Capodimonte, ecco 3 segreti per riconoscere l’originale ceramica napoletana

Avete delle ceramiche in casa e pensate siano dei Capodimonte originali? Ecco 3 segreti per verificarne l'autenticità.

Chi di noi non ha in casa oggetti di porcellana ma sapete che alcuni di questi pezzi potrebbero valere una fortuna?

Si perché alcune ceramiche sono conosciute in tutto il mondo: stiamo parlando delle ceramiche di Capodimonte.

Grazie alla loro bellezza purtroppo sono tra gli oggetti più imitati in assoluto: falsi ed imitazioni cercano di sfruttare questo storico marchio per ricavare e truffare molte persone, soprattutto collezionisti.

Ma allora come riconoscere i pezzi falsi e proteggersi dalle truffe? Ecco svelati 3 segreti per verificarne l’autenticità.

Capodimonte, ecco 3 segreti per riconoscere l’originale ceramica napoletana

Tra i marchi più prestigiosi del panorama della ceramica italiana c’è lo storico marchio napoletano della ceramiche di Capodimonte.

Un marchio italiano rinomato per la sua qualità e maestria artigianale, nato nel XVIII secolo a Napoli caratterizzato da raffinatezze e dettagli senza pari.

Le porcellane di Capodimonte si distinguono grazie al colore latteo del prodotto che lo rendono raffinato e unico nel genere.

Anche per questi prodotti negli ultimi anni sono aumentati i casi di falsi sul mercato : queste contraffazioni colgono impreparati non soltanto gli acquirenti normali ma anche collezionisti e appassionati.

Il prodotto venduto è di scarsa qualità e dal design poco accurato e per riconoscere che si tratta di una truffa bisogna prestare attenzione a 3 segni distintivi delle vere ceramiche Capodimonte.

E’ importante verificare:

  • il marchio impresso sul pezzo

  •  la finitura lucida

  • i colori vivaci dipinti a mano.

Inoltre molto importante è verificare i segni di usura e eventuali danni.

Qual è il marchio di Capodimonte?

La porcellana napoletana Capodimonte è stata contraddistinta da numerosi marchi: quella prodotta dal 1743 al 1759 nella “Real Fabbrica della Porcellana” nel Parco di Capodimonte aveva come marchio un Giglio Borbonico decorato in colore azzurro sottovernice o incusso.

Con Ferdinando IV di Borbone  dal 1771 al 1835 il simbolo cambiò anche nella produzione: fu contraddistinta fino al 1787 dalla marca “FRM” sormontata da una corona, poi da una “N” incoronata.

L’ufficialità del marchio arriva nel 1961, quando il Presidente della Repubblica, nel d.p.r 1910, al 2° comma del 2° art., autorizza l’Istituto G. Caselli a “depositare nei modi di legge e ad usare per i suoi prodotti un marchio di fabbrica che, richiamando quello delle antiche fabbriche di Capodimonte, sottolinei la continuità storica della tradizione”. 

Come far valutare un Capodimonte?

Le porcellane di Capodimonte nel corso dei secoli si sono diffuse in varie forme: piccole sculture e statuine che raffigurano per lo più dame e gentiluomini, principesse o contadini, animali o pescatori, bambini o angeli ma anche vasi e candelabri, molto spesso decorati con fiori.

Per riconoscere un Capodimonte originale e farlo valutare è opportuno rivolgersi a degli specialisti, spesso tecnici e critici d’arte.

Quanto vale una statua di Capodimonte?

La valutazione delle porcellane di Capodimonte varia in relazione ai pezzi, alle dimensioni  ma essendo delle ceramiche pregiate queste possono acquisire dei valori molto alti.

Il loro valore può essere molto diverso: si può arrivare a spendere dai 50 euro fino a 10000 euro.

Ma qualora decidiate di acquistare tali porcellane potete stare sicuri che si tratta di pezzi di valore che tenderanno ad aumentare con il tempo.

Come si riconosce una ceramica di valore?

Ci sono diversi elementi per distinguere una ceramica e una porcellana di qualità dai vari tentativi di imitazione e falsi.

Si parte dal peso, alla robustezza  allo strato superficiale del prodotto che deve essere liscia e picchiettando con l’unghia, emetterà un tintinnio simile a quello del vetro.

 

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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