I video ASMR: il nuovo trend della Gen Z che sfrutta i rumori rilassanti

Il boom dei video ASMR tra i giovanissimi è un trend da tenere sott'occhio: questa tecnica rilassante può essere sfruttata anche nel neuromarketing!

La Generazione Z è nota per essere quella dei nativi digitali, ma anche la più sensibile a problematiche fino ad oggi tabù, tra cui anche quella della salute mentale. Si tratta di ragazzi sempre più in connessione con la propria interiorità – anche forse per il contesto storico in cui sono cresciuti. 

Da qui, l’emergere di una tendenza sempre più diffusa, ovvero quella dello sdoganamento di disturbi come l’ansia e la depressione, nonché l’inizio di una conversazione online su come far fronte ai sintomi ad essi connessi.

La meditazione, il self-care e uno stile di vita più lento sono al centro del discorso, e tra le tecniche di rilassamento più diffuse troviamo l’ASMR, che oggi spopola su YouTube e TikTok. Ma di cosa si tratta? Esistono applicazioni nel neuromarketing? Vediamolo insieme. 

Cosa sono i video ASMR

I video ASMR hanno cominciato a prendere piede durante la pandemia, grazie alla loro capacità di rilassare ed aiutare chi li consuma ad affrontare i sentimenti ansiosi. Si tratta di una tecnica di rilassamento che sfrutta i rumori piacevoli e sussurrati, come il parlare sottovoce e lo scoppiettio del fuoco. 

Il termine ASMR è stato coniato per la prima volta nel 2010, e si traduce in Autonomous Sensory Meridian Response, ovvero la risposta involontaria e piacevole del corpo a determinati rumori come sussurri, sospiri e crepitii. Insomma, un massaggio celebrale. 

Nel 2021, i video ASMR hanno registrato più di 65 miliardi di visualizzazioni, mostrando un trend in costante crescita da tenere d’occhio. 

I tipi di video ASMR 

Con il boom dei video ASMR, sempre più content creators stanno studiando nuove tecniche per stimolare queste sensazioni nei propri ascoltatori e guadagnare views tramite questa tecnica di rilassamento. 

Tra questi tipi, i più celebri ed efficaci sono: 

  • Roleplay, ovvero il riprodurre delle situazioni quotidiane utilizzando però una voce sussurrata;
  • Tapping, che non sfrutta la voce ma i ticchettii e suoni emessi, ad esempio, dalle unghie che tamburellano su una superfice, o il rumore della carta che si accartoccia;
  • Whispering, ovvero lo sfruttare la sonorità di alcune parole sussurrate senza che necessariamente abbiano senso in un discorso;
  • Eating, ovvero i suoni del masticare, addentare o schioccare una caramella mentre la si mangia;
  • White Noise e Object Sounds, ovvero rumori non riprodotti da persone, ma ad esempio il motore di un aereo, il mare o lo scorrere di un fiume;

Ognuno con le sue particolarità, questi video ASMR attirano moltissimo e stanno prendendo sempre più piede anche a livello di marketing. 

Sfruttare l’ASMR nelle strategie di marketing: è possibile? Ecco i brand che lo hanno fatto

Se l’ASMR è un movimento grassroots, ovvero che viene dal basso, oggi sono tantissime le aziende che lo sfruttano nelle loro strategie di marketing per attrarre più clienti tramite l’utilizzo di suoni, visual e messaggi che trasmettono rilassamento, benessere e soddisfazione. 

Ad esempio, gli spot di Dove, che attraverso il colore bianco, la voce calma e rilassante e il messaggio body positive riescono a trasmettere un messaggio positivo sfruttando il neuromarketing

Il che influenza il modo in cui il consumatore finale percepisce il brand, e lo associa con sensazioni positive e rilassanti, spingendolo ad acquistarlo per ottenere quel sentimento nella vita di tutti i giorni. 

KFC ha invece sfruttato direttamente il concetto di ASMR come viene conosciuto oggi, con uno spot che sfrutta una voce sussurrata e rilassante – quasi una parodia che però ha portato risultati strabilianti. 

Stesso discorso anche per la birra Ultra Pure Gold, presentata dall’attrice Zoe Kravitz tramite un discorso sussurrato proferito in un ambiente che trasmette relax e sfrutta le visuali naturali. 

Ritz, il brand di crackers croccanti, ha invece proprio sfruttato la tecnica ASMR eating per offrire ai consumatori un’esperienza sensoriale, andando a focalizzare uno dei propri spot proprio sul rumore che lo snack fa quando viene mangiato. 

Ma al trend si sono unite anche le aziende di cosmetici come LUSH, che hanno sfruttato il rumore della crema che viene spalmata sulla pelle, o il rumore dell’effervescenza delle proprie bath bombs per indurre nel consumatore una sensazione positiva dovuta, appunto, allo stimolo involontario generato dai contenuti in ASMR. 

Una curiosità: il primo spot che sfrutta l’ASMR quando esso non era ancora diventato una tecnica di neuromarketing – almeno, non nel marketing mainstream – è quello di Pringles nel 1996. Qui, la pubblicità sfruttava il rumore della croccantezza delle proprie patatine, ma anche il rumore delle unghie che picchettavano sulla confezione in cartone!

Francesca Di Feo
Francesca Di Feo
Copywriter SEO e Social Media Manager per piccole e medie imprese, classe 1994. Ho studiato Scienze Politiche e Sociali presso l'Istituto Federico Albert. Grazie al mio ruolo di Project Manager e Writer nell’ambito del programma Erasmus + ho sviluppato un forte interesse sui temi della Transizione Ecologica e Digitale. Appassionata da sempre di scrittura e tecnologia, ho continuato a formarmi autonomamente su come farne un lavoro attraverso il Marketing Digitale. Attualmente sono redattrice per Trend Online e Social Media Manager per due piccole aziende, e sto lavorando per costruire Valade D’Lans, Travel Blog sulle Valli di Lanzo, gioiello montano piemontese.
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