Rientro dei cervelli, cambia il bonus fiscale e diventa meno conveniente: regole nel 2024

Cambia il bonus fiscale per il rientro dei cervelli nel 2024. Il governo stabilisce le nuove linee guida e scatta la petizione.

Importanti novità con la Legge di Bilancio 2024. Il governo Meloni rende meno conveniente il bonus fiscale sul rientro dei cervelli, anche conosciuto come bonus rimpatrio.

Parliamo di quell’agevolazione fiscale con la quale il governo incentiva i lavoratori italiani all’estero a tornare a lavorare nel Bel Paese, proponendo una detassazione conveniente.

Le cose, però, sono destinate a cambiare e il rientro dei cervelli potrebbe non essere più conveniente come lo è oggi, nel 2023. Per i lavoratori, dipendenti e autonomi, la sforbiciata si affievolisce, compare un tetto massimo di reddito e, per ottenere il beneficio, non basteranno due anni all’estero.

Cambiamenti, questi, che non rendono contente le associazioni di italiani all’estero. La misura costa allo Stato 674 milioni di euro, con una platea di beneficiari di circa 15.000 lavoratori.

Ma come funziona oggi l’agevolazione fiscale e come è destinata a cambiare a partire dal 2024? Ecco tutti i dettagli.

Bonus fiscale per il rientro dei cervelli: cos’è e come funziona

Il cosiddetto bonus rimpatrio non è una novità in Italia. Il governo, infatti, aveva già previsto la misura nel 2010. Tuttavia, l’agevolazione fiscale ha subito diversi cambiamenti e, nel 2024, si appresta a cambiare ulteriormente.

Ma di cosa parliamo? Il bonus fiscale nasce nel contesto dei “cervelli in fuga”. In sostanza, lo Stato ha introdotto un regime di tassazione conveniente per i lavoratori che, dopo aver lavorato all’estero per due anni, tornano a esercitare l’attività nel nostro Paese.

Per questi lavoratori, è previsto il regime fiscale agevolato (per un massimo di 5 anni) che impone il pagamento dell’Irpef solo sul 30% del reddito imponibile. Non solo, perché per coloro che decidono di trasferirsi nel Mezzogiorno (per esempio in Abruzzo, Campania, Puglia, Sardegna o Sicilia) sono previsti tagli fino al 70-90%.

Come vedremo, però, il meccanismo del bonus fiscale cambierà nel 2024. E il rientro dei cervelli potrà essere meno conveniente rispetto a quest’anno.

A chi spetta il bonus fiscale: i requisiti

Ma chi sono i lavoratori che possono ottenere, nel 2023, la riduzione delle tasse?

Il regime fiscale agevolato è rivolto a tutti i lavoratori, siano essi dipendenti o autonomi. Bisogna, però, anche rispettare due requisiti fondamentali:

  • il primo è che il lavoratore non debba essere residente in Italia nei due anni precedenti al trasferimento e che si impegni a rimanere in Italia per i due anni successivi al rimpatrio;

  • l’attività lavorativa dopo il rimpatrio debba essere svolta prevalentemente sul territorio italiano.

Come cambia il bonus fiscale per il rientro dei cervelli nel 2024

Le cose non sono destinate a continuare su questa scia. Come sappiamo, in queste settimane il governo si è messo al lavoro sulla nuova Legge di Bilancio e novità proprio sul bonus fiscale non sono mancate in quest’occasione.

La buona notizia è che il bonus fiscale viene prorogato. La cattiva è che potrebbe risultare meno conveniente per tutti coloro che hanno pensato di tornare a lavorare in Italia dopo un periodo di lavoro all’estero.

In particolare, secondo le nuove regole dovrebbero cambiare sia l’aliquota fiscale sia la platea dei beneficiari. Non solo, perché si prevede anche l’aumento del periodo di soggiorno all’estero per ottenere l’agevolazione fiscale.

Ma entriamo più nel dettaglio. La Legge di Bilancio, sempre che non vengano effettuate modifiche prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, stabilisce che:

  • sul reddito prodotto in Italia da un lavoratore tornato nel nostro Paese, il 50% verrà tassato (rispetto al 30% nel 2023);

  • il reddito agevolabile non deve superare il tetto massimo di 600.000 euro;

  • il periodo di residenza fiscale all’estero deve essere più lungo, passando dagli attuali due anni a tre anni;

  • il periodo di permanenza dopo il rientro deve essere più lungo anch’esso, passando da due anni a cinque anni, pena la restituzione dello sconto (con tanto di interessi).

Modifiche al bonus fiscale per lavoratori italiani all’estero: la petizione

Le novità che interessano il bonus fiscale per rientro dei cervelli non sono ancora in vigore. Tuttavia, considerando che il meccanismo è ormai stato definito, è probabile che la norma diventi realtà a partire dal prossimo anno.

Una novità, questa, che ha deluso coloro che, valigie alla mano, erano già pronti a tornare nel nostro Paese e lavorare. È da qui che nasce il gruppo Whatsapp “Rientro Italia” che ha raccolto le testimonianze e la rabbia di oltre 2.000 giovani.

Il gruppo ha deciso di lanciare una raccolta firme su Change.org nella speranza di un dietrofront del governo per modificare le linee guida fissate finora di una norma che “danneggia il Paese e ne mina la credibilità”.

Bisognerà aspettare, dunque, per avere la risposta del governo. Le cose potrebbero rimanere invariate, con le nuove regole in arrivo nel 2024, oppure cambiare in corso d’opera, grazie all’appello dei lavoratori all’estero.  

Leggi anche: Lavorare all’estero: quali sono i Paesi che assumono più italiani

 

 

 

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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