L’attuale panorama economico europeo, caratterizzato da un inflazione ancora molto alta, anche se in calo, e tassi stringenti sull’Euro da parte della BCE incidono direttamente sul mercato dei Mutui, in particolare sui mutui a tasso variabile. In questo particolare scenario viene da chiedersi conviene di più un mutuo a tasso fisso o un mutuo a tasso variabile nel mese di ottobre e nei prossimi mesi invernali?
Differenze tra Mutuo a tasso fisso e tasso variabile
La principale differenza tra Mutui a Tasso Fisso e Tasso Variabile, come è facilmente intuibile dalla dicitura, sta nel tasso d’interesse e nel modo in cui questi vengono calcolati.
Per dirla molto semplicemente, per i mutui a Tasso Fisso, il tasso d’interesse è calcolato al momento della sottoscrizione del mutuo in base alle condizioni di mercato, e fino all’estinzione del mutuo, non subirà alcuna variazione. Diversamente, i mutui a Tasso Variabile, vedono un tasso d’interesse per l’appunto variabile, poiché aggiornato quotidianamente sulla base dell’indice EURIBOR che è subordinato alle condizioni di mercato e può cambiare nel tempo.
L’indice Euribor
Il tasso d’interesse dei mutui a tasso variabile dipende dall’andamento e dalle oscillazioni dell’indice di riferimento, che, nella maggior parte dei casi è l’Indice EURIBOR ovvero l’indice Euro Inter-Bank Offered Rate, in italiano il tasso interbancario di offerta in euro.
L’indice Euribor è un tasso di riferimento per i mercati finanziari, calcolato quotidianamente in funzione del tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee.
Vantaggi e svantaggi del tasso fisso e variabile
Sia il tasso fisso che il tasso variabile offrono vantaggi e svantaggi, per essere più precisi, il vantaggio di un Mutuo a tasso Fisso è che, fin dalla sottoscrizione si conoscerà esattamente l’importo da dover restituire alla banca e l’ammontare del tasso d’interesse dovuto, ma di contro, ci sarà un tasso d’interesse mediamente più alto rispetto al tasso variabile.
Il vantaggio di un mutuo a tasso Variabile è che, il tasso d’interesse versato sarà mediamente più basso, tuttavia, visto che il tasso è dipendente dalle oscillazioni dell’indice Euribor, non si avranno certezze sui costi da sostenere, di conseguenza, in caso di elevata inflazione, il tasso d’interesse potrebbe crescere in maniera significativa.
Confronto migliori mutui a tasso fisso e variabile
Il mercato dei mutui ha subito forti cambiamenti nella seconda metà del 2022 e nel 2023 rispetto all’anno precedente, e per avere un immagine chiara della situazione corrente, aggiornata ad ottobre 2023, dei mutui in Italia, a tasso Fisso e Variabile, abbiamo fatto alcune simulazioni, con vari istituti bancari, prendendo come esempio un ipotetico richiedente trentenne, residente a Milano, per l’acquisto di una prima casa dal valore di 400.000€, ed un mutuo da 200.000€.
Migliori mutui a tasso fisso ad ottobre 2023
We Bank | Banco BPM | Banca BPER | |
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Prodotto | IRS Green | Last Minute – Green | Mutuo a Tasso Fisso |
TAN | 3,86% | 3,98% | 4,04% |
TAEG | 3,97% | 4,30% | 4,23% |
RATA mensile | 938,76€ | 952,53€ | 959,45€ |
Migliori mutui a tasso variabile ad ottobre 2023
ING | Monte dei Paschi di Siena | Banca Popolare Pugliese | |
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Prodotto | Mutuo Arancio | MPS Mio Acquisto Abitazione | Prontomutuo |
TAN | 4,66% | 4,88% | 4,87% |
TAEG | 4,83% | 5,17% | 5,11% |
RATA mensile | 1.023,27€ | 1.056,96€ | 1.057,81€ |
Conviene di più un mutuo a tasso fisso o variabile?
Per quella che è la situazione di mercato ad ottobre 2023, il confronto tra Mutui a Tasso Fisso e Tasso Variabile, ha evidenziato che, allo stato attuale, un mutuo a Tasso Fisso offre condizioni più vantaggiose e rate mediamente più basse rispetto al Mutuo a Tasso Variabile, va tuttavia ricordato che, le rate di un mutuo a tasso variabile dipendono dalle oscillazioni dell’indice euribor, e che queste, a loro volta, sono fortemente influenzate da diversi fattori, tra cui Inflazione e tassi di riferimento della BCE.
Sia l’inflazione che il tasso BCE sono attualmente molto alti, e la BCE ha dichiarato a più riprese che è pronta a mantenere i propri tassi, sufficientemente alti, per tutto il tempo necessario a riportare l’inflazione sotto il target del 2% che, secondo le stime potrebbe essere raggiunto non prima del 2025, questo significa che, con molta probabilità, i tassi BCE rimarranno alti per almeno un altro anno. La BCE ha infatti dichiarato che è ancora troppo presto per un inversione di marcia.
L’effetto di questa condizione sul mercato dei mutui si traduce in una stima che vede, per almeno tutto il 2024, i tassi di interesse dei mutui a tasso variabile, più alti rispetto al tasso fisso.