Classifica definitiva dei 10 musei più visitati al mondo

Il Louvre, i Musei Vaticani, il British Museum, il Museo di Storia Naturale: sono solo alcuni dei musei più visitati al mondo.

Nonostante l’estate torrida di quest’anno, le città d’arte restano mete predilette da tantissimi turisti. Stare diversi giorni in una città d’arte permette di essere un visitatore di passaggio e quindi si trova tempo anche per entrare dentro uno o più musei.

Andare a Firenze senza rimanere incantati dalla Galleria dell’Accademia è vivere un’esperienza a metà. Come anche lo è passare da Roma senza perdersi tra le meraviglie custodite negli labirintici corridoi dei Musei Vaticani.

E diciamola tutta, con le temperature di questa estate è un modo intelligente di sfuggire alle ore più calde, coniugando utile e dilettevole.

La classifica dei 10 musei più visitati

Per avere dati certi, hanno collaborato insieme la no profit Themed Entertainment Association (TEA) e il colosso ingegneristico AECOM.

  • Museo di Storia Naturale di New York: 5.000.000
  • Natural History Museum di Londra: 5.226.000
  • National Gallery di Londra: 5.736.000
  • Tate Modern di Londra: 5.829.000
  • British Museum di Londra: 5.869.000
  • National Air and Space Museum di Washington: 6.200.000
  • Musei Vaticani, Città del Vaticano: 6.756.000
  • The Met di New York: 7.360.000
  • Museo Nazionale della Cina di Pechino: 8.610.000
  • Louvre di Parigi: 10.200.000

Il Louvre: il museo più visitato e quello più antico

La parola museo ha un retrogusto antico dato dall’etimologia latina. Letteralmente ‘museo’ significa ‘luogo sacro alle muse’, dee protettrici delle arti. La radice della parola ci fa viaggiare verso l’età antica, ma il museo come lo conosciamo oggi ha poco più di due secoli. Questo perché le opere d’arte in generale venivano commissionate da nobili facoltosi che pagavano il talento di pittori e scultori per costruirsi una mitologia familiare. Le prime gallerie d’arte erano private, accessibili a pochi e aperte per gentile concessione dei sovrani.

La genesi del museo ebbe inizio in Francia. In seguito al terremoto politico e culturale che fu la Rivoluzione Francese le collezioni d’arte private e reali vennero nazionalizzate nel 1792. La struttura del Louvre ha origini molto antiche, usato come avamposto difensivo durante le incursioni vichinghe tra il X e il XI secolo. Ma la struttura che ci è familiare è frutto di Luigi XIV e Napoleone I. Il Louvre inizialmente doveva essere una residenza reale, ma la Rivoluzione Francese lo ha trasformato in un museo.

Sulla scia della Francia, anche gli altri Paesi d’Europa si dotarono di propri musei, ma per ragioni ben diverse. Infatti, l’esercito napoleonico aveva l’ordine di requisire ogni bene artistico mentre si muoveva lungo ogni direzione per esportare libertà, uguaglianza e fratellanza. Inoltre, nel resto d’Europa tra il secolo XVIII e il XIX i sovrani tendevano a sciogliere gli ordini religiosi considerati improduttivi dal punto di vista sociale. E a requisire loro ogni bene considerato ‘artistico’.

Leggi anche: Louvre: museo digitale a portata di clic!

Come si diffondono i musei in Italia

Le opere d’arte italiane iniziano a entrare nei musei solo dopo l’Unità d’Italia. Erano piuttosto dei musei civici, quindi cittadini, nati con l’intento di valorizzare le opere d’arte locali. La divisione in regni regionali aveva fatto sì che fiorissero tantissime scuole d’arte e botteghe artigiane con stili e tecniche molto diverse da provincia in provincia. A studiare per la prima volta la ricchezza e la varietà del patrimonio artistico museale d’Italia furono Domenico Morelli e Giovanni Battista Cavalcaselle.

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