Aprire la Partita Iva è un procedimento piuttosto semplice e in certi casi è gratuito, ma per mantenere la Partita Iva bisogna sostenere dei costi variabili in base alla tipologia di attività (libero professionista o ditta individuale).
Il lavoratore autonomo deve anche versare i propri contributi previdenziali alla cassa di appartenenza e farsi carico delle tasse dovute allo Stato.
Ecco quanto costa mantenere la Partita Iva nel 2024 e quali sono le spese da non dimenticare se sei libero professionista o ditta individuale.
Partita Iva, quanto costa mantenerla nel 2024
Le prime spese da sostenere nel momento in cui si decide di avviare un’attività in proprio sono legati all’apertura della Partita Iva, il cui costo vara in relazione alla tipologia di attività che si intende avviare:
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libero professionista;
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ditta individuale.
Puoi decidere di aprire autonomamente la Partita Iva in modo da abbattere completamente i costi (se sei libero professionista), oppure affidarti a un commercialista e pagare la parcella relativa al servizio.
Se vuoi aprire una ditta individuale in autonomia, invece, dovrai sostenere i seguenti costi:
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imposta di bollo – 17,50€;
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diritti di segreteria – 18€;
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diritto camerale – da 44€ a 100€ in base all’attività che svolgi;
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SCIA – da 0€ a 200€ in base al comune in cui decidi di avviare la tua attività;
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PEC e firma digitale – a partire da 35€ in base al servizio che scegli.
Partita Iva, quali sono i costi di gestione
Subito dopo l’apertura della Partita Iva, dovrai considerare i costi di gestione della stessa che possono variare in base alla tipologia di attività che hai avviato e al regime fiscale che hai scelto.
In linea generale, all’interno dei costi di gestione della Partita Iva dovrai considerare:
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costo del commercialista;
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eventuale quota di iscrizione al Registro delle Imprese (nel caso di apertura di ditta individuale artigiana o commerciale);
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costo dei contributi previdenziali da pagare all’INPS o alla cassa professionale di competenza della tua attività;
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abbonamento a servizi di casella PEC, firma digitale, gestione fatturazione elettronica;
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tasse.
Partita Iva: regime forfettario o ordinario? I costi
Per quanto riguarda le tasse, inoltre, puoi optare per due diverse tipologie di regime fiscale in base alle quali effettuare il calcolo:
- 1.
regime ordinario, pagherai l’IRPEF in percentuale variabile dal 23% al 43% sui tuoi guadagni in base ai diversi scaglioni previsti dalla riforma fiscale;
- 2.
regime forfettario, avrai una tassazione agevolata del 15% o del 5% per i primi 5 anni (se avvii una nuova attività) sul tuo reddito netto, che si calcola moltiplicando i tuoi guadagni per il coefficiente di redditività.
Partita Iva, quanti contributi bisogna pagare?
Non devi dimenticare che, in qualità di Partita Iva, dovrai versare tu stesso i contributi previdenziali alla tua cassa di appartenenza.
Se sei un artigiano o un commerciante pagherai contributi:
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fissi, versati indipendentemente dall’incassato:
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variabili, in percentuale sull’imponibile che spera i 17.504€.
Se sei un libero professionista, invece, devi pagare i contributi alla cassa previdenziale privata in base alle regole vigenti nella stessa.
Infine, se sei un lavoratore autonomo senza cassa previdenziale dovrai iscriverti alla gestione separata INPS e pagare il 26,23% dell’imponibile.