Influencer marketing: 3 grandi vantaggi per la tua azienda!

Cos'è e a che cosa serve l'influencer marketing. Come fare influencer marketing attraverso 3 consigli pratici. Visual marketing e i tool che sono più usati.

Grazie ai social media, molteplici sono le opportunità disponibili al giorno d’oggi per poter creare un discorso di valore attorno al proprio brand ed alla propria azienda.

Sempre più figure, quali blogger, testimonial o i cosiddetti influencer, stanno emergendo dal panorama caotico dei social e si fanno portavoce di idee e valori.

Se da un lato l’influencer marketing, se non fatto nel modo corretto, può essere un vero e proprio buco nell’acqua, dall’altro, invece, può davvero essere il metodo più veloce ed efficace per generare la cosiddetta brand awareness.

Avere qualcuno con una voce potente e con una community affiatata che pubblicizza e consiglia la nostra azienda può essere uno dei più validi alleati per dare una notevole spinta propulsiva al nostro marchio.

Come detto, però, tutto deve essere fatto nel modo più corretto possibile. E cosa determina la correttezza della propria strategia di influencer marketing? Lo vedremo più a fondo nel corso dell’articolo ma, per il momento, per anticipare un piccolo suggerimento, tutto parte sempre dalla conoscenza di se stessi e degli obiettivi del proprio marchio. Essi possono coincidere, o non coincidere affatto, con quelli dell’influencer che stiamo puntando.

Ecco perché quest’articolo sarà molto utile per tutti quelli che vogliono capire qualcosa in più sul nebuloso mondo degli influencer, e capirne come sfruttarne l’immagine a vantaggio della propria azienda.

Influencer per le aziende: perché sono così utili?

A onor del vero, non hanno del tutto torto coloro che sostengono che fare l’influencer non sia un lavoro. Influencer, infatti, tecnicamente è colui che ispira con le sue idee, con i suoi valori, con il suo lavoro. Insomma sono coloro che per carisma o altre motivazioni riescono a far sentire la propria voce e ispirare idee e influenzare opinioni e costumi (venendone poi influenzati a loro volta, ma qui si apre una nuova parentesi).

Ecco quindi che se di per sé non si influencer è un termine che da solo significa poco o nulla, nel loro specifico campo di pertinenza, essi possono davvero cambiare le cose. L’ampia platea data dai social media ne garantisce il successo.

Per alcuni esperti di marketing, l’utilizzo di influencer nel mondo delle aziende è qualcosa di ormai superato. Potrebbe essere vero, se si tratta di una semplice sponsorizzazione di prodotti e se non si sceglie l’influencer giusto, quello che più è vicino ai valori della nostra azienda.

In realtà, ora stiamo assistendo ad un interessantissimo fenomeno legato al mondo dell’influencer marketing: le figure che vengono contattate dai brand, infatti, sempre più spesso creano storie attorno al prodotto o servizio, con il linguaggio e le modalità che sono loro propri.

Non si tratta più di una semplice sponsorizzazione o test di prodotto. Si tratta di qualcosa che va oltre, e sfocia nei meandri più interessanti dello storytelling.

Se si selezionano le risorse giuste, in linea con i valori e la brand voice aziendali, se si segue strategicamente il processo di creazione dei contenuti e se ne misurano i risultati, l’influencer marketing può diventare davvero qualcosa di rivoluzionario. Giunti a questo punto, però, come fare?

In questo video di AutomatiKing siamo già ben introdotti al mondo dell’influencer marketing e alle modalità con cui sfruttarne al meglio le potenzialità.

Cos’è l’influencer marketing e a cosa serve

Quando si parla di influencer marketing si parla di un insieme di attività e strategie messe in campo in collaborazione con gli influencer di cui abbiamo parlato prima, siano essi content creator, blogger, divulgatori, ecc.

Il loro compito sarà quello di condividere con la propria community la bontà del marchio promosso, fino ad invogliare il proprio seguito alla conversione.

Non si tratta di un concetto semplice e riassumibile in una manciata di righe, perché effettivamente coinvolge una numerosa serie di attività e soprattutto di strategie.

Un tempo erano i blog la piattaforma privilegiata per fare questo genere di attività: ora, invece, tutto sta traslando verso il mondo più diretto e agile dei social network.

Secondo un’indagine riportata da Altroconsumo, se prendiamo un pubblico di età compresa tra i 18 ed i 34 anni, circa il 22% degli utenti ha deciso un acquisto seguendo il consiglio di un influencer.

Ecco quindi che riuscire a sfruttare l’influencer marketing nel modo più adatto alle proprie esigenze potrà essere ciò che davvero serviva alla propria strategia aziendale.

Come funziona l’influencer marketing e su cosa si fonda?

Tutto si basa su un concetto di fiducia che gli influencer sono riusciti a guadagnare dalla propria community attraverso un attento lavoro sui social (e non soltanto). Per molti marchi, saranno proprio i consigli degli influencer la forma più potente della cosiddetta social proof (in altre parole, seguire i consigli di chi ti ispira fiducia, sia esso un tuo parente, un tuo amico, o, in questo caso, un influencer).

Come fare influencer marketing in modo corretto: 3 consigli

Già in apertura, abbiamo parlato di un concetto fondamentale, alla base dell’influencer marketing, e non soltanto.

Si tratta del fatto che, alla base di tutto, vi devono essere degli obiettivi ben precisi. A nulla servirà infatti contattare l’influencer più esperto, se non si riuscirà a dare delle istruzioni precise su ciò che si desidera. Magari la campagna avrà successo, perché di successo è l’influencer contattato, ma non si otterrà ciò davvero si vuole.

Dunque, la prima cosa da fare è avere in mente gli obiettivi: quali sono i KPI (Key Performance Indicators), qual è il target della campagna e qual è il budget che vogliamo destinare.

In secondo luogo, bisogna identificare l’influencer che fa al caso nostro. Come detto, dovrà essere quello che è più vicino ai valori incarnati dalla nostra azienda e con il pubblico più affine al nostro target.

Molto spesso, a seconda dei propri obiettivi, sarà molto più facile avere a che fare con un micro o nano influencer che ha un pubblico molto meno eterogeneo rispetto ad un influencer da milioni di followers.

Detto questo, si controlli sempre che tipo di persona è, quali sono i suoi gusti, interessi, modi di comunicare e strategia. Non tutti gli influencer sono uguali. Per riuscire ad entrare in empatia con l’influencer bisogna innanzitutto far capire che si parla la stessa lingua.

In terzo luogo, sebbene possa essere difficile da pensare, dopo aver stipulato il contratto, si lasci che il proprio influencer sia libero di creare. Molto probabilmente avrà un polso della situazione maggiore rispetto a quello che abbiamo noi che siamo appena entrati in contatto con il suo mondo e la sua community.

L’importanza del visual content nell’influencer marketing

Quando si mette mano ad una strategia di influencer marketing, si ricordi l’importanza del visual content. Di cosa stiamo parlando?

Si tratta di una delle strategie di digital marketing più fruttuose e per questo andrebbe necessariamente inclusa all’interno di qualsiasi progetto di influencer marketing.

Sempre più è evidente come i social media si stiano concentrando verso il mondo del video marketing: gli algoritmi delle diverse piattaforme social, infatti, prediligono sempre più contenuti dinamici, rispetto ai classici contenuti statici.

Sono quelli, infatti, che riescono a generare maggiore engagement. Si pensi ad esempio ai video di TikTok, sbarcati da tempo su Instagram, e ora su Facebook, nella forma dei Reels. Non sono forse più virali e convincenti di qualsiasi post o carosello?

Il visual marketing, insomma, permette di raggiungere immediatamente il proprio pubblico attraverso ciò che viene detto e, ancor più, attraverso ciò che non viene detto. Dunque è immediato, ed universale. Senza contare che può far leva sulle nostre emozioni, in modo molto più rapido di qualsiasi parola.

Come sempre, però, non si tratta semplicemente di cambiare la strategia ed iniziare a produrre foto e video, ma di affinare una strategia che sia in linea con la propria voce, i propri valori, ed il proprio prodotto o servizio.

Sicuramente l’influencer contattato, se in linea con quanto detto poc’anzi, saprà certamente indirizzarci nella direzione più corretta.

Infine, quali strumenti usare per fare influencer marketing?

Per riuscire a fare influencer marketing, bisognerà anche capire preventivamente verso quale piattaforma indirizzarci. Non tutti gli influencer sono popolari allo stesso modo in tutti i social in cui sono presenti. Dunque, è necessaria una ricerca preliminare.

Se, ad esempio, abbiamo compreso che il nostro social di riferimento è Twitter, indispensabile sarà l’utilizzo di Followerwonk, tool gratuito se si collega solo un profilo, che permette di monitorare i followers di un account.

Sempre legato a Twitter, vi è DemographicsPro che, in pochi click, permette di capire non soltanto la popolarità di un account, ma anche quale sia l’influencer più adatto alle nostre esigenze. In questo caso non si tratta di un servizio gratuito, ma propone diversi pacchetti da valutare in base alle necessità.

Originariamente dedicato alla piattaforma di Twitter, ma ora dedito a Facebook, Instagram e TikTok è invece Klear, applicazione che permette di monitorare gli influencer di questi social network, verificandone engagement e settore di pertinenza. Anche qui, il servizio non è gratuito, ma è prevista la possibilità di richiedere una demo di prova.

Se vogliamo un software tutto italiano, possiamo rivolgerci a Virality, piattaforma che, attraverso i suoi abbonamenti, permette di capire e fare analisi approfondite delle community degli influencer, scovarne fake, e addirittura stimare i costi e la reach di una campagna di marketing.

Abbiamo poi HypeAuditor, uno strumento che permette l’analisi di influencer presenti anche su TikTok, YouTube e Twitch. Non soltanto verifica l’engagement medio generato dagli influencer, ma anche la qualità dei followers. Si tratta di un tool davvero molto utile anche per la creazione di liste che vengono poi suddivise per settore di pertinenza.

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