Truth Social, il social network creato per offrire una piattaforma senza censura a Donald Trump e ai suoi sostenitori dopo essere stato bandito da altre piattaforme social, sembra già essere in crisi finanziaria e di popolarità.
Dopo poco più di un anno dal suo lancio, il social dell’ex presidente americano avrebbe già finito i soldi e sarebbe in debito di 1,6 milioni di dollari. Inoltre, Truth ha un bassissimo bacino di utenti rispetto ad altre piattaforme simili.
Vediamo cosa sta succedendo.
Cos’è Truth Social e perché è nato
Truth è un social network creato dalla Trump Media & Technology Group (TMTG) nel tentativo di offrire una piattaforma di social media senza censura a Donald Trump e ai suoi sostenitori dopo che l’ex presidente degli Stati Uniti era stato bandito da diverse altre piattaforme social, tra cui Facebook e Twitter, a seguito dell’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti nel 2021.
La piattaforma era stata lanciata il 21 febbraio 2022, ed è attualmente accessibile solo agli utenti provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada.
Truth Social è basato sul software libero e open-source Mastodon. Tuttavia, il progetto era già partito con il piede sbagliato: a pochi giorni dal lancio, il gruppo Software Freedom Conservancy aveva accusato Truth Social di violazione di licenza.
Truth: la piattaforma di Donald Trump ha già finito i soldi
Dopo poco più di un anno dal suo lancio, infatti, il social dell’ex presidente americano sembra già essere in crisi. Secondo quanto riportato da FoxBusiness, Truth avrebbe bloccato i pagamenti verso la società che lo ospita, RightForge, per un debito di 1,6 milioni di dollari.
La società ospitante sostiene che Truth abbia effettuato soltanto tre pagamenti da quando è stata lanciata, per poi interromperli del tutto già dallo scorso marzo.
Il social che non usa nessuno, la disfatta di Truth
Oltre ai problemi finanziari, la piattaforma sembra avere un bassissimo bacino di utenti. Insomma, in poche parole, Truth non lo usa nessuno, e a malapena ci entra Trump.
Solo negli ultimi giorni l’ex presidente ha ricominciato a pubblicare frequentemente, in merito all’indagine avviata a suo carico.
L’ex presidente degli Stati Uniti, infatti, conta solo 3,9 milioni di follower sulla piattaforma, contro i 79 milioni che aveva su Twitter prima di essere bandito per aver istigato i suoi fan ad attaccare il Capitol Hill.
Dopo il successo iniziale, oggi Truth è solo al trentesimo posto nella classifica Apple delle app social scaricate su iPhone, un posizionamento ridicolo considerati gli investimenti necessari per l’avvio della piattaforma.
Truth sta fallendo: nessuna delle promesse è stata mantenuta
Truth social fa parte della Trump Media & Technology Group (Tmtg), una holding che mirava ad espandersi anche in altri settori come lo streaming, con l’obiettivo di promuovere l’impianto politico trumpiano.
L’attesa fusione tra il Tmtg e la Digital World Acquisition Corp (Dwac) – una società creata ad hoc per quotarsi in Borsa – non è però ancora avvenuta, oltre dieci mesi dopo la data inizialmente prevista.
Dwac ha pubblicato in queste ore un comunicato con una richiesta per un’assemblea speciale degli azionisti per il 6 settembre, con l’obiettivo di approvare il rinvio di un anno della fusione stessa, sino all’8 settembre del 2023.
Senza un voto favorevole per un’estensione dell’operazione, la compagnia ha detto che sarà costretta a dissolversi. Secondo gli ultimi dati finanziari, Dwac avrebbe solo 3.000 dollari in cassa, e le azioni hanno perso più del 42% da inizio anno.
Se il presidente Trump perdesse popolarità, o se ci fossero altre controversie in grado di danneggiarne la credibilità o il desiderio delle persone di usare una piattaforma a lui collegata, e che genera benefici finanziari a suo favore, le attività di Trump Media, così come gli sviluppi di questa fusione, potrebbero uscirne indebolite.
aggiungono da Digital World nel comunicato.