IVA, IRPEF, IRES: ecco quando devi pagarle!

IVA, IRPEF, IRES, ma non solo. Anche IRAP e altre imposte sono ogni anno a carico di autonomi e imprese. E tu sai quando devi pagarle? Ecco una panoramica.

Le imposte in Italia sono spesso un tasto dolente, soprattutto per le imprese di piccole o medie dimensioni. Quando si parla di tasse che influiscono sulle aziende, si fa riferimento a tutte quelle imposte applicate sul fatturato, ovvero sul guadagno complessivo annuo di tali aziende.

Ma bisogna fare una distinzione tra quelle che sono le diverse imposte pagate dalle imprese italiane: da un lato c’è l’IRPEF, che negli ultimi anni è stata modificata passando da un sistema a cinque aliquote ad uno a quattro aliquote, dall’altro lato c’è l’IVA, ovvero l’Imposta sul Valore Aggiunto che viene applicata su prodotti, beni e servizi di diverso genere. Dall’altro lato c’è anche l’IRAP, ma se ne possono citare anche altre.

Inoltre, come riporta INPS.it, tutti i contribuenti devono pagare i contributi a fini previdenziali, incluse le aziende che li versano ai propri dipendenti:

“Tutti i contribuenti, tra cui aziende agricole, enti e amministrazioni e datori di lavoratori domestici, sono tenuti al versamento dei contributi all’INPS, dopo averli dichiarati attraverso diverse modalità.”

Generalmente le imprese devono sostenere alcuni costi fissi, tra cui le tasse e i contributi previdenziali, oltre alle spese per eventuali affitti o acquisti di locali da adibire allo svolgimento del lavoro, mezzi per lo spostamento, strumentazione, macchinari e così via.

Anche se le imprese sostengono ogni anno diversi tipi di spesa, si può dire che una grande parte è indirizzata alle tasse. IVA, IRPEF, IRAP, sono solo alcune delle imposte che ogni anno le aziende italiane pagano allo stato. Vediamo in questo articolo come funzionano nello specifico, come si differenziano e quando è necessario pagarle.

IVA, IRPEF, IRES: perché si pagano le tasse

Le tasse in Italia si pagano per contribuire a sostenere alcuni servizi che lo stato garantisce al cittadino. Le tasse sono la risposta per garantire a tutti i cittadini di poter accedere a determinati tipi di servizi pubblici, come ad esempio il sistema sanitario, la scuola pubblica e i servizi di istruzione in generale.

Le imposte non vengono solo applicate sul fatturato delle imprese, ma esistono diverse tipologie di imposte che sono richieste per diversi ambiti. In Italia si provvede al pagamento delle imposte sui redditi, da lavoro dipendente o autonomo, sui fatturati delle imprese, ma anche sulle proprietà immobiliari, sui redditi derivati da un capitale o sugli investimenti nella finanza.

Inoltre si pagano anche altre imposte di minore entità per diversi scopi, come ad esempio la tassa di soggiorno quando si va in vacanza soggiornando presso una struttura turistica. Questa particolare imposta si applica proprio per sostenere il settore del turismo nei comuni italiani.

Tuttavia parlando esclusivamente delle imposte applicate alle aziende, va ricordato che tra le principali troviamo ad esempio l’IVA, ovvero l’Imposta sul Valore Aggiunto che viene applicata al prezzo di prodotti e servizi concessi ad altri soggetti. l’IVA è una tassa presente in tutta Europa, che in Italia segue l’aliquota del 22%.

Un’altra tassa molto comune è l’IRPEF, ovvero l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche, che viene richiesta in base ai redditi percepiti durante il lavoro. I lavoratori dipendenti per esempio provvedono a pagare questa imposta direttamente tramite la propria busta paga, sotto forma di trattenute gestite dal datore di lavoro.

L’IRAP invece è l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, e viene applicata solamente in alcune circostanze alle aziende che producono determinati beni. L’IRES infine è l’Imposta sul Reddito delle Società, applicata alle imprese che costituiscono società. Tutte queste imposte hanno specifiche aliquote, ovvero percentuali di imposizione sulla ricchezza, come imposte dirette. 

Cos’è l’IVA e come si paga

L’IVA, come visto prima, è l’Imposta sul Valore Aggiunto, e viene aggiunta al prezzo di beni e servizi erogati dalle aziende. Questa tassa viene pagata da tutti i cittadini che acquistano determinati prodotti, ed è presente anche quando si acquista un determinato prodotto alimentare.

In questo caso la tassa è indiretta, perché non si applica direttamente sulla ricchezza, ma viene pagata indirettamente, ovvero tramite l’acquisto di determinati prodotti. L’IVA in Italia ha una aliquota del 22%, mentre in altri paesi d’Europa ci si può imbattere anche in una imposta ridotta.

I paesi che presentano un valore IVA molto basso, con imposte sui redditi altrettanto basse, possono essere definiti come paradisi fiscali. I lavoratori autonomi generalmente applicano l’IVA ai propri servizi o prodotti, aggiungendo questo valore al prezzo del prodotto o servizio stessi. 

Esistono alcune eccezioni per cui è possibile imbattersi in lavoratori autonomi che non provvedono al pagamento dell’IVA, nonostante abbiano aperto una Partita IVA. Si tratta nello specifico dei lavoratori con regime fiscale forfettario. Per questi lavoratori anche nel 2022 continua ad essere attivo l’esonero dal pagamento dell’IVA, anche se secondo recenti decisioni, la fatturazione elettronica diventa obbligatoria.

Per individuare il valore dell’IVA di un prodotto quindi, basta togliere dalla cifra il 22% della somma. Il pagamento di questa tassa avviene in due passaggi: inizialmente il cliente che acquista un prodotto paga anche l’IVA nel prezzo finale, successivamente l’impresa o il lavoratore autonomo versano questa somma allo stato. Il mancato versamento comporta sanzioni in denaro, e si può parlare di evasione fiscale.

Per quanto riguarda le scadenze, il giorno 2 maggio 2022 scadeva l’obbligo di inviare la dichiarazione IVA, ma è ancora possibile inviarla entro 90 giorni successivi, pagando le sanzioni ridotte.

Cos’è l’IRPEF e chi la paga

L’IRPEF, ovvero l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche, è una delle tasse che più di tutte è stata al centro dell’attenzione negli ultimi anni, in particolare con le ultime riforme del fisco. L’IRPEF è la tassa che tutti i lavoratori devono allo stato, ma anche le imprese.

Questa imposta viene infatti pagata da ogni lavoratore dipendente in busta paga, sotto forma di trattenuta, per cui è il datore di lavoro a provvedere al versamento corretto allo stato. L’IRPEF è una tassa diretta, con un sistema progressivo, ovvero all’aumentare del reddito, aumenta la tassa.

Le aliquote in questo caso sono più di una, e secondo l’ultima riforma fiscale, sono per la precisione quattro. A provvedere al pagamento dell’IRPEF sono sia le imprese che i lavoratori autonomi che i dipendenti, in diversi casi, ma anche i pensionati che ricevono un reddito da un ente previdenziale.

Secondo le ipotesi attuali, questa tassa potrebbe nel futuro essere ulteriormente ridotta ad un sistema di tre aliquote, per semplificare ancora il sistema di tassazione. Il pagamento dell’IRPEF è sostenuto da chiunque riceva un reddito in Italia, anche se può essere pagato con modalità differenti.

Ogni anno i lavoratori e le imprese dichiarano i propri redditi, e può accadere di trovarsi in una situazione di debito verso il fisco, oppure di credito. In questo caso si fa quindi riferimento all’IRPEF, e possono anche essere richieste diverse agevolazioni fiscali in base alla situazione.

Per esempio, una volta all’anno, è possibile per i lavoratori dipendenti presentare tutte le spese sostenute nel corso dell’anno che riguardano particolari ambiti, come le spese sanitarie.

IRAP e IRES: come funzionano

Ulteriori imposte che devono essere pagate dalle imprese sono l’IRAP e l’IRES. Nel primo caso l’imposta è diretta alla Regione, e deve essere pagata da diverse aziende. La principale novità per il 2022 per questa tassa è l’esonero al pagamento da parte di professionisti e imprese individuali, come riporta Leggioggi.it:

“Dal 1° gennaio 2022 ecco l’esonero IRAP per imprenditori individuali e professionisti. A stabilirlo la Manovra 2022 nell’ambito delle misure di riforma del sistema fiscale con cui, tra le altre cose, si è riformato l’impianto dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF).”

Questa imposta quindi viene ridotta per il 2022 sulla base dei soggetti che devono provvedere al pagamento. Rimane attiva per tutte le realtà strutturate che operano come società di capitali e enti commerciali, società di persone, persone fisiche che costituiscono studi associati, amministrazioni pubbliche.

Vengono esonerati i professionisti che svolgono una attività autonoma e le imprese familiari. L’aliquota IRAP nel 2022 è del 3,9%, mentre per le modalità di pagamento, sono previste due date distinte:

  • 30 giugno: si paga il saldo dell’anno precedente e il primo acconto di quello successivo;
  • 30 novembre: si paga il secondo acconto dell’anno successivo.

Anche l’IRAP è una imposta di tipo diretto, che viene applicata sul reddito prodotto dalla specifica attività di impresa. Stessa cosa è valida per l’IRES, ovvero l’Imposta sul Reddito delle Società, con le medesime scadenze di pagamento.

Questa imposta va pagata in base al reddito prodotto da una società, e l’aliquota in questo caso è fissa al 24%. A pagare questa tassa sono le società di capitali, gli enti commerciali e non commerciali, società e enti anche non residenti in Italia, trust, associazioni e organizzazioni. Non ci sono particolari novità per il 2022.

IVA, IRPEF, IRAP e contributi INPS

Oltre a dover provvedere al pagamento di tutte le imposte viste fino adesso, come l’IVA, l’IRPEF e l’IRAP o l’IRES, le imprese italiane devono corrispondere anche i contributi INPS per tutti i lavoratori dell’azienda. I contributi sono obbligatori, e ogni dipendente deve provvedere a versarli per accedere alla pensione.

In linea generale si accede alla pensione all’età di 67 anni, anche se l’ente previdenziale INPS mette a disposizione anche altre misure più specifiche per determinate categorie di lavoratori. Il versamento di questi contributi è obbligatorio sia da parte di lavoratori autonomi che dipendenti, per cui in caso di Partita IVA è necessario registrarsi, nel caso di professione autonoma, alla Gestione Separata.

Esistono inoltre appositi albi professionali che determinano l’iscrizione dei professionisti in casse previdenziali specifiche, come ad esempio quella per giornalisti, avvocati, commercialisti. In conclusione si può dire che le somme che le imprese italiane devono versare ogni anno allo stato non sono indifferenti, tenendo conto sia delle tasse che dei contributi previdenziali.

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate