Rateizzazione cartelle esattoriali: per chi e come funziona

Come funziona la rateizzazione delle cartelle esattoriali e chi la può richiedere fino al 30 aprile 2022? Novità nel Milleproroghe: i dettagli nell'articolo!

Un emendamento al decreto Milleproroghe approvato il 17 febbraio 2022 riapre la possibilità di richiedere la rateizzazione delle cartelle esattoriali dal 1° gennaio 2022 al 30 aprile 2022, senza dover saldare le rate pregresse. La possibilità, però, si limita a pochi fortunati beneficiari, che dovranno presentare l’apposita richiesta entro i termini stabiliti.

La rateizzazione delle cartelle esattoriali è un’altra delle misure dell’Agenzia delle Entrate Riscossione – insieme alla rottamazione ter – per alleggerire il carico di debiti dei contribuenti in un periodo di crisi e pandemia come quello attuale.

Ma come funziona la rateizzazione dei pagamenti delle cartelle esattoriali e chi può richiederla fino al 30 aprile 2022? Quali sono le altre misure sulle cartelle approvate dal Parlamento nel corso della pandemia e quali sono stati i risultati?

Scopriamo subito quali sono i vantaggi della rateizzazione delle cartelle esattoriali: se hai i requisiti per ottenere questo beneficio, richiedi subito il pagamento a rate, e non dovrai più versare le rate precedenti non pagate. Ecco i dettagli.

Rateizzazione cartelle esattoriali 2022: cosa significa?

All’interno del decreto Milleproroghe è stato inserito un emendamento che consente di richiedere la rateizzazione delle cartelle esattoriali fino al 30 aprile 2022. Ma che cosa significa? 

I contribuenti decaduti dal piano di dilazione durante il periodo di sospensione della notifica delle cartelle esattoriali, hanno un’ultima possibilità: dal 1° gennaio 2022 al 30 aprile 2022 possono richiedere il pagamento a rate le cartelle esattoriali non pagate, senza saldare le rate pregresse.

La possibilità di rateizzazione delle cartelle era già emersa in un precedente provvedimento, ovvero nel Decreto Fiscale: infatti, la scadenza per la richiesta di rateizzazione – per i contribuenti i cui piani di dilazione erano posti in essere dall’8 marzo 2020 (o dal 21 febbraio per i Comuni che erano stati per primi inseriti nelle “zone rosse”) – era fissata al 30 settembre 2021, poi differita al 31 ottobre 2021.

La norma inserita nel decreto Milleproroghe, quindi, è l’ultima occasione per poter scegliere di pagare a rate le cartelle, senza dover versare le rate precedenti non saldate. Ma attenzione: non tutti potranno accedere a questa opzione, e le regole non saranno particolarmente favorevoli come in passato…

Rateizzazione cartelle esattoriali 2022: come funziona?

Il piano di rateizzazione delle cartelle esattoriali è rimasto lo stesso nel corso degli anni, mentre a cambiare sono state le condizioni meno favorevoli di accesso alla misura. Per tutti i contribuenti che potranno richiedere il pagamento a rate delle cartelle, limitatamente tra il 1° gennaio 2022 e il 30 aprile 2022, non è previsto il saldo delle rate non saldate.

Le modalità per la rateizzazione sono due, come confermato dal Governo:

  • per le cartelle con importo inferiore a 5 mila euro, è possibile rateizzare i pagamenti in un massimo di 8 rate trimestrali di pari importo;
  • per i debiti di importo superiore a 5 mila euro, invece, è possibile rateizzare i pagamenti in un massimo di 20 rate trimestrali di pari importo.

Non solo: esistono anche precise regole sulla data di inizio dei versamenti e sui pagamenti successivi. 

Infatti, la prima rata va versata entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione dell’Agenzia delle Entrate, mentre le rate successive scadono l’ultimo giorno di ciascun trimestre. Su queste ultime viene applicato un tasso di interesse pari al 3,5% annuo – come specifica un articolo di QuiFinanza:

calcolati dal primo giorno del secondo mese successivo a quello di elaborazione della comunicazione fino al giorno di pagamento della rata.

In aiuto ai contribuenti, comunque, l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile un servizio online – nella sezione “Tutti i servizi – Pagamenti” – che permette di calcolare gli importi delle rate e i relativi interessi applicabili sulle stesse.

Rateizzazione cartelle esattoriali: chi può richiederla fino al 30 aprile 2022?

Chiarito il meccanismo di rateizzazione, i modi e i tempi per i pagamenti e i relativi interessi applicabili all’ammontare dei debiti, è bene chiarire anche quali siano i beneficiari di questa nuova agevolazione.

Abbiamo detto che nel decreto Milleproroghe è stata inserita una norma che permette di richiedere la rateizzazione dei pagamenti delle cartelle esattoriali per tutti i contribuenti decaduti prima del periodo di sospensione, ma che cosa significa?

La richiesta di rateizzazione dei pagamenti delle cartelle – da presentare entro e non oltre il 30 aprile 2022 – può essere avanzata dai contribuenti che, ai sensi del decreto Cura Italia, hanno goduto della sospensione dei versamenti a partire dal 21 febbraio 2020 (per Lombardia e Veneto) oppure dall’8 marzo 2020 fino al 31 agosto 2021.

Ma anche tutti i contribuenti decaduti dalla precedente rateizzazione possono richiedere il pagamento a rate delle cartelle, senza l’obbligo di saldare anche le rate precedenti.

Per poter usufruire di questa agevolazione, però, è necessaria l’approvazione dell’emendamento al decreto Milleproroghe e la definizione delle modalità di accesso da parte dell’Agenzia delle Entrate in un successivo provvedimento.

Rateizzazione cartelle esattoriali 2022: occhio alle nuove regole!

Non tutti sanno, però, che questa nuova possibilità di rateizzazione delle cartelle esattoriali – oltre a non essere per tutti, come abbiamo visto – si fonda su una serie di regole ben più restrittive rispetto a quelle che abbiamo conosciuto in passato.

Se fino alla precedente rateizzazione era prevista la “decadenza lunga”, nel Milleproroghe le regole diventano più severe e restrittive. Per decadere dal beneficio non si dovrà più arrivare al mancato versamento di dieci rate, ma ne basteranno cinque non pagate a far scattare la decadenza.

La logica sottesa all’estensione dei termini è molto simile a quella prevista per la concessione dei prestiti fino a 30 mila euro per le piccole e medie imprese: inizialmente era concesso un prestito al 100%, poi al 90%, e ad oggi la percentuale è scesa ulteriormente all’80%.

Rateizzazione cartelle esattoriali 2022: le multe per inadempimento

Attenzione anche alle multe che vengono applicate ai contribuenti inadempienti, che possono portare all’applicazione di amare e ingenti sanzioni da parte della Riscossione.

Per i contribuenti ammessi alla rateizzazione dei pagamenti che risultano inadempienti – a sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo numero 159 del 2015 – si applica inizialmente l’ipotesi di “lieve inadempienza”. Ma che cosa significa? 

Se un contribuente smette di versare una o più rate per una frazione inferiore al 3%, o comunque al di sotto di un monte da 10 mila euro, si procede all’iscrizione a ruolo della rata non pagata con eventuali interessi applicabili e con l’aggiunta di una sanzione variabile in base all’ammontare della rata non versata. Tuttavia, nel suddetto caso, non si perdono i benefici della rateizzazione.

Ma sempre all’interno dell’ipotesi di “lieve inadempimento” esistono delle mosse che permettono di evitare l’iscrizione a ruolo della frazione di rata non pagata, tramite il meccanismo del “ravvedimento operoso”. Il contribuente può versare l’importo mancato, con relativi interessi e la sanzione applicata entro la successiva scadenza, oppure entro 90 giorni dall’ultima scadenza utile nel caso di ultima rata di pagamento.

Cartelle, dalla rateizzazione alla rottamazione ter: il bilancio del MEF

La rateizzazione dei pagamenti delle cartelle esattoriali, senza obbligo di versamento delle rate precedenti (non saldate), non è l’unica misura introdotta dal Governo in tema di Riscossione. Infatti, nel corso del periodo di pandemia si sono susseguite diverse agevolazioni per i contribuenti che hanno dei debiti con il Fisco.

A partire dalla sospensione della notifica e dei pagamenti delle cartelle esattoriali, applicata dall’inizio del 2020 al 30 settembre 2021, alla rottamazione ter, saldo e stralcio; dal condono fino appunto alla rateizzazione delle cartelle. Ma tutte queste misure sono state davvero necessarie, hanno dato i loro frutti e hanno permesso ai contribuenti di alleggerire il loro carico di debiti?

La Sottosegretaria al MEF, Maria Cecilia Guerra, ha ripercorso tutte le misure introdotte dal Decreto Cura Italia al Decreto Fiscale collegato alla Manovra 2022, per fornire un bilancio di quanto fatto in tema di riscossione e cartelle esattoriali. 

Come riporta un articolo di Informazione Fiscale, tutte le misure adottate nel corso della pandemia hanno coinvolto:

1,76 milioni di rateizzazioni, 1,32 milioni circa già poste in essere e ulteriori 440 mila concesse dopo l’8 marzo 2020.

Per prima cosa è stato esteso da 5 a 18 il numero massimo di rate che, se non pagate, comportano la decadenza dalla definizione agevolata – per le dilazioni poste in essere dall’8 marzo 2020.

Successivamente, per i piani concessi oltre tale data, ma entro il 31 dicembre 2021, è stato concesso un ampliamento delle rate che determinano la decadenza da 5 a 10. È stata poi predisposta una definizione agevolata per la richiesta di rateizzazione delle cartelle esattoriali fino al 31 dicembre 2021, per tutti i carichi inferiori a 100 mila euro.

La percentuale di contribuenti decaduti per mancato pagamento al 31 dicembre 2021 (20%), infine, è stata di gran lunga inferiore rispetto alle percentuali di abbandono dei piani di dilazione (50%) registrate in precedenza.

Rottamazione ter, saldo e stralcio: è stato registrato un flop?

Passando alla rottamazione ter, al saldo e allo stralcio – ovvero a tutte quelle misure straordinarie che vengono adottate solo in periodi di particolare crisi economica o pandemica – quali sono i numeri registrati dal MEF? Si può parlare di flop?

All’inizio del nuovo anno, al 1° gennaio 2022, sono scadute le ultime rate della rottamazione ter con definizione agevolata relative al 2020 e al 2021: il MEF ha registrato un buon 43% dei contribuenti che hanno perduto le agevolazioni della definizione agevolata.

Tutto questo potrebbe andare a incidere anche sulle entrate dell’Erario: nel 2022 e nel 2023 potrebbero non rientrare 2,45 miliardi di euro. Di qui la necessità di riformare la Riscossione, affinché si possano alleggerire i carichi dell’Agenzia delle Entrate e si possa “svuotare” l’archivio.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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