Calcolo ravvedimento operoso: 9 consigli per non sbagliare!

Il ravvedimento operoso è ideato per dare un aiuto a tutti i contribuenti che si sono resi conto di avere degli insoluti da pagare, vediamo come funziona.

Il settore fiscale in Italia è estremamente complesso, molte volte i contribuenti si ritrovano a dover fronteggiare delle scadenze e dei pagamenti che non sempre sono immediati e comprensibili ad un occhio non esperto del settore. 

Proprio per questo motivo è molto facile sbagliare nella compilazione della propria dichiarazione dei redditi oppure nei vari pagamenti delle imposte che sono dovute allo stato italiano. 

Per questi motivi in Italia esiste un istituto legislativo che permette a tutti i contribuenti che si rendono conto di aver commesso un errore di poter rimediare, stiamo parlando del ravvedimento operoso.

Il ravvedimento operoso nasce con il decreto legislativo 472 nel 1997, nello specifico stiamo parlando dell’articolo 13 e 13 bis; il suo ruolo nel tempo è stato sempre quello di risolvere le problematiche dei contribuenti rispetto a tante casistiche differenti e complesse, all’interno della quale è facile confondersi. 

Il sistema è stato ideato per andare a sopperire a tutti gli errori che si possono commettere, durante le compilazioni dei documenti ufficiali, oppure nei ritardi a determinati pagamenti d’imposte o ancora a tante casistiche differenti che si associano al rapporto tra cittadino ed Agenzia delle Entrate.

Nel corso dell’articolo vedremo assieme quali sono le varie tipologie di errore per la quale serve il supporto del ravvedimento operoso, e scopriremo anche in che modo riuscire ad evitare di inciampare nell’errore, attraverso dei semplici ma efficaci consigli. 

Ravvedimento operoso: cos’è?

Per capire in cosa consiste in ravvedimento operoso, possiamo analizzare le due parole che lo compongono, infatti: 

Ravvedimento va ad indicare un pentimento, se pur tardivo, del contribuente che si è effettivamente reso conto di non aver rispettato un pagamento o aver effettuato un versamento insufficiente. 

Questo va a rappresentare la volontà diretta del contribuente di voler correggere il suo errore; che in ogni caso deve essere denominato da un gesto spontaneo, e quindi operoso, per correggere la situazione evidenziata. 

Il pagamento, meglio noto come ratio, che ci accingiamo ad effettuare rispetto al nostro errore avrà uno sconto rispetto alla sanzione che dobbiamo erogare che è direttamente proporzionale alle tempistiche entro la quale lo effettuiamo. 

In sintesi, prima si effettua il pagamento della sanzione e meno saremo tenuti a pagare. 

Come abbiamo visto il ravvedimento operoso è stato introdotto all’interno del nostro sistema legislativo già da diverso tempo, nello specifico dal 1997, quando è stato emanato il decreto legislativo numero 472, il ravvedimento operoso è descritto nell’articolo 13 di tale decreto. 

La soluzione del ravvedimento operoso è a tutti gli effetti un compromesso, che permette al cittadino di assolvere i suoi debiti con lo stato pagando però degli interessi legali, che maturano e aumentano la somma da versare rispetto all’imposta arretrata. 

Il ravvedimento operoso si paga con un modello unico f24, nella quale vanno inseriti determinati codici tributi a seconda di quello che stiamo andando a saldare, all’interno del modulo relativo al tributo troviamo:

  • la tipologia di imposta;
  • il tasso d’interesse che è stato maturato nei suoi confronti;
  • se sono presenti, anche le sanzioni che andranno applicate sul totale. 

Per avere dei riferimenti più specifici riguardanti il ravvedimento operoso vi consigliamo anche di visionare il seguente video del canale YouTube “Partitaiva 24”:

All’interno del video troverete un breve riassunto su come sfruttare al meglio il servizio offerto dal ravvedimento operoso. 

Ravvedimento operoso: chi può sfruttare le sue funzioni?

Ora che abbiamo perfettamente capito in cosa consiste il ravvedimento operoso possiamo anche analizzare quali contribuenti possono usufruire di quest’opzione.

In generale il ravvedimento operoso può essere utilizzato da tutti i contribuenti che sono in ritardo sul pagamento di un’imposta, l’importante è che non abbiamo ricevuto nessun tipo di notifica per atti di liquidazione o di accertamento. 

Un’altra condizione molto importante riguarda l’Agenzia delle Entrate, la quale non ha nessun limite imposto dalla legge nell’effettuare un ulteriore controllo nei confronti della nostra condizione fiscale, anche a seguito dei pagamenti rispetto agli insoluti rimasti scoperti. 

L’accesso senza limiti al ravvedimento operoso è entrato in vigore con la legge di Bilancio del 2015, che ha dato il via libera all’accesso, prima di essa infatti non potevano utilizzare il ravvedimento operoso: 

  • quando era già iniziata la procedura di controllo nei confronti del contribuente;
  • quando era già stata ricevuta dal contribuente una notifica di pagamento;
  • quando era presente un’altra attività di accertamento nei confronti del contribuente.

Ravvedimento operoso: le tipologie di sanzioni più comuni

Esistono diverse tipologie di sanzioni legate al ravvedimento operoso, che possono cambiare a seconda delle tempistiche rispetto al mancato pagamento, oppure a seconda delle imposte o tasse che vogliamo recuperare. 

Il ravvedimento operoso si suddivide in: 

  • Sprint: il pagamento dell’imposta avviene entro 14 giorni dalla sua scadenza, e viene applicata una sanzione che varia dallo 0,1% all’1,4%, a seconda di quanti giorni sono passati; 
  • Breve: il pagamento dell’imposta avviene entro 30 giorni dalla sua scadenza, e viene applicata una sanzione pari all’ 1,5%;
  • Intermedio: il pagamento dell’imposta avviene entro 90 giorni dalla sua scadenza, e viene applicata una sanzione pari all’1,67%;
  • Lungo: il pagamento dell’imposta avviene entro 1 anno dalla sua scadenza o entro la data della scadenza per la dichiarazione dell’anno, e viene applicata una sanzione del 3,75%;
  • Biennale: il pagamento dell’imposta avviene dopo 1 anno ma entro 2 anni dalla sua scadenza oppure prima della scadenza per la dichiarazione dell’anno a seguire, e viene applicata una sanzione del 4,29%;
  • Lunghissimo o Ultra Biennale: il pagamento avviene dopo 2 anni dalla scadenza, con una sanzione pari al 5% o 6%.

Esistono poi altre due tipologie di ravvedimento operoso che riguardano non più i pagamenti ma le dichiarazioni: 

  • Per omessa dichiarazione, prevede una sanzione dal 10% al 12% se pagata entro 90 giorni dalla scadenza;
  • Il ravvedimento operoso parziale. 

Ravvedimento operoso: come calcolare gli interessi legali da pagare

Nel corso del 2022 sono stati introdotti dei cambiamenti rispetto al ravvedimento operoso, che coinvolgono principalmente gli interessi legali da pagare.

Infatti, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha deciso di portare il tasso di interesse legale del ravvedimento operoso all’1,25%. 

Questa decisione è stata proclamata il 13 dicembre del 2021, attraverso l’articolo 1284 del Codice civile italiano. 

All’interno del comma 1 viene specificato che è stato introdotto un limite entro la quale non si può più cambiare il tasso di interesse legale dello specifico anno, la data scelta è stata il 15 dicembre. 

Assieme a questa scelta sono stati spiegati anche i motivi per la quale il MEF abbia deciso di aumentare il tasso di interesse dell’anno in corso.

I fattori che hanno spinto a questa decisione sono stati il tasso di inflazione dell’anno in corso e il rendimento dei Titoli di stato, che hanno una durata ad oggi inferiore ad 1 anno. 

Come abbiamo già visto il contribuente oltre a pagare il valore dell’imposta dovrà anche pagare degli interessi legali.

Questi interessi si possono calcolare facilmente grazie ad una tabella che è stata realizzata dal MEF all’interno della quale possiamo vedere tutti gli interessi degli ultimi 12 anni, vi proponiamo quelli degli ultimi cinque anni: 

  • nel 2018 gli interessi legali erano pari allo 0,3%;
  • nel 2019 gli interessi legali erano pari allo 0,8%;
  • nel 2020 gli interessi legali erano pari allo 0,05%;
  • nel 2021 gli interessi legali erano pari allo 0,01%;
  • nel 2022 gli interessi legali sono pari allo 1,25%.

Ricordiamo infine che quando si vanno a calcolare gli interessi legali dell’1,25%, quindi riferiti all’anno in corso, bisogna poi divedere l’importo che abbiamo ottenuto per 365 giorni.

Ravvedimento operoso: quali sono le tasse più coinvolte e i consigli per non dimenticarle

Ci sono delle imposte e delle tasse che sono particolarmente soggette all’utilizzo del ravvedimento operoso, vediamo assieme quali sono: 

  • IRPEF, meglio nota come imposta sul reddito delle persone fisiche;
  • L’IVA, ovvero l’imposta sul valore aggiunto;
  • IRES, imposta sul reddito delle società;
  • IRAP; imposta regionale sulle attività produttive. 

A seguire troviamo poi anche le imposte di:

  • Bollo;
  • Registro;
  • Catastale;
  • Ipotecaria;
  • Addizioni comunali e regionali.

La tabella che abbiamo appena riportato potrebbe essere molto utile a tutti i contribuenti in futuro, cercando di verificare in primo luogo le imposte appena citate, in quanto sono proprio quelle che più comunemente i contribuenti dimenticano di pagare.

Se si tengono sott’occhio tutte le scadenze che si riferiscono alle imposte appena citate, che coinvolgono anche le principali imposte che un cittadino è tenuto a versare allo stato, si può sicuramente rischiare con meno probabilità di dover ricorrere al ravvedimento operoso. 

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