Quali sono i reati più commessi in Italia? Ecco la lista

I reati sono davvero in crescita? La percezione della nostra sicurezza è realistica o distorta dalla narrazione politica? Ecco tutti i numeri.

La percezione di sicurezza o insicurezza dei cittadini è un fattore fondamentale per la costruzione dell’idea di benessere all’interno di uno Stato. Essa influenza, positivamente o negativamente, l’idea che i cittadini si fanno della propria posizione all’interno di una comunità, e condiziona spesso le nostre scelte lavorative, abitative, familiari. D’altro canto, ben consci dell’impatto emotivo di tale percezione, i media tendono a cavalcare episodi di cronaca, contribuendo a creare una impressione distorta delle condizioni di sicurezza in cui tutti noi viviamo. 

Quante volte abbiamo ascoltato appelli alla sicurezza da parte di politici e figure pubbliche di vario genere, magari alludendo a una tendenziale crescita dei reati e delle attività criminali causata dall’immigrazione? Ma le cose stanno davvero così? I reati sono davvero in crescita? La percezione della nostra sicurezza è realistica o distorta dalla narrazione politica? Quali sono i reati più commessi in Italia? Quali sono i luoghi più sicuri e quali i più pericolosi della penisola? Queste sono solo alcune delle domande alle quali proveremo a rispondere, numeri alla mano, nel corso dell’articolo.

Quanti reati si commettono in Italia?

Per rispondere a questa domanda faremo riferimento all’ultimo rapporto Istat riguardante il numero di delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria nel corso del 2020. Da tale rapporto si evince che il numero totale di reati denunciati nel 2020 è pari a 801.837. Certo, tale numero, preso così, nudo e crudo, dice poco. Più interessante è capire le tipologie di reati in questione.

Il numero di omicidi volontari consumatisi e denunciati nel 2020 è pari a 833. La stragrande maggioranza dei quali – 782 (ossia il 94%) – sono stati commessi da uomini, mentre soltanto 51 (il 6%) da donne.

Gli omicidi colposi sono stati invece 1.486, di cui 1217 (l’82%) da uomini, 269 (il 18%) da donne. Tra questi, un buon numero – 888 – sono omicidi colposi occorsi in seguito a incidenti stradali.

Oltre agli omicidi, ossia i crimini più gravi previsti dal nostro ordinamento penale, si possono poi elencare gli altri reati contro la persona (ossia delitti che offendono l’integrità fisica o psichica della vittima):

  • percosse: 9.357;
  • lesioni dolose: 49.007;
  • minacce: 52.332;
  • stalking: 15.389;
  • sequestri di persona: 1.386;
  • violenze sessuali: 4.595;
  • atti sessuali con minorenni: 466;
  • corruzione di minorenni: 150;
  • sfruttamento o favoreggiamento della prostituzione: 1.152;
  • detenzione o diffusione di materiale pedopornografico: 1.324.

Tra i reati meno gravi si annoverano i furti, i quali sono stati complessivamente, nel corso del 2020, ben 82.754. Naturalmente, all’interno della categoria dei furti è possibile citare moltissime fattispecie di reato, tra le quali, ad esempio, i furti con strappo (1.575), i furti in abitazioni (10.963), i furti di autovetture (2.501), solo per citarne alcuni.

Diverso reato, decisamente più grave, è la rapina, la quale oltre al furto prevede infatti anche condotte violente o minacce. Il numero delle rapine denunciate nel 2020 è pari a 17.344. Altro caso ancora è quello delle estorsioni, che sono state 9.456.

Un peso importante lo assumono, nell’era della comunicazione digitale, naturalmente, le truffe e le frodi informatiche. Il numero totale di questa tipologia di crimini denunciate nel 2020 è pari 63.711.

Tra i reati più comuni possiamo ancora citare quelli legati al traffico e al consumo di stupefacenti. Anche in questo caso, siamo nell’ordine delle decine di migliaia di denunce depositate. Per la precisione: 66.880.

Qual è il crimine più comune in Italia

Da tutta questa lista si evince dunque che i reati più comuni sono i furti (lo ricordiamo: 82.753 nel 2029) e quelli legati alla normativa sugli stupefacenti (66.880). Un numero ragguardevole di denunce riguardano anche le minacce (52.332), le lesioni dolose (49.007) e più generici danneggiamenti (25.898).

In conseguenza dell’alto numero di furti, naturalmente, un’altra attività illecita particolarmente frequente diventa quella della ricettazione, evidentemente necessaria al fine di commerciare i beni sottratti ai legittimi proprietari. Il numero di denunce, qui, è infatti pari a 19.817.

Al contrario, tra i reati meno comuni si può citare l’omicidio commesso con finalità terroristiche che, in Italia, nel 2020, non ha visto neanche una sola denuncia. Particolarmente basso – e, aggiungiamo, per fortuna dato che si tratta di un crimine gravissimo – è il numero degli infanticidi: 2. 21 sono state le denunce depositate per strage, e 30 gli omicidi commessi con l’intento di commettere una rapina o eseguire un furto.

Pur nel gran numero di furti, una percentuale particolarmente bassa è quella dei crimini legati alla sottrazione di opere d’arte o materiale archeologico. Ciò, con tutta probabilità, anche grazie al fatto che le misure di sicurezza a tutela del patrimonio artistico e archeologico nel nostro paese sono particolarmente accurate. Se ne contano, infatti, appena 49. 

Qual è la città con più crimini in Italia?

Quanto alla distribuzione geografica dei reati in Italia, è possibile stilare una classifica delle città con più crimini in rapporto al numero di abitanti. La prima, per numero di reati ogni centomila abitanti, è Milano: 4.866,3. La quale ha contato un numero complessivo di denunce pari a 159.613.

La seconda è Bologna: 4.636,6. La quale, però, ha visto depositate un numero complessivo di denunce decisamente minore (47.192).

La terza, su questo poco lusinghiero podio, è ancora una città dell’Emilia-Romagna: Rimini. Il comune romagnolo conta 4.603,4 denunce ogni centomila abitanti. Va però precisato che il numero dei residenti è decisamente inferiore rispetto ai due capoluoghi citati nelle prime due posizioni. Il totale dei crimini denunciati è infatti pari a 15.642. E non è da escludere il fatto che molti dei reati possano essere compiuti durante i mesi estivi, durante i quali la città si popola di turisti da tutto il mondo, e questo fa certamente salire il conteggio dei crimini per numero di abitanti, il cui numero è legato a coloro che sono effettivamente residenti e non ai turisti che vi soggiornano in via temporanea.

Al contrario, il podio delle città più virtuose dal punto di vista del numero di reati è guidato da Oristano, la quale conta appena 1.654,3 denunce ogni centomila abitanti. Per un totale di crimini denunciati pari a 2.582.

Al secondo posto troviamo Pordenone: 1.841,2 denunce ogni centomila abitanti. Per un totale di crimini denunciati pari a 5.756.

Ultimo gradino del podio è occupato da Benevento: 1.886,3 denunce ogni centomila abitanti. Per un totale di crimini denunciati pari a 5.170.

Leggi anche: Qualità della vita: le città dove si vive meglio

Qual è la regione italiana più pericolosa?

In generale, in totale contrasto con la vulgata che vorrebbe un sud Italia molto più criminogeno rispetto alle regioni del centro-nord, si può dire che sono proprio le regioni del nord quelle in cui si commettono (e si denunciano) più reati.

Al primo posto di questa poco invidiabile classifica troviamo infatti l’Emilia-Romagna, con 5.667 reati ogni centomila abitanti.

Al secondo posto troviamo invece la Liguria, nella quale i reati denunciati ogni centomila abitanti sono 5.434.

Terzo posto per il Lazio, nel quale sono stati denunciati 5.237 reati ogni centomila abitanti.

La classifica delle regioni più virtuose, vede proprio due regioni del sud nei primi due posti, e un’isola al terzo:

  • Basilicata: 2.608 denunce ogni centomila abitanti;
  • Molise: 2.913 denunce ogni centomila abitanti;
  • Sardegna: 3.131 denunce ogni centomila abitanti.

Negli ultimi anni i crimini sono aumentati o diminuiti?

Un recente rapporto del Ministero dell’Interno ci può invece aiutare a capire quali siano i reati in aumento nel territorio della penisola. Qui si dice che, in generale, i crimini, in Italia, nel 2021 sono stati in lieve aumento (5,4%) rispetto al 2020. Ciò, però, è facilmente spiegabile con il fatto che l’anno 2020, funestato dalla pandemia e in cui per lunghi tratti dell’anno sono state imposte restrizioni alla circolazione, ha creato i presupposti per una riduzione delle attività criminali. Le quali, una volta tornato il paese a condizioni normali di vita, sono cresciuti di conseguenza. 

Resta comunque un notevole calo dei reati anche in rapporto al 2019 – un meno 12,6% – ultimo anno prima della pandemia, che evidenzia un trend generale comunque virtuoso.

In un’ottica di più lungo periodo, si può dire che dal picco di crimini a cavallo tra anni Ottanta e Novanta si è vista negli ultimi trent’anni una tendenziale riduzione. Gli omicidi, ad esempio, che nel 1991 furono 1.191 (mentre furono 2.197 i tentati omicidi) decrescono progressivamente di anno in anno.

Discorso simile può farsi per le rapine, le quali vedono una crescita imponente nei decenni che vanno dagli anni Settanta agli anni Novanta, per poi assumere un andamento altalenante fino al 2015 circa. Anno da cui parte una notevole riduzione di questa tipologia di illeciti.

Un diverso andamento è quello delle lesioni dolose, cresciute in modo relativamente regolare fino al 2014 e lievemente calate negli anni successivi. Discorso simile si può fare per le violenze sessuali, le cui denunce sono rapidamente cresciute dagli anni Novanta al primo decennio del nuovo secolo per poi attestarsi su un livello stazionario. Per queste ultime tipologie di reati, però, è bene precisare che la crescita dei reati può essere in gran parte legata a una maggiore predisposizione alla denuncia da parte delle vittime, piuttosto che a una reale crescita del numero di crimini effettivamente compiuti.

Quali sono i crimini in aumento in Italia?

Due sono invece le fattispecie di reato che hanno visto un reale incremento rispetto agli anni passati:

“i femminicidi, 116, come nel 2020, a fronte dei 110 del 2019, su un totale di 289 omicidi (+4 rispetto al 2020, -25 rispetto al 2019), e le truffe online, con il 66% casi di truffa avvenuto via web nel quadro di un complessivo aumento del 30,5% dei reati informatici, praticamente raddoppiati rispetto al 2019.”

Insomma, mentre i reati in generale tendono a calare, la violenza sulle donne e le frodi informatiche evidenziano un pericoloso trend di crescita.

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