Partita Iva: ecco come puoi fare la verifica online!

Come puoi verificare la validità di una Partita Iva? Nell'articolo ti spiego come farlo gratuitamente, attraverso l'uso del sito dell'Agenzia delle Entrate.

Benvenuto o benvenuta in questo nuovo articolo di Trend Online.

La Partita Iva è senza dubbio uno degli elementi più importanti per il mondo del lavoro, soprattutto per coloro che decidono di esercitare una libera professione o per chi sceglie di mettere in piedi un’azienda.

Si tratta certamente di una scelta coraggiosa, perché nella situazione globale che stiamo vivendo, il rischio di non riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati è abbastanza realistico.

Il fatto che il Covid abbia messo i bastoni tra le ruote all’economia (ma anche alle relazioni sociali) rende la situazione molto complessa.

Nonostante ciò non è detto che non si possa riuscire, perché di fatto la bravura del soggetto in questione gioca un ruolo essenziale per avviare una carriera di successo, che sia da libero professionista o da imprenditore.

Allo stesso tempo è bene che ci si guardi intorno e si comprenda cosa si può fare in base alle circostanze nelle quali ci si trova, perché l’azione non supportata da una sana dose di prudenza, rischia di trasformarsi in un qualcosa di veramente controproducente.

A prescindere dalla pandemia, ci sono varie situazioni di cui bisogna tener conto: la prima fra tutte è il discorso delle tasse.

Partita Iva: i grandi problemi dell’Italia

L’Italia è, purtroppo, una nazione che dal punto di vista della burocrazia è rimasta molto indietro rispetto allo standard europeo e il fatto che molti giovani scappino dalla loro terra nativa ne è una prova tangibile.

Allo stesso tempo il carico fiscale non è supportato dall’erogazione di servizi pubblici efficienti.

Naturalmente, sia tu che io, ci domandiamo perché nonostante il fatto che noi paghiamo tante tasse, ci sono ancora un sacco di problemi nell’organizzazione dei servizi pubblici.

Qualcun altro decide, invece, di andare contro lo Stato, non versando le tasse e, quindi, evadendo il fisco.

Questo è un altro dei grandi mali che affligge la nostra comunità, perché non essendoci entrate nelle casse dello Stato, la qualità dei servizi si deteriora ulteriormente.

A tutto questo voglio aggiungere un altro fenomeno particolarmente negativo, che è quello delle truffe.

Molta gente guadagna creando disgrazie ad altre persone ed è importantissimo che i cittadini siano ben informati, al fine di raggirare i tentativi di truffa da parte di qualsiasi criminale.

Infatti questo discorso è al centro dell’argomento di oggi, perché ti parlerò della verifica della Partita Iva.

Quest’argomento lo tratterò alla fine dell’articolo, praticamente nel paragrafo finale, mentre nei paragrafi che seguono ti parlerò in generale della Partita Iva.

Se hai abbastanza familiarità con quest’argomento puoi benissimo scrollare in basso e leggere il paragrafo in cui ti spiego la verifica della Partita Iva.

Nel frattempo, per agevolare ancora di più la lettura, ho deciso di condividere con te questo video dell’Avvocato Carlo Alberto Micheli, che spiega con un linguaggio chiaro e allo stesso tempo preciso i vari step dell’apertura della Partita Iva.

Partita Iva: il codice di riconoscimento delle imprese e dei liberi professionisti

La Partita Iva è una sequenza di ben 11 cifre, che serve per identificare o un libero professionista, o un’azienda.

Se proprio devo usare un paragone semplicissimo, posso dire che la Partita Iva è molto simile a un codice fiscale, con la differenza che quest’ultimo ci fa risalire a una persona fisica.

Una delle componenti principali della Partita Iva è il cosiddetto codice ATECO.

ATECO è un acronimo che sta per ATività ECOnomica. Ci sono vari settori nei quali un professionista e/o un’azienda opera e questo codice serve proprio per riuscire a catalogarlo nell’insieme adatto.

Il discorso della Partita Iva è finalizzato principalmente al pagamento delle tasse sull’attività esercitata, infatti l’organo istituzionale che si dedica alla questione della Partita Iva (in qualsiasi circostanza) è nientemeno che l’Agenzia delle Entrate.

Dal punto di vista della mentalità italiana, la Partita Iva è vista più o meno con il naso storto.

Non fraintendermi, non sto dicendo che sia un qualcosa di negativo, ma quando si parla di libera professione spesso si associa l’immagine della persona che rischia di rimanere al verde.

Perché mai il coraggio di un professionista viene “denigrato” in questa maniera? 

La risposta sta nel fatto che siccome in Italia le condizioni per fare impresa e per esercitare la libera professione sono molto difficili, nella mente delle persone si è installata un’idea pessimista in merito a questa scelta lavorativa.

Non è affatto un caso se il film “Quo Vado” di Checco Zalone ha riscosso un grande successo, perché la sua ironia ha criticato i difetti del cosiddetto “posto fisso”.

Di per sé il lavoro da dipendente non è nulla di male, ciò che nel film viene detronizzato è sistema della pubblica amministrazione malata, nella quale ci sono tanti soggetti raccomandati e pieni di privilegi che prendono uno stipendio fisso, senza alcun tipo di merito.

Siccome in Italia il furbetto sembra sempre la figura vincente, agli occhi dei cialtroni i professionisti che agiscono nel rispetto delle regole sembrano sciocchi.

Tredicesima. Se il tuo cuore non conosce questa gioia, allora taci, perché gli dei ti hanno condannato alla partita IVA.

Quo Vado

Così come per ogni cosa, ci sono i pro e i contro sia per la Partita Iva, sia per il lavoro da dipendente.

Partiamo dal presupposto che il lavoro da dipendente garantisce uno stipendio fisso mensile con eventuali extra, mentre la Partita Iva ha dei guadagni variabili, che possono essere maggiori, come avvolte anche minori.

La Partita Iva, oltre ad avere l’occasione di creare più ricchezza, offre una certa autonomia, che deve necessariamente essere supportata da un ottimo senso di responsabilità e d’organizzazione.

Il lavoro subordinato è caratterizzato dai turni di lavoro.

L’ultima grande differenza consiste nella contabilità: la Partita Iva deve fare tutto da sé, mentre il lavoratore dipendente ha il proprio titolare che si occupa delle questioni contabili.

Partita Iva: i regimi fiscali

Ritorniamo al discorso tecnico sulla Partita Iva.

Si può esercitare tranquillamente la libera professione, anche senza dover necessariamente aprire la Partita Iva.

Questo è possibile solo se si offrono delle prestazioni occasionali e se non si è ancora avviato un processo lavorativo abbastanza stabile.

La legge ha identificato una soglia monetaria massima, entro la quale è possibile lavorare senza dover rendere conto al fisco italiano.

Se in un anno non si guadagnano più di €5000, allora non c’è bisogno di aprire la Partita Iva.

Se facciamo il calcolo in mesi, nel senso che se dividiamo la somma di €5000 nei 12 mesi dell’anno, siamo in una media di circa €416 o €417 mensili.

Una volta superato il limite si deve scegliere tra due opzioni: regime ordinario o forfettario.

Il regime ordinario è quello che presuppone l’invio di fatture elettroniche, pagamenti di tasse più alte e la contabilità è abbastanza complessa.

Il regime forfettario è ideale per chi è all’inizio della propria carriera lavorativa, dato che il pagamento delle imposte si aggira tra le percentuali del 5% o del 15% massimo.

Tra l’altro la contabilità è sostanzialmente più semplice, però non si ha il diritto alla detrazione fiscale, che invece nel regime ordinario è possibile.

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Partita Iva: la verifica tramite l’Agenzia delle Entrate

In questo link puoi accedere alla pagina del sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, nella quale potrai effettuare la verifica della Partita Iva.

Dovrai solamente digitare la cifra all’interno dello spazio indicato e dovrai anche scrivere il codice di sicurezza che vedrai nell’immagine che si trova un po’ più in basso.

Una volta che avrai svolto correttamente questi passaggi avrai subito l’esito.

Le informazioni che otterrai nel momento in cui effettui l’operazione sono le seguenti:

  • Lo stato – attiva, sospesa (in caso di affitto d’azienda), cessata;
  • La denominazione o il cognome e nome del titolare;
  • La data d’inizio attività e le eventuali date di sospensione/cessazione;
  • L’informazione (eventuale) se la partita IVA è di un Gruppo IVA o di un partecipante a un Gruppo IVA.

In pratica, l’Agenzia delle Entrate ti mette nella condizione per capire se il professionista o l’azienda con cui hai un rapporto lavorativo (che sia cliente, fornitore o collaboratore non importa) sia effettivamente esistente nel sistema fiscale.

Se non dovessi trovare nulla (cosa abbastanza improbabile, ma con tutte le truffe che ci sono in giro non si sa mai) allora sai di avere a che fare con personaggi che commettono frodi.

Questa conclusione la puoi trarre a condizione che tu non abbia sbagliato a digitare.

Ora devo toccare un altro tasto fondamentale nell’ambito della Partita Iva, cioè il VIES.

Questo è un altro elemento che si può evincere dalla verifica della Partita Iva, ma adesso ti spiego precisamente di cosa si tratta.

VIES è l’acronimo di Vat Information Exchange System ed è un archivio internazionale, nel quale si iscrivono i titolari di Partita Iva (che siano aziende o liberi professionisti non c’è differenza) che sono autorizzati a esercitare operazioni economiche intracomunitarie.

Con l’aggettivo intracomunitario sto dicendo che questi soggetti possono operare all’interno dei Paesi appartenenti all’Unione Europea.

Non è necessario iscriversi immediatamente al VIES e poi per certe attività non ha neanche senso.

Un barbiere o un estetista, per esempio, a meno che non aprano altre sedi in altre parti dell’Unione Europea non è tenuto ad aprire il VIES.

Un’azienda che si dedica all’importazione e all’esportazione di prodotti, quasi sicuramente è obbligata a farlo, specialmente se opera in un mercato su una prospettiva europea.

Tuttavia, se si decide d’iscriversi al VIES è necessario avvalersi o di un modello AA7 o di un modello AA9.

Nell’eventualità secondo cui la verifica del VIES dovesse essere negativa, le situazioni possono essere queste:

  • La Partita Iva ricercata non esiste affatto;
  • La Partita Iva non è stata ancora autorizzata a esercitare operazioni commerciali nell’Unione Europea;
  • La registrazione della Partita Iva ricercata nel VIES non è stata ancora terminata del tutto.
Antun Benvestito
Antun Benvestito
Redattore, classe 2001.Sono nato a Bari, ma ho origini croate da parte di mia madre. Sono uno studente di lingue straniere presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e ho sempre nutrito un certo interesse per il lavoro online. Le lingue che al momento sono alla mia portata sono l'inglese, il francese, lo spagnolo, il tedesco, il russo e il croato. Sono un ex giocatore di pallanuoto e non smetterò mai di amare il mondo acquatico. Il mio motto? Alzati dal letto con determinazione e vai a dormire con soddisfazione""
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