Crollano gli stipendi, l’Ocse denota il più forte calo dei salari in Italia: ecco perché

I lavoratori guadagnano sempre meno: questo è quanto evidenziato dall'Ocse che ha descritto il più forte calo dei salari in Italia. Ecco perché.

L’Ocse ha descritto un forte calo dei salari in Italia, ovvero retribuzioni più basse rispetto ad altri Paesi del mondo: perché il nostro Paese è la maglia nera?

Secondo il direttore per l’Impiego, il Lavoro e gli Affari sociali dell’Ocse, Stefano Scarpetta a pesare maggiormente, tra gli altri fattori, è anche “l’assenza di un salario minimo”, già introdotto in 30 dei 38 Paesi Ocse.

Ecco perché in Italia le retribuzioni sono in calo e quali sono i fattori che incidono maggiormente sulla perdita di valore del salario.

Ocse, forte calo dei salari in Italia: -7,5% in un anno

Nell’ultimo report “Prospettive sull’occupazione” pubblicato dall’Ocse viene assegnato un altro triste primato al nostro Paese: in Italia si registra il più forte calo dei salari tra le maggiori economie mondiali. Le retribuzioni sono scese del 7,5% in un anno, un dato peggiore rispetto al periodo di pandemia.

Alla fine del 2022, i salari reali erano calati del 7,3% rispetto al periodo precedente la pandemia. La discesa è continuata nel primo trimestre del 2023, con una diminuzione su base annua del 7,5%.

Nel 2023 gli stipendi in Italia sono diminuiti: il grafico dell'Ocse

In sostanza, i prezzi aumentano mentre le retribuzioni diminuiscono.

La perdita di potere d’acquisto – ha fatto notare l’Ocse – ha un impatto più forte sulle famiglie a basso reddito, che hanno una minore capacità di far fronte all’aumento dei prezzi attraverso il risparmio o l’indebitamento.

Nonostante tutto, dall’Istat arrivano rassicurazioni sul potere d’acquisto delle famiglie, che è salito del 3,1% sul primo trimestre grazie al “forte rallentamento della dinamica dei prezzi”. 

I prezzi aumentano e le retribuzioni diminuiscono: perché?

Stando alle proiezioni dell’Ocse, in Italia i salari nominali “aumenteranno del 3,7% nel 2023 e del 3,5% nel 2024, mentre l’inflazione dovrebbe attestarsi al 6,4% nel 2023 e al 3% nel 2024”.

Il problema, però, è l’aumento dei prezzi al consumo: l’invasione russa dell’Ucraina ha contribuito al rialzo dell’inflazione, al quale non è seguito un aumento dei salari nominali.

Di conseguenza i salari reali sono diminuiti in tutti i Paesi Ocse, ma soprattutto in Italia dove si registra uno dei più forti cali tra le maggiori economie mondiali.

 Un avvertimento particolare, lanciato dall’organizzazione, riguarda proprio i ritardi nel rinnovo dei contratti collettivi che – sottolinea l’Ocse – rischiano di “prolungare la perdita di potere d’acquisto per molti lavoratori”.

In Italia si guadagna sempre meno, quali possibili soluzioni?

Di fronte al forte calo dei salari descritto dall’Ocse, per l’Italia si prospetta una soluzione interessante: torna alla ribalta il dibattito sul salario minimo.

Ma come funziona il salario minimo in Europa e perché in Italia non viene introdotto? In realtà c’è già una proposta di legge per l’introduzione del salario minimo, ma le forze politiche non hanno ancora raggiunto l’accordo per dare il via libera a questa importante misura.

Come sostiene l’Ocse nel suo ultimo report:

Il mezzo più diretto per aiutare i lavoratori è quello di aumentare i loro salari, compreso il salario minimo legale, che è fissato dallo Stato.

E mentre in Italia si registra un calo del 7,5% sui salari, il confronto con gli altri Paesi è inevitabile.

La Francia, per esempio, ha registrato un aumento reale dell’1,5%, mentre la Germania ha avuto una flessione contenuta, attorno al 3,2%. In Spagna è il calo è pari al 4% e negli Usa al 2,3%. 

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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