Quanto paghi di Irpef ogni anno? Ecco il calcolo esatto

L'Irpef è la principale imposta italiana sui redditi delle persone fisiche, eppure in pochi sanno come funziona: ecco come calcolare quanto paghi!

Quanto ti toglie lo Stato dalla busta paga? Questa dovrebbe essere la domanda da porsi quando si parla di Irpef, perché lo Stato la sottrae direttamente dallo stipendio da dipendente e approfitta dell’azienda che fa da tramite per riceverla immediatamente. Ecco quanto si paga, come funziona e cosa cambia attraverso il Modello 730.

Il calcolo dell’Irpef è un aspetto fondamentale per ogni lavoratore, anche se molto spesso lo si tralascia completamente perché non compete al lavoratore, ma è una questione tra l’azienda e l’Agenzia delle Entrate. In realtà, è bene sapere quanto si paga di Irpef innanzitutto per principio, ma in secondo luogo anche per comprendere come e dove si può ricevere qualcosa indietro, in particolare attraverso il Modello 730.

L’unico modo per farlo è comprenderne esattamente il funzionamento, cosa che proveremo a fare lungo questo articolo con anche qualche esempio propriamente numerico. Anche perché l’Irpef riguarda praticamente tutti i cittadini, a partire dai lavoratori dipendenti di cui parleremo diffusamente, ma anche dei lavoratori autonomi che operano in Partita IVA.

Cambia il metodo di pagamento ed anche la tempistica, ma la sostanza rimane la stessa. Inoltre, l’Irpef è anche al centro di un progetto di riforma molto importante che potrebbe cambiare in maniera sostanziale la somma che esce dalle tasche degli italiani.

In particolare, la legge delega alla riforma fiscale potrebbe contenere addirittura un passaggio a sole tre aliquote, dopo che tra 2021 e 2022 siamo passati da cinque a quattro. Verosimilmente rimarrà in realtà un progetto per il futuro, ma la direzione è certamente questa. L’idea è quella di abbassare il cuneo fiscale, ma naturalmente non è semplice riuscirci senza infrangere le regole europee che non permettono di farlo tramite scostamento di bilancio.

Al netto di ciò, ecco tutto ciò che c’è da sapere sull’Irpef.

Come funziona l’Irpef nel 2022? La situazione

Attualmente l’Irpef è cambiata grazie alla Legge di Bilancio 2022 che ha modificato gli scaglioni, ma prima di questo aspetto comprendiamo meglio come funziona l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Si tratta di un’imposta che si applica su tutti i redditi dei cittadini e che si basa sul principio di progressività sancito dalla nostra Costituzione.

Ciò significa che chi fa un lavoro da dipendente, paga le imposte sulla base di quanto percepisce di stipendio, in seguito vedremo più nello specifico il calcolo. Chi invece è libero professionista, paga l’Irpef in base a quanto guadagna tramite la sua attività ed ha modalità di pagamento completamente diverse.

In questo articolo approfondiamo soprattutto la situazione più comune, vale a dire quella dei lavoratori dipendenti. Per loro l’Irpef non è propriamente una spesa, perché di fatto viene trattenuta direttamente dal datore di lavoro (il cosiddetto principio del sostituto d’imposta) che la versa a sua volta allo Stato.

Anche per questo motivo, sul tema c’è parecchia ignoranza e confusione, dato che nessuno vede il proprio conto in banca scendere in seguito al pagamento dell’Irpef. Il principio di progressitività prevede che l’Irpef cresca più che proporzionalmente al crescere del reddito, il che significa che se Tizio guadagna più di Caio, pagherà più tasse sia in valore assoluto sia in termini relativi rispetto allo stipendio.

Questo aspetto sarà certamente più chiaro successivamente.

Quali sono le aliquote Irpef 2022?

Come detto in precedenza, proprio quest’anno sono cambiate le aliquote Irpef scendendo da cinque a quattro per due motivi principali: semplificare il sistema rendendo il calcolo un po’ più rapido e alla portata, cambiare l’aliquota effettiva portandola a scendere leggermente, come richiesto anche dall’Unione Europea.

Le aliquote, nel 2022, sono passate da cinque a quattro nella seguente forma:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro,
  • 25% per quelli fra 15.000 e 28.000 euro,
  • 35% per i redditi fra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% per i redditi oltre 50.000 euro.

Ovviamente, la progressitività prevede che anche se un soggetto dovesse guadagnare 100.000 euro, avrebbe i primi 15.000 euro tassati al 23%, i seguenti 13.000 euro al 25%, altri 22.000 euro al 35% e gli “ultimi” 50.000 euro tassati al 43%.

Il progetto, in ogni caso, è di passare addirittura a tre sole aliquote, forse nel 2023 o in futuro: 23%, 33%, 43%. Gli obiettivi sarebbero i medesimi già esposti per il passaggio da cinque a quattro, non ancora certamente raggiunti, anche se la direzione sembra essere quella corretta.

Come paga l’Irpef un lavoratore dipendente? Ecco la modalità

L’Irpef, per chi è lavoratore dipendente, viene pagata direttamente dall’impresa, cioè dal datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta. Prima di vedere qualche esempio di calcolo, ecco come funziona questo meccanismo, ancora troppo poco noto a molti soggetti.

Bisogna considerare la RAL, vale a dire il Reddito Annuo Lordo, da cui vanno detratti i contributi secondo un calcolo che si può facilmente simulare sul portale INPS. Una volta fatto questo passaggio, si ha la base imponibile Irpef sul quale calcolare le aliquote secondo gli scaglioni appena visti.

Una volta che l’impresa ha fatto questo step (ovviamente ormai automatico con l’aiuto di calcolatori e simulatori), versa all’Agenzia delle Entrate quanto risulta ed il soggetto è già potenzialmente in regola per quanto riguarda la propria situazione fiscale. L’unica considerazione ancora da fare è su eventuali ulteriori redditi e sulle spese detraibili e deducibili, che vedremo successivamente all’interno del Modello 730.

Quanto si paga di Irpef in busta paga? Ecco il calcolo

Il calcolo dell’Irpef è piuttosto semplice una volta che si capisce il meccanismo, ma proviamo a fare comunque qualche esempio per dare l’idea di quanto aumenta la tassazione all’aumentare del reddito.

In caso di redditi pari, per esempio, a 10.000 euro, l’Irpef ammonterà semplicemente al 23% della cifra, vale a dire 2.300 euro.

In caso di redditi più elevati, come per esempio 20.000 euro, si procede in questo modo: si paga il 23% dei primi 15.000 euro, pari a 3.450 euro, più il 25% dei restanti 5.000 euro, vale a dire 1.250 euro. Il totale ammonterebbe a 4.700 euro su 25.000 euro di redditi incassati.

Proviamo ora a fare un esempio su un reddito ben più elevato, considerando che il metodo di calcolo è identico. Su 60.000 euro l’Irpef si calcola nel seguente modo:

  • 3.450 euro sui primi 15.000 euro;
  • 3.250 euro sui successivi 13.000 euro;
  • 7.700 euro per i 28.000 euro del terzo scaglione;
  • 4.300 per gli ultimi 10.000 euro.

Significa che l’Irpef totale ammonterebbe a 18.700 euro su 60.000 di redditi, poco meno di un terzo del totale.

Quando bisogna presentare il Modello 730? Come si compila il Modello 730?

Una volta consapevoli di quanto si paga di Irpef in base al livello di reddito, eccoci ad un altro aspetto fondamentale: il Modello 730. Esso non è altro che la dichiarazione dei redditi, in cui si vanno a considerare tutti gli altri aspetti che non sono già stati considerati nel reddito da lavoratore dipendente.

In caso di altri redditi, per esempio, vanno dichiarati proprio all’interno di questo modello (come per esempio rendite immobiliari). Altrettanto vale anche per eventuali spese deducibili o detraibili che vanno quindi ad abbassare l’Irpef da pagare.

Dal Modello 730 si ottiene quindi un risultato che può essere positivo o negativo, cioè rispettivamente di una cifra da pagare all’Agenzia delle Entrate in aggiunta all’Irpef già pagata dal datore di lavoro oppure di una cifra che si deve ricevere in restituzione da AdE. Esso va consegnato ogni anno entro il 30 settembre.

Per qualsiasi altro aspetto riguardante il 730, suggeriamo questo articolo di approfondimento.

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