Pace fiscale e cartelle esattoriali: proroghe e rottamazioni

In attesa di un nuovo decreto fisco vediamo a che punto è la pace fiscale e la situazione delle cartelle esattoriali, tra proroghe e rottamazioni.

Lo scorso 20 dicembre 2021 è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale numero 301 la legge numero 215 del 17 dicembre 2021. Si tratta del decreto, con le ultime modificazioni, denominato decreto Fisco-lavoro (dl 146/2021). Grazie a esso sono entrate in vigore alcune rilevanti novità in maniera fiscale, tra cui quelle cui dedichiamo questo approfondimento: l’estensione al pagamento delle cartelle notificate.

In seguito a questo provvedimento di conversione, molti termini sono stati prorogati nell’ottica di quella pace fiscale di cui ci stiamo occupando in questa guida dedicata e che mira ad agevolare il contribuente in difficoltà, principalmente nel caso in cui la pandemia e la profonda crisi economica che ne ha conseguito lo abbiano messo ancor più alle strette, rendendogli difficile il rispetto delle scadenze fiscali.

Decreto fisco: principali proroghe e modifiche alle cartelle esattoriali

La legge di conversione del decreto, dunque il procedimento attuativo con la quale è entrata in vigore la misura discussa in Parlamento nei mesi primaverili del 2021, ha messo nero su bianco varie novità di materia fiscale, mantenendo le promesse fatte dal governo di perseverare nel percorso di pace fiscale intrapreso con convinzione in seguito alla crisi pandemica.

Si tratta di una strada che non sta convincendo tutti, in quanto sono numerose le voci che ritengono insufficienti le misure prese finora. La legge di conversione ha prorogato al 31 gennaio 2022 il termine per saldare, senza sanzioni, l’IRAP non versata per errata applicazione delle previsioni di esonero, di cui all’art. 24 del D.L. n. 34/2020

Ciò significa naturalmente che le sanzioni sono partite dallo scorso primo febbraio e nel momento in cui sarà letto questo articolo saremo qualche settimana oltre il tempo massimo per versare la quota IRAP. Per tal motivo, la mora non è attualmente molto elevata.

Tutte le cartelle che sono state notificate tra settembre e dicembre 2021 potranno essere pagate entro 180 giorni dalla data della notifica. Vi sarà dunque un mese in più di tempo rispetto alla deadline indicata sul testo originario del decreto, la quale è stata aggiornata prima della pubblicazione del Fisco-lavoro.

In caso di cartella di pagamento invalidamente notificata, le nuove disposizioni la rendono impugnabile soltanto qualora il debitore dimostri come – in seguito a una iscrizione a ruolo – possano derivargli problematiche in caso di partecipazione ad appalti, riscossione di somme verso cui sia creditore presso un soggetto pubblico, o ancora la perdita di un beneficio nei rapporti tra contribuente e pubblica amministrazione.

Il termine dei versamenti in scadenza entro l’anno scorso è stato prorogato, dal 1° al 31 dicembre 2021, per contributi previdenziali e assistenziali, nonché per premi di assicurazione obbligatoria per tesserati sportivi. Ogni versamento in sospeso poteva venire suddiviso in 9 rate mensili a partire dal 31 marzo 2022, senza sanzioni o interessi. 

Ora che siamo oltre la data di scadenza, sarà invece applicata una maggiorazione. Per tutto quest’anno verrà prorogato il divieto di fatturazione elettronica tramite sistema di interscambio, per chiunque sia tenuto a inviare i propri dati al Sistema tessera sanitaria con il fine di elaborare la propria dichiarazione dei redditi precompilata.

Le organizzazioni di volontariato e promozione sociale, le quali abbiano conseguito annualmente ricavi fino a 65.000 euro, hanno ora la possibilità di applicare, ai fini della disciplina IVA, il regime forfetario. I controlli a cui saranno sottoposte le dichiarazioni dei redditi precompilate verranno formalmente semplificati. Vi sono anche altre modifiche ma abbiamo dato conto delle più rilevanti ai fini del nostro focus sulla pace fiscale

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Nel video YouTube del consulente fiscale Francesco Carrino ci proiettiamo in avanti per ascoltare le ultime previsioni sul decreto rottamazione quater e la sospensione delle cartelle esattoriali.

Proroga inadeguata per il pagamento delle cartelle esattoriali

Il decreto Fisco 2021 e il suo aggiornamento, il Fisco-lavoro cui abbiamo dedicato i paragrafi precedenti, avevano inizialmente posto la scadenza per il pagamento in pace fiscale delle cartelle esattoriali al 30 novembre scorso. Alla comunicazione di tale deadline, l’Associazione Nazionale dei Commercialisti (ANC) si era detta molto contrariata.

Come è stato ribadito qualche settimana fa, il 24 gennaio, in un comunicato stampa a firma dell’associazione, la scadenza era inadeguata. Il motivo si deve al fatto che, entro la fine di novembre, occorreva pagare le rate già scadute e farlo in un’unica soluzione, unico modo per godere della rimessione in termini. A parere dei commercialisti è necessario concedere più tempo.

L’associazione ha chiesto un nuovo intervento legislativo nel quale si conceda al contribuente la possibilità di potersi mettere in regola, anche con lo stesso meccanismo del privilegio verso chi paghi in unica soluzione, entro un nuovo termine, più comodo. Idealmente, questa richiesta potrebbe essere accolta e la deadline modificata nella misura attesa a marzo.

In realtà, la posizione dei commercialisti è già stata accolta, in qualche modo.  Le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio sono state spostate al 9 dicembre scorso, dunque entro il 14 di quel mese se consideriamo i 5 giorni di tolleranza che vengono normalmente concessi sulle scadenze dei termini di pagamento.

Una mini-proroga di 10 giorni, però, non ha certo accontentato nessuno o, tantomeno, dato respiro ai contribuenti in difficoltà. C’è da accogliere positivamente la disponibilità del governo a rivedere la deadline ma, affinché il debitore riesca a regolarizzare la propria situazione, è necessario più tempo. Anche soltanto per mantenere le sanzioni più basse sarebbe utile rimandare la data di scadenza.

Il giorno 9 dicembre è stato scelto in seguito al congelamento forzato di numerose rate legate alle sanatorie 2020 e 2021, bloccate a causa della situazione pandemica.

Rottamazione ter: in arrivo le scadenze 2022 delle cartelle esattoriali

Secondo quanto riporta la testata Italia Oggi, entro la scadenza prorogata del 14 dicembre, una metà abbondante dei contribuenti che avevano pendenze sospese interessate dalla rottamazione ter le ha corrisposte tutte. Chi invece è ancora alle prese con la misura di pace fiscale si starà già preparando alle scadenze 2022, la prima delle quali è fissata tra pochi giorni, il 28 di febbraio.

Tra questi vi è circa il 43% di chi era tenuto a saldare, in unica soluzione, le cartelle esattoriali rottamabili degli anni fiscali 2020 e 2021, ovvero quelle che andavano riscosse a metà dicembre per usufruire in toto dei benefici del condono pace fiscale e rispettare la rimessione. Non sono soltanto questi contribuenti a destare preoccupazione, ad ogni modo.

C’è anche il rischio che si presenteranno problematiche all’interno di quel 57% di debitori che ha rispettato il piano di rateazione della rottamazione ter. È infatti possibile che, pur di stare all’interno dei paletti della pace fiscale, abbiano dovuto affrontare uno sforzo economico troppo ingente, tanto da complicare loro il rispetto dello scadenzario 2022.

Va detto che, anche per quest’anno, sarà tollerato il lieve inadempimento e, dunque, è possibile pagare il dovuto al 28 febbraio entro il 7 marzo. L’articolo 3, comma 14-bis, del decreto legge 119/2018 legittima infatti ogni versamento effettuato entro 5 giorni dalla scadenza ordinaria della rata. Pochi giorni in più, però, difficilmente agevoleranno più di tanto le operazioni.

Le deadline successive a quella di febbraio saranno 3: la prima il 31 maggio, la seconda al termine di luglio e la terza l’ultimo giorno di novembre. Per tutte varrà il lieve inadempimento. Ricordiamo che, nel caso in cui non si paghi il dovuto entro la scadenza, non sarà più possibile beneficiare della rateizzazione concessa dalla pace fiscale, come riporta l’articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica numero 602, del 1973.

Come se ciò non bastasse, l’inadempiente perderebbe anche l’opportunità di sorvolare sulle sanzioni. Insomma, se la pace fiscale tende una mano al contribuente in difficoltà con le sue tasse – e indubbiamente lo fa – il braccio alla cui estremità sta questa mano appare poco teso e, anzi, piuttosto ritratto.

In questi giorni si sta comunque discutendo di modificare questa normativa, mantenendo nel percorso di rottamazione anche alcuni dei contribuenti che non riuscissero a rispettare le scadenze fissate. Il Milleproroghe consentirà infatti di richiedere una nuova rateazione.

Proroghe, rottamazioni, cartelle esattoriali: come va la pace fiscale?

Dunque la pace fiscale sta procedendo: i due principali elementi che la compongono, il saldo e stralcio e la rottamazione delle cartelle esattoriali sono attive, seppure con qualche incidente di percorso. Le proroghe vengono concesse, sebbene a volte di una durata francamente risibile. Sembrerebbe una situazione che funziona. Sembrerebbe, appunto.

Da un reportage di QuiFinanza emerge una situazione non proprio idilliaca. Di tutti i contribuenti interessati dalla rottamazione ter, il 43% dei debitori (circa 532mila persone fiscali) è già decaduto, in quanto non ha rispettato la scadenza di dicembre, anche se, come si è scritto, si attiverà una procedura per il reintegro. Restano al passo con la pianificazione della pace fiscale 718mila contribuenti.

Traducendo questi numeri in soldoni, letteralmente, abbiamo un’idea più chiara di come proceda la rottamazione ter. Mancano oggi all’appello 2,45 miliardi di euro. Qualora parte di questa somma non possa esser più essere riscossa in maniera agevolata – vedremo cosa sarà scritto sul Milleproroghe – si dovrà procedere attraverso i canali ordinari dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione (ADER). Occorre evitare di ritrovarci daccapo.

Era previsto che non si sarebbe riuscito ad incassare il dovuto attraverso la pace fiscale. Ciononostante, siamo ben indietro rispetto al previsto. L’ADER aveva stimato entrate più cospicue di almeno il 20%. Le cifre sono state messe nero su bianco da Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria all’Economia e suscitano una legittima interrogazione sull’efficacia della pace fiscale.

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