Accise e tasse nascoste: ecco quali stai pagando

In Italia alcune tasse sono del tutto nascoste: un esempio sono le accise, che si pagano quando si fa il pieno di benzina. Ecco quali stai pagando.

Le tasse in Italia vengono principalmente applicate sui redditi, ovvero sugli stipendi, oppure sulle proprietà immobiliari, tramite ad esempio l’IMU. Tuttavia in questi casi si tratta di imposte che sono facilmente osservabili, ovvero tramite una lettura veloce della busta paga, oppure tramite comunicazioni del Comune, vengono rese evidenti.

Tuttavia esistono anche alcune tasse più piccole del tutto nascoste: si tratta di imposte che vengono aggiunte per esempio al normale prezzo di alcuni prodotti, di uso quotidiano, come i carburanti. Come riporta Ilsole24ore.com in un articolo, recentemente è stato deciso per un taglio di alcune di queste tasse, ovvero delle accise sul carburante:

“Nel passaggio al Senato è stata prorogata la riduzione delle aliquote di accisa sui carburanti dal 3 maggio all’8 luglio 2022 per la benzina e il gasolio.”

Le accise sono un esempio molto chiaro di imposte nascoste, perché non si pagano direttamente, attraverso un apposito bollettino, o tramite la busta paga, ma vengono versate indirettamente, ogni volta che si fa il pieno di benzina all propria auto. Si parla di tasse nascoste perché non è evidente, nel totale della spesa, quale parte viene destinata espressamente alle imposte.

Oltre a questo esempio, ci sono moltissimi altri prodotti che vengono acquistati comunemente che contengono le accise o altri pagamenti nascosti più piccoli. In questo articolo facciamo una panoramica delle principali tasse nascoste che stai pagando quasi sicuramente, senza rendertene conto.

Tasse nascoste: cosa sono le accise

Tra le imposte nascoste principali troviamo proprio le accise. Prima di vedere quali sono le principali, bisogna fare una distinzione tra quelle che sono le imposte dirette, di cui ci si accorge piuttosto facilmente, e quelle che sono indirette, per cui è piuttosto complicato accorgersi subito dell’esistenza:

  • Tasse dirette: sono tutte le imposte che vengono applicate direttamente su una ricchezza, che si tratti di denaro o di patrimonio, ovvero di beni posseduti. Alcuni esempi sono: l’IRPEF, la tassa che si applica sugli stipendi, l’IMU, ovvero l’imposta sulle proprietà immobiliari, oppure l’IRES, l’imposta sulle società;
  • Tasse indirette: sono tutte le imposte che vengono applicate indirettamente su una ricchezza, ovvero nel momento in cui il denaro viene utilizzato per una spesa o per essere trasferito. Rientrano qui le accise e l’IVA, ovvero l’Imposta sul Valore Aggiunto applicata a diversi prodotti e servizi.

Come è facile intuire, la maggior parte delle imposte nascoste rientra nella seconda categoria, ovvero nelle imposte indirette. Per cui è molto più difficile individuarle, rispetto a quelle della prima tipologia. Le accise sono le prime tasse nascoste in cui puoi imbatterti, e vengono applicate su diversi prodotti: dai carburanti ai prodotti di tabacco, dagli alcolici ad alcuni beni alimentari, in particolare le materie prime che vengono importate.

Conoscere con esattezza quale prodotto contiene una o più accise è piuttosto difficile, mentre stai acquistando questi prodotti. Tuttavia è possibile fare una panoramica generale di come funzionano queste tasse, e quali sono le percentuali con cui vengono applicate sui prodotti che acquisti.

Accise sui carburanti: le agevolazioni

La prima tassa nascosta che riguarda nel dettaglio le accise è quella sui carburanti: benzina, gpl, metano e diesel recentemente hanno visto un’impennata di prezzo senza precedenti, tant’è che il governo è intervenuto per abbassare tali prezzi, proprio su queste imposte.

Sulla benzina la percentuale di queste tasse normalmente è piuttosto elevata, e raggiunge anche il 48%. Si tratta della somma di tante piccole imposte che vengono distribuite proprio sui carburanti, che quindi pagherai indirettamente quando farai il pieno al tuo veicolo.

Il taglio delle accise proposto dal governo ha consentito di diminuire per un periodo i costi totali dell’acquisto dei carburanti, e ad ora questa misura è prevista fino all’inizio del mese di luglio 2022. Tuttavia si sta ipotizzando una possibile continuazione di questa misura, attraverso una nuova proroga al taglio delle accise.

Indubbiamente una grossa fetta del prezzo finale del carburante è costituito da queste tasse, e gli ultimi avvenimenti hanno portato in risalto proprio la questione della presenza di una percentuale così elevata di imposte.

Nel totale delle accise si pagano alcune percentuali per eventi naturali e calamitosi, e per guerre svolte diversi anni addietro, per cui si continua a pagare. In mancanza di tali pagamenti, la benzina, e in generale tutti i carburanti, costerebbero una cifra decisamente inferiore.

Accise su altri prodotti

Le accise tuttavia non sono previste in Italia solamente sui carburanti, perché sono molteplici i prodotti che le contengono, che vengono acquistati ogni giorno, probabilmente anche da te, e per cui automaticamente una percentuale viene versata allo stato.

Anche se non tutti i prodotti prevedono queste imposte, molti che le includono sono piuttosto comuni, e si possono trovare facilmente in vendita. Si tratta ad esempio di:

  • Bibite alcoliche;
  • Prodotti di tabacco come le sigarette;
  • Fiammiferi;
  • Oli lubrificanti per auto;
  • Energia elettrica.

Queste tasse si sommano al prezzo complessivo del prodotto acquistato, ma non solo, perché va tenuto in considerazione che su tutti i prodotti si applica di base anche l’IVA, ovvero l’Imposta sul Valore Aggiunto, che viene aggiunta anche al prezzo di molti servizi.

Anche se non si può parlare di una vera e propria tassa nascosta, indubbiamente anche l’IVA contribuisce a far lievitare i prezzi dei prodotti d’uso comune, e anche dei beni alimentari. Attualmente questa tassa in Italia è al 22%, anche se sono previste molte eccezioni.

Tasse nascoste: l’IVA

L’IVA quindi, se presa in considerazione come tassa nascosta, contribuisce a far lievitare i prezzi di alcuni prodotti o servizi. In particolare, come visto prima, in Italia l’IVA è una delle più alte in Europa, ovvero al 22%. Tuttavia sono previste specifiche percentuali ridotte per alcuni tipi di prodotti.

Se in linea generale questa percentuale è quella maggiormente utilizzata, va segnalato che è anche possibile acquistare prodotti che hanno questa imposta fissa al 10%, al 5% oppure al 4%. Si tratta di alcune agevolazioni della tassa dovute alla tipologia di prodotti: l’IVA è ridotta specialmente per i beni di prima necessità, come molti prodotti alimentari.

Per fare qualche esempio, la percentuale è del 4% per ortaggi e frutta, frumento, farina, latte, burro e formaggi, mangimi per animali, giornali e quotidiani, olio di oliva. Si trova invece ad una percentuale maggiore, al 10%, per carne e pesce, uova, miele, acqua, servizi di turismo, energia elettrica per uso domestico.

Questi sono solo alcuni esempi, tuttavia le percentuali ridotte seguono le decisioni prese non solamente a livello italiano, ma anche a livello europeo. Basta pensare che i prodotti per l’igiene femminile nell’ultimo periodo, a seguito di una decisione recente, è passata dal 22% al 10% di aliquota.

Queste percentuali quindi possono essere riviste in base a specifiche decisioni prese a livello italiano e europeo. Questo significa che in alcuni momenti potresti trovarti di fronte ad un prezzo agevolato per alcuni servizi o prodotti, mentre in altri momenti il prezzo potrebbe essere pieno.

Tasse nascoste: il bollo sul conto corrente

Un’altra tassa nascosta importante è quella che viene applicata sui conti correnti. Si tratta di una imposta fissa che ogni anno viene prelevata dai conti degli italiani per essere versata allo stato. Più precisamente, si tratta dell’imposta di bollo, i cui importi annuali vengono spiegati da Altroconsumo.it:

“L’imposta di bollo è pari a 34,20 euro l’anno per i clienti consumatori: gli altri conti aperti da artigiani, piccoli imprenditori o imprese dovranno invece pagare ogni anno 100 euro.”

Tutti coloro che hanno un conto corrente su cui depositare i propri risparmi, e farsi inviare lo stipendio, pagano questa cifra ogni anno, molto spesso senza rendersene conto. Trattandosi di una tassa, il suo versamento è obbligatorio, anche se ci sono particolari banche, che funzionano prevalentemente online, che prevedono di pagare per i propri clienti questa tassa.

L’imposta di bollo sui conti correnti può sommarsi a tutti i costi di gestione di un conto, che se non si presta la dovuta attenzione possono diventare anche molto elevati. In base al contratto con la banca, firmato al momento dell’apertura del conto, possono essere previsti costi aggiuntivi per prelevare dagli sportelli bancari, per effettuare particolari operazioni, per l’assistenza di un operatore.

Per conoscere tutte le imposte nascoste, è possibile visionare con attenzione il contratto attivo con la banca, o rivolgersi all’istituto bancario stesso per avere chiarimenti.

Il Canone Rai come tassa nascosta

Un’altra tassa che si può definire come nascosta è il Canone Rai, che attualmente si deve pagare insieme alla bolletta dell’energia elettrica. Questo pagamento è una vera e propria imposta, che tutti coloro che hanno una televisione in casa devono provvedere a pagare.

Anche se il Canone Rai è una tassa piuttosto conosciuta, può risultare nascosta dato che si deve pagare insieme alla bolletta dell’energia elettrica di casa. Può accadere infatti di continuare a pagare questa imposta anche se non si ha più una TV nella propria abitazione.

Si parla di tassa nascosta quindi, quando non si è consapevoli che si sta pagando: in questo caso è necessario inviare una specifica richiesta per comunicare che nell’abitazione non è presente una televisione, in questo modo non si dovrà più provvedere al pagamento.

Il Canone Rai dal 2023 dovrebbe uscire dalla bolletta, e essere pagato direttamente con un bollettino separato. Tuttavia bisogna ricordarsi di chiedere di essere esonerati dal pagamento se non si rientra tra gli obbligati al suo versamento. 

Per poter procedere, bisogna inviare una comunicazione apposita, tramite modello ufficiale, per disdire l’abbonamento. Per farlo però, bisogna procedere velocemente, ovvero nei primi mesi di ogni anno.

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