Alessandro Borghese, menù e prezzi del suo ristorante

Quanto costa e che cosa si mangia al Lusso della semplicità, il ristorante di Alessandro Borghese a Milano.

Alzi la mano chi ha guardato, almeno qualche minuto, una puntata delle trasmissioni televisive condotte dallo chef Alessandro Borghese! Sicuramente, sarete moltissimi. E (senza dubbio!) vi sarà passato per la mente di andare a mangiare nel suo ristorante che si chiama “Il lusso della semplicità” (un nome, una garanzia) nell’esclusivo Viale Belisario n.3, a Milano. Ma quanto costa mangiare al ristorante di Borghese? I suoi prezzi sono abbordabili oppure dobbiamo rassegnarci a guardarlo con il cannocchiale (o con il televisore)? Ecco tutto quello che c’è da sapere su menù e prezzi.

Quanto costa una cena nel ristorante di Alessandro Borghese 

Se vi chiedete che cosa proponga il menù del Lusso della semplicità, date un’occhiata alla home del sito, dove campeggia (iconica) la scritta “Cucinare è un atto d’amore”. Come dargli torto? E ancora: “Voglio trasmettere un’emozione, voglio compiacere chi viene a trovarmi, voglio far felici i miei ospiti. Uno spazio con un carattere estetico molto ricercato, personale. Il menù cambia spesso in base alla disponibilità e alla stagionalità della materia prima”. Fin qui, nessuna piega. Se vi va, date anche un occhio alla location: sembra realmente strepitosa.

Ma veniamo al sodo. Il menù lunch à la carte sembra davvero clamoroso ed esordisce con “Ostriche Rosa del Delta del Po cotte alla brace con le sue salse”, che sembra  un piatto semplice e, soprattutto, lussuoso (38 euro). Per gli amanti della carne, ecco il simpatico “Dai quagliamo”: un petto di quaglia arrosto, coscetta farcita, il suo fondo, stollen con arancia candita e uvetta, agretti e albicocche alla brace (30 euro). Avete l’acquolina in bocca?

Tra i primi, le trottole all’uovo pasta fresca in zuppa di pesce, carpaccio di scorfano marinato, broccolo romanesco saltato, finocchietto e lime (28 euro). A proposito di pasta fresca, nel ristorante trovate anche un laboratorio di vendita al pubblico che produce prodotti freschi artigianali di massima qualità, rigorosamente lavorati a mano senza additivi e coloranti (e con passione). “Un piatto può sedurre la vista e far sentire appagato chi lo guarda ma non può ingannare il palato“, si legge nella sezione del sito dedicata, appunto, alla pasta fresca. E ancora: “Gli occhi mangiano per primi ma è nella bocca che il gusto vince”. Dalle ottime recensioni che si leggono in rete, sembra proprio che Borghese mantenga le promesse.

Vogliamo parlare dei secondi? Ecco, per esempio, “La Vita è Bella Calamaro e Mortadella”: un calamaro ripieno di mortadella e limone, maionese calda di pesce, broccoletto siciliano al tamarindo e cialda al nero di seppia (30 euro). Oppure un bel reale di vitello cotto a bassa temperatura (37 euro).

E poi, c’è sempre posto per il dolce, non è vero? Balza certamente all’occhio (e alla gola) il “Vasame (dal napoletano “baciami”)”, che è un semifreddo fragola e anice con inserto di savarin al rum, mousse al cocco e mezza sfera di mango liquido (20 euro). Tra i classici, ecco la Saint Honoré decorata da fiocchi di panna montata alla vaniglia (19 euro) e il tiramisù di una volta (19 euro).

Per i più piccini, ecco un menù dedicato. Questo sì che è davvero semplice, ma decisamente invitante anche per chi bambino non lo è più. Si va dallo gnocco di patate con ragù di carne (12 euro), al fusillo al pesto di basilico e pomodorino candito (10 euro), per arrivare agli siflacci di pollo (13 euro) e alla cotoletta di branzino con patate fritte (16 euro).

Con tre portate, bevande escluse, ve la potete cavare con una media di 85 euro a persona. Che ne dite, si può fare almeno per una volta?

Quanti ristoranti ha Alessandro Borghese

Il ristorante ufficiale di Borghese è Il lusso della semplicità a Milano, ma 44 ristoranti situati sia in Italia che all’estero sono marchiati con il suo superesclusivo bollino di qualità. In pratica, sono quelli che lo chef ha selezionato nelle vesti di conduttore del programma 4 Ristoranti. Si tratta di pizzerie, trattorie, masserie, agriturismi, locande, masserie e rifugi alpini. Qualche nome? Il Signori di Avise (Val d’Aosta), la Trattoria Paolino (Vercelli), l’Agriturismo Dalie e Fagioli (Lombardia), il Rifugio Maranza (Trentino Alto Adige), l’Osteria in Scandiano (Emilia Romagna), il Sora Lella (Lazio), il Pizza Gourmet (Campania), l’Antica Masseria Scagnito (Puglia) e il Bacaro (Barcellona).

Leggi anche: Quanto costa cenare a Villa Crespi, ristorante di Cannavacciuolo 

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