprattutto alla fine della sua carriera, ragione che l’ha anche spinto ad accettare un’offerta, alla fin fine, non troppo prestigiosa e non in linea con i suoi precedenti successi.

Ronaldo, però, non sembra aver tenuto conto di un piccolo dettaglio al momento della firma del contratto, vale a dire la legge islamica che proibisce la convivenza fuori dal matrimonio (nel suo caso, con Georgina Rodriguez).

Ecco dunque come stanno davvero le cose, e cosa prevede la legge nel dettaglio.

Cristiano Ronaldo e Georgina Rodriguez: convivenza a rischio per la legge arabica?

L’Arabia Saudita, infatti, è dotata di un diritto che si basa in gran parte sulla Sharia, ovvero la legge islamica che si rifà direttamente al Corano e alla Sunnah, un codice di comportamento legato principalmente alla legge della consuetudine.

Proprio per questo, fanno parte della legislazione anche diverse indicazioni riguardo la vita privata degli individui, come ad esempio il divieto di convivere sotto lo stesso tetto a tutti coloro che non siano parenti o che non siano legati da matrimonio regolare.

In quest’ultima categoria rientrerebbero anche Cristiano Ronaldo e Georgina Rodriguez: la coppia, una delle più seguite del pianeta, non è infatti sposata. Che si tratti legittimamente di una scelta (oppure, come insinuano alcune voci, che sia il sintomo di una crisi difficilmente risolvibile), sta di fatto che a questa condizione, secondo la legge, la convivenza non è permessa.

Tuttavia, non è ancora il momento di dirsi addio per Cristiano e Georgina, dato che, come per tutte le leggi estremamente severe, non mancano gli escamotages per aggirare anche questa.

L’Arabia Saudita prevede infatti ampie eccezioni per i suoi ospiti stranieri (ovviamente meglio se facoltosi e famosi, ma non si tratta di una caratteristica essenziale; tra l’altro, la classifica dei calciatori più pagati al mondo vede Ronaldo piuttosto lontano dal podio).

Vive felicemente insieme alla fidanzata Francesca Brienza, ad esempio, l’allenatore dell’Al-Nassr Rudi Garcia, la quale ha anche condiviso una storia su Instagram spiegando che:

Da settembre 2019 è stato approvato un programma per l’apertura al turismo che prevede la possibilità per le coppie non sposate che si recheranno in vacanza in Arabia Saudita di condividere la stessa camera dell’hotel! Una banalità per la nostra cultura, ma un vero cambiamento per la loro.

Insomma, non è stato Ronaldo a cambiare la legge, ma è innegabile che la volontà di attrarre turisti e personaggi importanti del mondo occidentale abbia giocato un ruolo importante in questa deroga.

Cristiano Ronaldo e Georgina Rodriguez liberi in Arabia: è un Qatar parte seconda?

L’interesse che ha generato questa storia è simile a quello che si è verificato nei confronti del mondiale in Qatar. In entrambi i casi, si è osservato come gli stati del Golfo abbiano deciso di utilizzare due pesi e due misure per quanto riguarda i cittadini stranieri e gli abitanti del paese.

Se ai sauditi è infatti proibito iniziare convivenze fuori dal matrimonio (ma anche avere relazioni omosessuali, e per le donne frequentare gli stessi istituti degli uomini), per gli stranieri si decide di chiudere un occhio, esattamente come è avvenuto recentemente in Qatar.

La situazione ha generato diverse domande, prima fra tutte se sia lecito per i grandi nomi dello sport mondiale legarsi a nazioni che mostrano un rispetto minimo per i diritti umani e civili dei propri abitanti

Dall’altro lato, è evidente come l’integrazione fra culture e paesi diversi costituisca un passaggio fondamentale anche nell’evoluzione e nella promozione di questi diritti, e come sia importante che grandi eventi (e grandi nomi) non siano più vincolati alla sola Europa/America del Nord.

I mondiali in Qatar hanno generato uno sdegno passeggero per la massiccia operazione di sportwashing portata avanti, ma finora non sembra si siano dimostrati determinanti in questo senso: staremo a vedere ora come andranno le cose con Ronaldo all’Al-Nassr.

Leggi anche: Cristiano Ronaldo offre lavoro: 6000 euro al mese per quattro posizioni aperte

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